«Ilinden», una società intrisa nel tessuto cittadino

L’organizzazione culturale macedone è molto attiva e presente in città. Ne abbiamo parlato ad ampio raggio con la presidente Ivona Dunoski Mitev

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«Ilinden», una società intrisa nel tessuto cittadino
Le prove del coro macedone. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

La ricchezza di un Paese, una regione o una città, si misura con l’importanza che questi danno alle minoranze nazionali che vi vivono, operando e prosperando in una realtà completamente diversa dalle loro origini. Fiume, una città che nel corso della storia è stata simbolo di multiculturalità e multietnicità, ospita un numero notevole di minoranze nazionali che sono intrise nel tessuto cittadino, pur curando le proprie usanze e tradizioni.

Una di queste è la comunità macedone, che opera nell’ambito della Società culturale macedone “Ilinden” quale prima organizzazione di questo tipo, fondata nel 1911 sul territorio della Croazia da un gruppo di entusiasti capeggiati da Vlado Nasteski, per dare modo a tutti gli appartenenti di “parlare, cantare e occuparsi di cultura macedone”. Ed è proprio questo l’obiettivo della società, come pure il nome scelto, “Ilinden” (Festa dell’Indipendenza) per collegare i macedoni di Fiume e della Regione litoraneo-montana con i connazionali della Macedonia del Nord.

“I primi arrivi organizzati di cittadini macedoni a Fiume risalgono a poco dopo la Seconda guerra mondiale – ci ha raccontato Ivona Dunoski Mitev, presidente dell’“Ilinden” – per motivi di lavoro. Sicuramente in passato ci sono stati arrivi sporadici con soggiorni più o meno lunghi, ma non ci sono documentazioni scritte in relazione a queste migrazioni”.

Una società dinamica
La società è sempre stata molto dinamica, sia in passato che al giorno d’oggi, soprattutto nei campi culturale, artistico e folcloristico. “Siamo tutti molto attivi in seno alle varie sezioni che operano all’interno della società, dai bambini agli anziani, e ci supportiamo a vicenda. In seno all’Ilinden, che ha sede in via Matačić, nei pressi dei Mercati cittadini, l’atmosfera è molto vivace, e i vari gruppi sono come i tasselli di un unico mosaico. Oltre a ciò, siamo promotori delle lezioni integrative di lingua macedone secondo il modello C approvato dal Ministero della Scienza, dell’Istruzione e dello Sport, che si tengono presso la SE Centar e il Primo ginnasio croato. Abbiamo promosso, inoltre, i corsi di lingua macedone in seno alla Facoltà di Filosofia dell’Università di Fiume. Si tengono da ormai 15 anni e questo piccolo anniversario verrà celebrato a breve”.
Per il 20º anniversario della fondazione, per l’ottima collaborazione con le autorità e per il molteplice operato volto a preservare la cultura e la lingua macedone, la società “Ilinden” nel 2011 è stata insignita dello stemma della Città di Fiume. “Siamo molti orgogliosi che tutto il nostro lavoro, sia passato che attuale, venga riconosciuto. Ciò significa che dobbiamo impegnarci ancora di più”, ha aggiunto.

Collaborazioni
Ottima anche la collaborazione con le altre comunità nazionali che operano nel capoluogo quarnerino. “Siamo sempre ospiti alle varie manifestazioni, concerti e rassegne organizzate dalle altre comunità nazionali. Recentemente abbiamo avuto un bellissimo incontro con la comunità ceca nella loro Casa di cultura. È stata una serata di musica, balli, canti e abbiamo intavolato un dialogo più intenso per organizzare eventi in comune. Ci fa piacere essere parte integrante di tanti eventi. L’evento clou della nostra annuale attività è la Serata macedone svoltasi di recente a Laurana e la nostra attiva partecipazione alla Rassegna ‘Porto etno’ a cui spesso si uniscono complessi e gruppi folcloristici provenienti dalla Macedonia del Nord”.
La sezione più attiva è, indubbiamente, quella folcloristica comprendente un piccolo complesso strumentale, il coro unito e il gruppo di danza. “Al coro partecipano pure i bambini e per questo è ancora più prezioso. Il programma prevede musiche e canzoni popolari della ricca tradizione macedone. Spesso i coristi fanno parte del gruppo di danza e questo dimostra quanto sono versatili anche se dilettanti. Semplicemente la musica fa parte del nostro codice genetico”.
Oltre a questa grande sezione, ci sono pure quelle di oggettistica etno.
“Questo gruppo è guidato da Radica Ružić e Danijela Štanfel e non è la classica compagnia artistica, bensì si concentra sui motivi macedoni che poi incorporiamo in varie installazioni. C’è inoltre il gruppo dei bambini, guidati da Lorena Kalić. Il tutto si svolge in un’atmosfera allegra e rilassata dove viene messo in primo piano il dialogo nella nostra lingua madre”.

Cura delle diversità
Nell’ambito della società opera pure la sezione locale della chiesa macedone ortodossa “Santi Imperatori Costantino ed Elena”, ma che non ha una sede propria né un parroco in sede.
“Abbiamo la fortuna di vivere a Fiume, dove la tolleranza e la collaborazione tra i ‘diversi’ sono ai massimi livelli. Grazie all’Arcidiocesi, abbiamo la possibilità di seguire le funzioni religiose nella chiesetta di San Fabiano e Sebastiano in Cittavecchia, che è adeguata alla nostre esigenze e dove non manca la presenza del nostro padre Kirko Velinski, che è con noi quando ci sono le festività religiose. Quest’ultime sono sempre molto seguite dalla nostra comunità, con la parte laica che si unisce a tutto ciò che avviene nella sede dell’Ilinden. Oltre a questo, partecipiamo attivamente alla settimana ecumenica che si svolge a Fiume in gennaio. Un momento d’incontro tra le diverse religioni a dimostrazione che siamo più uniti che mai”, ha concluso Ivona Dunoski Mitev.

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