Ika. Obiettivo: turismo 365 giorni all’anno

La Facoltà di Ika ha ospitato un pannello di discussione incentrato sulla sostenibilità di un settore che influisce considerevolmente sul PIL croato, forse anche troppo...

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Ika. Obiettivo: turismo 365 giorni all’anno
Robert Pende. Foto: Roni Brmalj

“La Croazia può fare a meno del turismo?”, è stato il tema del pannello di discussione organizzato dall’Associazione croata degli economisti congiuntamente alla Facoltà di management nel turismo e nella ristorazione di Ika, una domanda retorica a cui sono state date delle risposte decisamente meno retoriche. Il preside dell’istituto universitario, Marko Perić, come padrone di casa, ha ricordato che quest’anno vi ha iniziato gli studi la 50ª generazione di studenti. “La domanda, che è il tema del nostro incontro, non può che avere una risposta, ma quella che ci poniamo è, su che tipo di turismo puntare”, ha esordito.

L’intervento introduttivo di Darko Tipurić, presidente della suddetta Associazione, ha fatto capire a sua volta qual è stato l’intento per organizzare un dibattito impostato in questo modo: “Lo scopo della Facoltà che ci ospita e il nostro, è quello di fare della Croazia un Paese migliore. Torniamo alla domanda introduttiva. Io la porrei in un altro modo. La Croazia può fare a meno di questo tipo di turismo? Abbiamo bisogno di un turismo fondato sulla stagionalità in cui la proliferazione di appartamenti turistici sta alla base dello sviluppo del settore? È giusto limitarsi a sfruttare soltanto le straordinarie risorse che ci sono state regalate? Il turismo non è rappresentato soltanto dai 14 miliardi di euro, che ha prodotto lo scorso anno. Dovrebbe essere un modo di vivere, di saper sfruttare ciò che il nostro Paese può offrire, a partire dalla filiera alimentare nel corso di tutto l’anno. C’è bisogno di un turismo che non devasti le risorse naturali che abbiamo ereditato e che dobbiamo lasciare a chi verrà dopo di noi. Serve un turismo sostenibile, e non è soltanto una constatazione demagogica, un turismo verde. Occorre partire da una buona pianificazione a livello nazionale. Possiamo avviare insieme un discorso relativo a uno sviluppo che non vada avanti a suon di record di arrivi e presenze, ma che punti alla qualità. Abbiamo bisogno di un turismo che consenta di sentirci bene, noi che ci viviamo e gli ospiti”.

Arrivi e presenze mal distribuiti nel tempo
Il presidente della Regione litoraneo-montana, Zlatko Komadina, ha interpretato così il senso della domanda posta come tema: “Il Quarnero, come l’Istria e la Dalmazia, dipende in buona parte da questo settore. Sarebbe meglio che in percentuale il turismo influisse di meno sul PIL, il che significherebbe che l’economia croata dispone anche di altre fonti, altre attività. La nostra Regione, come hanno dimostrato i dati successivi alla pandemia, ha subito meno di altri il calo del PIL in quanto dispone di altri rami economici che hanno risentito meno dell’emergenza sanitaria”.
Il sindaco di Abbazia, Fernando Kirigin ha detto: “La nostra Città si basa da sempre sul turismo e continuerà di questo passo. Dal mio punto di vista, quindi, la risposta alla domanda è semplice. Abbazia sta lavorando affinché possa essere una destinazione 365 giorni all’anno, anche perché è nata come meta turistica proprio per i mesi invernali. Ci stiamo riuscendo e tutta la Croazia dovrebbe ragionare in questo senso”.
Interessanti, infine, le considerazioni di Robert Pende, a capo della Direzione per lo sviluppo dell’imprenditoria e gli investimenti in seno al Ministero del Turismo e dello Sport.
“In rapporto al numero di abitanti – ha precisato –, la Croazia registra il più grande numero di arrivi tra i Paesi europei. Il problema è che sono male distribuiti nel tempo e sul territorio. Tutto si concentra nei mesi estivi, in buona parte sulla costa e sulle isole. Malta ha dei numeri simili, ma lì il turismo funziona tutto l’anno, sia sulla costa che nell’entroterra”.
La conclusione è che del turismo la Croazia non potrà mai fare a meno, ma che tante cose andranno cambiate per garantire ciò che chiamiamo sostenibilità, un concetto che contiene molti significati.

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