Indipendenza energetica? Un cammino percorribile e creativo

Interessante chiacchierata con Vjeran Piršić, noto come attivista, ma oggi anche punto di riferimento per chi pensa alla transizione ecologica come a un obiettivo più che possibile

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Indipendenza energetica? Un cammino percorribile e creativo

Ve li ricordate gli slogan “C’è un cielo pulito sotto di noi”, “Il metano ti dà una mano” e altri, trasmessi dalle tv italiane negli Anni ‘80 e ‘90? Si trattava di una campagna pubblicitaria che incoraggiava i cittadini a scegliere come fonte energetica il gas naturale. Con qualche anno di ritardo, la stessa campagna veniva avviata anche dalle nostre parti e, attraverso alcune fasi, la rete di distribuzione del gas a Fiume ha raggiunto o può raggiungere chiunque. In questi decenni, però, sono cambiate tante cose. Il gas, come altri combustibili fossili, viene indicato come una delle cause dei cambiamenti climatici dovuti, tra l’altro, alle emissioni di anidride carbonica. Oggi siamo all’inizio di una nuova era, quella della transizione ecologica, un’espressione sempre più presente nel nostro vocabolario. Oltre alla crisi climatica che qualcuno si ostina a non considerare tale, a causa della guerra in Ucraina, quella di una crisi energetica è molto più di un’ipotesi, ma questo è un altro discorso. Dal gas russo dipende una fetta consistente dell’economia europea, in particolare quella tedesca. È la ragione per cui non è possibile punire l’aggressione russa in Ucraina con un embargo completo di gas e petrolio.

Crisi energetica, crisi climatica…

Ci sono tanti interrogativi sul futuro energetico, per cui è il momento opportuno per pensare anche alla nostra transizione ecologica personale, motivati sia dalla coscienza nei confronti della salute del pianeta, sia dalla prospettiva di alleggerire le bollette. L’abitazione di Vjeran Piršić a Njivice è oggi meta di pellegrinaggi, visitata da troupe televisive provenienti anche dall’estero, dalla Reuters a Rai3. Non potevamo non visitarlo anche noi. Piršić lo abbiamo conosciuto esattamente vent’anni fa, come attivista dell’organizzazione ambientalista “Eko Kvarner”, che nel 2002 fu in prima linea contro il progetto “Družba Adria”. Ce lo ricordiamo? Tra i suoi sostenitori c’era l’allora Presidente della Repubblica, Stipe Mesić. Anche all’epoca c’era Putin, in quel caso interessato a utilizzare lo scalo petrolifero di Omišalj (Castelmuschio) sull’isola di Veglia per l’esportazione oltremare del petrolio russo. Lo scalo e l’oleodotto della Janaf, ieri come oggi, servono per far arrivare il petrolio destinato ai mercati europei. Il progetto non andò in porto. Nessuno all’epoca poteva immaginare quanto sarebbe avvenuto nel 2022, ma l’idea venne comunque messa da parte. L’opposizione degli ambientalisti era dovuta all’impatto ambientale, cioè al rilascio delle acque di sentina dalle petroliere in arrivo e al rischio di invasioni di organismi provenienti da altri mari, potenzialmente pericolosi per le specie autoctone.

Abbiamo rispolverato con Piršić quegli eventi a distanza di vent’anni, un periodo in cui l’isola di Veglia ha raggiunto un livello di sviluppo economico straordinario e, allo stesso tempo, un elevato standard ecologico. Nessuno in Croazia ricicla quanto gli abitanti dell’isola e nessuno è riuscito a compiere passi così importanti verso la transizione ecologica in tema di energia.

Da attivista a divulgatore

Le direttive dell’Unione europea hanno aperto nuovi sbocchi, portando alla democratizzazione dell’energia, senza la sudditanza nei confronti di un monopolio. Il Nord Europa, in questo senso, ha compiuto i passi più grandi. Vjeran Piršić ha messo in atto quelle che sono le esperienze degli altri, studiando e divulgando ogni aspetto di un segmento particolare, quello del fotovoltaico. È possibile disporre di energia elettrica e riscaldamento gratis? “Non solo – ci risponde Piršić –, perché potrete ricaricare anche le batterie della vostra auto elettrica e quindi, perché no, guadagnare qualcosa vendendo l’energia in esubero”.

