Fiume e Trieste. Tre secoli di storia, commerci e tradizioni

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Fiume e Trieste. Tre secoli di storia, commerci e tradizioni

FIUME | Tanti auguri Porto di Fiume. Ebbene sì, proprio ieri lo scalo fiumano ha spento 300 candeline. Era infatti il 18 marzo del 1719 quando l’imperatore Carlo VI d’Asburgo proclamò il Porto franco, una decisione che cambiò per sempre il corso della storia della città, trasformandola in breve tempo in un centro fiorente e cosmopolita, ma anche della stessa monarchia asburgica, che iniziava così a orientarsi verso un’economia in cui i traffici marittimi avrebbero assunto un ruolo cruciale. La concessione della Patente, motivata in primis dalla sua strategica posizione geografica, unita alle successive riforme portate avanti dall’amministrazione imperiale, diede il definitivo via libera al progresso economico, urbanistico e culturale di Fiume, che all’epoca era solamente una cittadina costiera di modeste dimensioni. In occasione di quest’importante anniversario, che verrà celebrato con un ricco calendario di eventi in programma fino a venerdì 22 marzo, ieri nella Sala marmorea del Palazzo del Governo, sede del Museo di Marineria e di storia del Litorale croato, si è tenuta un’Accademia solenne alla quale hanno preso parte numerose autorità della Città e della Regione, rappresentanti del Porto, dell’Autorità portuale, della Capitaneria di porto, dei circoli imprenditoriali, accademici ed ecclesiastici, oltre a numerosi altri ospiti tra cui anche il ministro dei Trasporti, Oleg Butković, e il Console generale d’Italia a Fiume, Paolo Palminteri.

200 milioni di euro di investimenti

“Questa è un’ottima occasione per riflettere sul passato, sul presente, ma soprattutto sul futuro del porto nell’ottica dello sviluppo della città, di cui lo scalo ne è sempre stato il motore – ha sottolineato il sindaco Vojko Obersnel nel suo discorso d’apertura della cerimonia –. Oggi questo provvedimento lo possiamo associare alla strategia dell’Unione europea che ci pone sul corridoio mediterraneo e su quello baltico-adriatico, ossia 2 dei 9 principali percorsi di transito del continente europeo. Negli ultimi 15 anni ciò si è tradotto in investimenti per oltre 200 milioni di euro destinati alle infrastrutture portuali, stradali e ferroviarie, il che ci consentirà già nel breve periodo di aumentare la competitività dello scalo e quindi di movimentare una maggiore quantità di merci”.
Come già ricordato, uno degli ospiti d’eccezione dell’Accademia è stato il ministro Butković, a testimonianza del sostegno del governo croato in qualità di partner negli investimenti fatti nelle infrastrutture portuali.

Valenza strategica per il Paese

“È importante – ha sottolineato il ministro – ricordare ciò che la proclamazione del Porto franco ha significato per la città, ma è altrettanto importante guardare alle prospettive future perché quello fiumano è uno scalo di valenza strategica per tutto il Paese. Il mio dicastero, assieme a tutti gli attori coinvolti nello sviluppo del porto, sta lavorando alla realizzazione di grandi progetti, a partire dal terminal container sul molo Zagabria e dall’ampliamento di quello di Brajdica, passando per la costruzione della strada D403, fino ad arrivare alla realizzazione del nuovo binario ferroviario da Zagabria a Fiume. Dato che gli altri competitor dell’Alto Adriatico hanno poco margine d’ampliamento dei loro spazi, agli occhi di potenziali partner e investitori il porto fiumano risulta molto attraente, però bisogna avere la lungimiranza di sfruttarne l’occasione. Poche settimane fa è stato avviato il procedimento di concessione relativo al molo Zagabria e personalmente sono convinto che a breve ciò richiamerà un importante brand del settore”.

Un milione di TEU

Dati alla mano, lo scalo quarnerino è ancora lontano dai numeri registrati dai principali concorrenti, su tutti Capodistria, Trieste e Venezia. Tuttavia, il fatto che lo scorso anno il terminal di Brajdica abbia sfondato per la prima volta nella sua storia quota 200mila TEU movimentati, lascia presagire chiari di luna migliori, come ha infine rimarcato il direttore dell’Autorità portuale, Denis Vukorepa.
“Stiamo lentamente colmando il gap e una volta portati a termine tutti i progetti in cantiere saremo finalmente in grado di esprimere tutto il nostro potenziale: sono convinto che entro il 2026 riusciremo a superare un milione di TEU. L’obiettivo è quello di diventare uno scalo di media grandezza, uno scalo produttivo e soprattutto uno scalo che con il molo Zagabria sarà in grado di offrire un qualcosa in più rispetto agli altri”.

Viaggio nel tempo

Dopo la cerimonia, gli ospiti hanno visitato la mostra “Dal piccolo porto allo scalo mondiale” firmata da Nikša Mendeš e allestita in loco. Lo stesso autore ha guidato i presenti in una sorta di viaggio nel tempo lungo 300 anni, ripercorrendo virtualmente la trasformazione della città da un piccolo centro affacciato sul mare fino a diventare agli inizi del XX secolo uno scalo internazionale collegato con tutto il mondo. In serata, nella Sala consiliare, si è svolto invece il convegno “Aspetti giuridici e statali dell’atto della proclamazione di Fiume Porto franco nel 1719”, tenuto da Željko Bartulović, docente di Storia del diritto alla Facoltà di Giurisprudenza di Fiume.

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