Importante tutelare la memoria storica

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Importante tutelare la memoria storica

“La cultura contemporanea della memoria in Croazia e in Europa. Come proseguire nelle località selezionate sull’isola Calva, San Gregorio, Pago e Arbe?” È il titolo del convegno inaugurato ieri nel Grand Hotel Bonavia, che si concluderà oggi. L’evento, organizzato dal Centro per il confronto con il passato Documenta e dalle fondazioni tedesche Friedrich Ebert ed EVZ, ha riunito esponenti di associazioni civili che si occupano della memoria storica, come pure rappresentanti della Città di Fiume, dell’Università degli studi di Fiume, Zagabria e Gorizia, esponenti di diversi musei di Fiume e della Croazia, della società “Rijeka 2020”, come pure dell’Associazione Quarantasettezeroquattro di Gorizia, e via dicendo. Presenti anche Oleg Mandić, l’ultimo sopravvissuto al campo di concentramento di Auschwitz, Dinko Tamarut, presidente dell’Unione dei combattenti antifascisti e degli antifascisti della Regione litoraneo-montana, Željka Modrić Surina, direttrice del Museo di Storia naturale di Fiume, Vladi Bralić, architetto e membro dell’Associazione dei detenuti politici dell’isola Calva e altri.

Le sfide sono enormi

Come spiegato da Vesna Teršelič, direttrice di Documenta, lo scopo del convegno è definire i passi concreti necessari per mettere sotto tutela il cimitero memoriale di Kampor e dell’Isola Calva, come pure del campo di concentramento di Slana sull’isola di Pago, per il quale c’è ancora tanto da fare.
“Per quanto riguarda quest’ultima località, le sfide sono enormi, in quanto in quel punto è stato devastato due volte il monumento dedicato alle vittime di questo campo ustascia – ha spiegato Vesna Teršelič –. In questo contesto abbiamo riscontrato più comprensione nella Regione litoraneo-montana rispetto al resto della Croazia e in questo momento stiamo parlando di misure concrete di tutela e di programmi educativi destinati ai giovani. Infatti, quest’estate abbiamo organizzato un campo con una settantina di giovani provenienti da 12 Paesi europei, che hanno fatto tappa nel Centro memoriale ‘Lipa pamti’ (Lipa ricorda), sull’isola Calva e a Vukovar. Contiamo di fare lo stesso anche l’estate prossima e di visitare il campo di concentramento fascista di Kampor sull’isola di Arbe e a Pago e l’ex carcere sull’isola Calva. Dobbiamo capire in che modo collegare lo sviluppo della cultura della memoria, lo sviluppo sostenibile locale e i programmi educativi. Una delle possibilità sono i percorsi turistico-culturali come la rotta ‘Sul percorso dei Francopani’. La nostra idea è collegare le località succitate del XX secolo e la Scuola della Pace di Mrkopalj. Si tratta di località importanti sia dal punto di vista educativo che turistico. Nell’ambito di questo convegno analizzeremo quanto fatto e decideremo come procedere nella realizzazione dei progetti che ho menzionato, soprattutto nella comunicazione con il governo”.

Conservare il complesso sull’isola Calva

“Una delle maggiori sfide in questo momento è l’isola Calva, in quanto il 31 maggio 2019 scade la tutela preventiva dell’ex campo di detenzione e non è certo se sarà possibile trovare i fondi per la stesura di un elaborato di conservazione del complesso. Noi ci impegniamo molto in questo senso poiché riteniamo che sia necessario conservarlo e trasformarlo in un centro memoriale. L’unico modo in cui possiamo farlo è tramite una stretta collaborazione tra l’amministrazione locale, regionale, l’Università, le associazioni civili e così via. Un ruolo importante in questo senso lo ricoprono anche le Unioni antifasciste della Regione litoraneo-montana” ha spiegato Vesna Teršelič.

Poche scolaresche a Jasenovac

“Purtroppo, i bambini e i giovani della Croazia sono poco inclusi nei programmi educativi che elaborano la memoria storica. Ad esempio, in un anno scolastico sono meno di venti le scuole che fanno visita al Centro memoriale di Jasenovac. È paradossale che tutte le scuole della Croazia siano obbligate a visitare Vukovar, ma lo stesso non valga per Jasenovac. Uno dei temi che trattiamo in questo convegno è appunto come cambiare questa tendenza e aumentare il numero di scolaresche che visitino l’ex lager ustascia. In questo contesto ci ispira il Centro memoriale ‘Lipa pamti’, che è stato modernizzato ed è radicato nella comunità locale. A questo convegno hanno preso parte anche i nostri colleghi italiani e sloveni con i quali contiamo di realizzare diversi programmi educativi. I giovani faranno visita al campo di concentramento di Kampor e l’anno prossimo, a settembre, sarà allestita una mostra a Fiume su questo lager fascista. Abbiamo pure pensato di introdurre i temi violenti del XX secolo nel programma di educazione civica, che come sappiamo sta lentamente diffondendosi in Croazia, dopo che i primi passi sono stati fatti a Fiume”, ha puntualizzato Vesna Teršelič.

Fiume divisa molto prima di Berlino

All’inizio del convegno, a salutare i presenti a nome della Città di Fiume è stato il vicesindaco Marko Filipović, il quale ha constatato che Fiume non è stata scelta a caso per ospitare un evento legato alla memoria storica, in quanto nel XX secolo ha cambiato ben nove ordinamenti politici. Ha osservato pure che Fiume fu divisa da un muro e dal filo spinato molto prima di Berlino. “Ci chiediamo se in Europa abbiamo imparato qualcosa dalla storia ed è triste constatare che la risposta è purtroppo ‘no’, in quanto a pochi chilometri da qui, sul confine, si trova nuovamente il filo spinato”, ha rilevato il vicesindaco.
Nell’ambito del convegno è stata pure organizzata una visita all’isola Calva e all’ex lager di Kampor.

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