Piršić è spesso ospite di studi televisivi, ma anche di conferenze e convegni, dove promuove le sue pubblicazioni contenenti le indicazioni per diventare indipendenti dall’energia altrui. “La mia energia – la mia libertà” è il titolo di uno di questi scritti, che fa capire subito di che cosa si tratta.

“Il messaggio viene percepito in modo più o meno convinto, a seconda del territorio. Per esempio – spiega Piršić –, già all’indomani di una mia conferenza a Čakovec e Varaždin si sono messi al lavoro per creare una cooperativa energetica. A loro sono bastati i numeri per fare due conti e comprendere tutto. Lì c’è anche una grande consapevolezza sulla necessità di tutelare l’ambiente. Non vorrei generalizzare, ma in Dalmazia al primo posto c’è la questione economica. Le nostre indicazioni sono semplici. Crea un impianto che ti consentirà di disporre di energia propria. Quindi, oltre al risparmio, contribuisci a salvare il pianeta. Se non hai risorse, puoi affittare il tuo tetto a un altro che vi sistemerà i pannelli fotovoltaici. Se, invece, hai a disposizione 10.000 euro, puoi installare un impianto e se disponi del doppio, puoi avere anche le batterie. Il sistema di cui dispongo io costa, chiavi in mano, 150.000 kune. Per chi ha risorse maggiori, c’è l’opportunità di fare business. Con 40.000 euro, con più pannelli e più batterie, la cosa diventa decisamente remunerativa. Nelle banche i cittadini conservano 236 miliardi di kune e altri 34, secondo i dati della Banca nazionale croata, sono tenuti nei materassi. Mi riesce difficile comprendere che il 18 per cento dei croati lo scorso inverno ha sofferto il freddo in casa, mentre una parte dei cittadini non sa come investire il proprio denaro. Oggi occorre investire o nella produzione di cibo o di energia, magari entrambe le cose”. L’investimento è comunque notevole. “Sì, è un investimento, ma il rientro dei mezzi investiti è assicurato. Nel peggiore dei casi ci vorranno 6-7 anni, ma dopo avrete l’energia gratis per voi e da vendere agli altri”, assicura.

Meglio insieme che da soli

Se ci si organizza, i vantaggi aumentano. “Come cooperativa, noi venti acquistiamo le attrezzature e facendolo tutti insieme otteniamo uno sconto del 30 per cento. Ci sono poi le comunità energetiche, qualcosa di completamente nuovo, consentito dal dicembre dello scorso anno, quando è stata varata la nuova Legge. Ecco cosa si può fare. D’estate la scuola non consuma energia perché ci sono le vacanze e l’energia viene ceduta all’albergo che non lavora d’inverno e rilascia l’energia alla scuola. C’è l’artigiano che lavora da lunedì a venerdì, ma nel fine settimana può cedere l’energia che produce a chi trascorre il weekend nella sua casa al mare. Dopo una settimana, un mese o un anno, facciamo i conti e vediamo a che punto siamo. Stiamo parlando di condivisione dell’energia, dove le comunità energetiche rappresentano il futuro energetico dell’Europa. Questa è la posizione di Bruxelles”.

Consulenze triplicate

Alla transizione ecologica, alla possibilità di essere indipendenti dall’energia altrui, forse ci pensiamo da un po’, ma tendiamo a indugiare nel compiere il primo passo. Gli eventi a livello globale, il trend poco rassicurante dei prezzi di gas e petrolio, come pure la guerra scatenata in Ucraina, ci inducono ad accelerare certe decisioni? “Dopo lo scoppio della guerra – conferma in conclusione Vjeran Piršić – è aumentato di almeno tre volte il numero di richieste di consigli che mi vengono inoltrate”. Con lo stesso Piršić, prossimamente, percorreremo il cammino che potrebbe condurci verso un’indipendenza energetica individuale o collettiva, in una comunità più o meno estesa, dall’immancabile, ma semplificato iter burocratico alla ricerca dei fornitori e installatori. Un cammino creativo.

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