I Mercati cittadini all’insegna delle giornate di tarda estate, offrono tutta la ricchezza della stagione ma con le prime avvisaglie dell’autunno. A farla da padrona sulle bancarelle esterne troviamo l’uva. Acini dorati o scuri, buccia spessa e resistente, polpa dolce e aromatica, queste sono le caratteristiche principali dell’uva da tavola. Le tante varietà, soprattutto locali, vengono vendute a 2-3 euro al chilogrammo. Poi troviamo le prugne a 1,60 euro, le mele a 2-3 euro e le pere a 2,50 euro al chilogrammo. Ancor presenti le nettarine a 2,50 e le pesche a 3 euro. Calato il prezzo dell’anguria che si poteva trovare a 1 euro o addirittura a 99 centesimi, il melone invece tiene il prezzo di 2 euro al chilogrammo.
Tra la verdura ancor sempre in auge le pannocchie di mais offerte a 2 euro per tre pezzi, le varietà di peperoni si trovano a 1,5-2 euro, i pomodori a 2-3 euro, il cavolo cappuccio e i fagiolini gialli a 2 euro, le zucchine a 2-3 euro, le melanzane a 2,5, la bietola e il porro a 4 euro e il sedano a 5 euro il chilogrammo.
In pescheria le code davanti ai banconi non mancavano, seppur il prezzo del pesce non fosse proprio economico, con le alici a 3-4 euro, le sardelle a 4 euro, le lanzarde e i tonnetti a 5 euro, i latterini a 8, orate e spigole d’allevamento a 7-8 euro. Per la merce più pregiata bisognava sborsare qualche decina di euro in più. Così le seppie e i gamberetti venivano offerti a 18 euro, i calamari a 20, il polpo a 21, il pagro a 22, i tranci di tonno e salmone a 24, le orate e le spigole di mare aperto a 26 (esemplari di due chilogrammi), le capesante a 28 e gli scampi a 29-30. Il prezzo più alto era affisso sui tranci di pesce spada, 40 euro il chilogrammo.