La salvaguardia dei volatili

Ogni anno, durante il mese di agosto, nel campo ornitologico del Monte Maggiore vengono catturati, registrati e inanellati circa 2mila esemplari di uccelli migratori

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La salvaguardia dei volatili
Per liberare un uccello dalla rete ci vogliono destrezza, delicatezza e tanta pazienza. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Sulle pendici del monte Sisol, una delle cime della catena del Monte Maggiore, nei pressi della pozza Rovozna, uno stagno che, a detta degli abitanti locali, non si prosciuga nemmeno nelle estati più aride, è stato allestito il tradizionale campo ornitologico con l’intento di monitorare, tramite inanellamento, le migrazioni delle varie specie di volatili che spesso e volentieri soggiornano sulle pendici del parco naturale quarnerino. Per il 18º anno consecutivo, l’associazione BIOM di Zagabria, che usufruisce per questo progetto dell’incondizionata collaborazione dell’Ente Parco naturale Monte Maggiore, in quattro settimane cattura tramite apposite reti, circa 2mila esemplari di uccelli per studiare il loro comportamento, le patologie, e altri segmenti dell’ornitologia e della biologia in generale. Inoltre, ha anche il compito di contrassegnarli con un anello, una specie di carta d’identità dell’esemplare catturato, per poi, dopo solo cinque minuti, lasciarli liberi di tornare nel loro ambiente naturale.

“Il campo è stato inaugurato il 14 agosto è si protrarrà fino al 3 settembre – ci fa sapere Paula Počanić Vovk, coordinatore della BIOM –, però le prime settimane è aperto agli interessati, mentre l’ultima settimana è riservata all’educazione degli specialisti biologi, veterinari, inanellatori e candidati per divenirlo. Tutti si possono presentare al campo allo scoccare dell’ora piena dalle ore 5 fino alle ore 10 del mattino e poi dalle ore 16 fino alle 20, quando le reti vengono calate per permettere agli uccelli di accedere alla pozza d’acqua. La sera, invece, viene innalzata una sola rete su cui è installato un altoparlante che riproduce i versi delle specie attive di notte. Con questo metodo abbiamo catturato diversi esemplari di volatili grandi e persino un barbagianni”.

Volontari da tutto il mondo
A queste azioni partecipano pure volontari provenienti da tutto il mondo. “Attualmente abbiamo due ragazze dalla Spagna e dalla Bielorussia e un ragazzo spagnolo. Questi volontari, con esperienza nel campo, sono di grande aiuto nel corso delle visite alla reti per l’aiuto offerto. Al campo sono presenti pure intere famiglie con bambini di età scolare che rimangono affascinati del metodo d’azione e ben si prestano a imparare il metodo di cattura come pure le varie specie di volatili catturate che riconoscono dal manuale che abbiamo pubblicato, contenente le foto e una breve descrizione di tutte le specie che finora hanno fatto tappa nella zona”.
Il pettirosso, il tordo, il picchio, il pigliamosche comune, il frosone comune, il beccafico, la capinera, il luì grosso, il luì verde e la cincia dal ciuffo, sono solo una piccola parte degli esemplari catturati durante il nostro sopralluogo al campo. Il Parco naturale del Monte Maggiore è una delle poche zone dove si incontrano tantissime specie di volatili migratori dimostrandosi un ambiente ideale dove cibo e acqua non mancano. A prova di questo sono la cinquantina di specie diverse registrate l’anno scorso dagli instancabili operatori sul campo.

Marchiature straniere
“Di solito sulle reti vengono intrappolati circa una ventina di esemplari con un picco di trenta nella prima ora del mattino. Le reti sono morbide, adatte a non far male ai piccoli volatili che vi restano impigliati e non possono scappare. Ci vuole una mano esperta per liberarli e metterli in un sacchetto di cotone morbido che facilita la respirazione per poi portarli al campo”, spiega ancora l’ornitologo Sven Kapelj, che ha il compito di liberare, di eseguire le operazioni di controllo e di inanellare ogni singolo esemplare, aiutato dai volontari che hanno ognuno un compito differente per non traumatizzare gli uccelli più del necessario.
Succede pure che vengano catturati esemplari già inanellati e in questo caso si procede alla “lettura” dei dati contenuti nell’anello. “Una parte dei volatili catturati ha già l’anello messo da noi precedentemente, ma ci sono anche uccelli che portano una marchiatura differente spesso straniera. I dati riportati sull’anello ci rivelano l’anno, l’area e il Paese dove è stata eseguita l’operazione, così possiamo studiare a fondo le rotte di migrazione di una data specie e confrontare i dati con i nostri colleghi delle altre associazioni europee che si occupano di ecologia e della salvaguardia delle specie volatili”.

Tutti benvenuti
Tutti gli interessati o appassionati di ornitologia sono i benvenuti al campo. “Abbiamo addirittura intere famiglie che soggiornano più giorni dando il proprio contributo nella registrazione degli esemplari, curando il campo e cucinando i pasti. Poi con l’inizio di settembre organizziamo gli incontri con intere scolaresche delle scuole elementari vicine. Per aderire e divenire un volontario attivo basta andare sul nostro sito internet www.biom.hr e iscriversi”, conclude Paula Počanić Vovk.
Dopo il campo ornitologico, gli operatori della BIOM come pure una parte dei volontari, in collaborazione con l’Ente pubblico “Priroda”, partiranno alla volta di Caisole (Beli) sull’isola di Cherso al Centro per la convalescenza dei grifoni, per prestare la loro opera di assistenza a questi maestosi navigatori dei cieli.

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