Chiesa battista: Non soltanto fede ma molto di più

Il pastore Giorgio Grlj ci racconta la vita della comunità e tutte le molteplici attività che vengono svolte nel centro pastorale, tra musica, sport e impegno umanitario

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Chiesa battista: Non soltanto fede ma molto di più
L’atrio del tempio con la fonte battesimale. Foto: RONI BRMALJ

La Chiesa battista appartiene alla famiglia delle chiese evangeliche sorte dalla Riforma protestante, ed è nata tra l’Inghilterra e l’Olanda all’inizio del Seicento per poi estendersi in tutta l’Europa con comunità più o meno grandi. In comune con i cristiani di tutto il mondo, i battisti si attengono alla fede apostolica come è espressa nel credo apostolico. La Chiesa battista crede nel battesimo solo dopo che una persona confessa Cristo come suo Salvatore. Il battesimo simboleggia la purificazione dal peccato è perciò il rito si svolge alla in età adulta del fedele.

In Croazia i battisti iniziarono a riunirsi per la prima volta tra il 1872 e il 1873 a Zagabria, ed erano guidati dal pastore Heinrich Meyer (1842-1919). Nel 1883 iniziarono i servizi battisti a Daruvar e nel 1891 fu fondata la prima chiesa battista a Zagabria. Nel 1893 si tenne il primo censimento in cui i battisti furono identificati come comunità religiosa in Croazia. Nel 1991 è stata fondata l’Associazione delle Chiese battiste della Repubblica di Croazia, il cui primo presidente è stato il dottor Branko Lovrec. Ci sono circa 2.000 membri battezzati in Croazia e la comunità battista, che comprende anche bambini, visitatori abituali e amici, conta circa 3.000 persone.

Dalla Slavonia a Fiume
A Fiume i credenti battisti sono arrivati dai territori della Slavonia dopo la seconda guerra mondiale, formando una piccola, ma prospera comunità. Dapprima si riunivano negli appartamenti dei fedeli per poi acquistare un edificio nel rione di Tersatto. Diventato troppo piccolo, la comunità battista fiumana e regionale, con il supporto di benefattori stranieri, su un’area acquistata in precedenza nel rione di Gornji Zamet, nel 2004 inizia la costruzione del centro pastorale “Parola e vita”, per soddisfare sia i propri bisogni che quelli della più ampia comunità di credenti, come pure della società in generale. La Chiesa è la “casa di Dio”, ma è anche una casa “umana”, un luogo di incontro.

Un tempio ancora da completare
Il centro con il rispettivo tempio, come ci fa sapere il pastore della chiesa battista fiumana, Giorgio Grlj, è ancora incompleto. La parte esterna è stata terminata, ma in quella interna c’è ancora molto da fare. “Abbiamo a disposizione vari ambienti per la preghiera e il rito centrale, gli incontri della comunità e altre attività, un ufficio per il lavoro corrente e per ora siamo soddisfatti. Dobbiamo, però, completare la parte centrale del tempio, ossia l’area per le funzioni che per ora viene usata come sala multifunzionale per tantissime attività”.

Impegno umanitario
La comunità battista si riunisce la domenica mattina per la funzione religiosa, mentre il mercoledì pomeriggio è riservato per l’ora di preghiera. Sono particolarmente attivi la comunità delle donne, che organizzano pure le lezioni di educazione spirituale e il gruppo di giovani, soprattutto studenti. Una delle attività più longeve è quella umanitaria. “Il nostro impegno umanitario è iniziato con lo scoppio della guerra – racconta il pastore –, quando i nostri confratelli di tutto il mondo ci hanno dato una mano con donazioni di ogni genere. Attualmente ciascun membro della nostra comunità offre mensilmente un supporto finanziario, per cui siamo in grado di aiutare una decina di famiglie bisognose con articoli di prima necessità”.

Musica e sport
Il centro battista è anche il fulcro di un’intensa attività musicale e sportiva. Sono noti in tutta la città i concerti di jazz in cui si esibiscono diversi complessi e che vengono organizzati a scadenza mensile. “Ma non solo jazz. Pochi giorni fa la futura sala centrale di preghiera ha ospitato un riuscitissimo concerto di musica gospel dei cori Gloria Dei di Fiume (la corale della chiesa battista, nda), Sklad di Buccari e degli ospiti di Ivrea, il Quincy Blue Choir. Grazie alle donazioni degli spettatori, l’evento ha avuto anche la sua componente umanitaria”.

Le attività sportive non sono da meno. Quando non vi si svolgono concerti, il grande spazio multifunzionale si trasforma in un… campo da “streetball”, uno sport nato dalla pallacanestro, ma che viene giocato da tre giocatori contro tre su un solo canestro.

“Grazie all’allenatore e musicista Vladimir Matošević – specifica Giorgio Grlj –, abbiamo un gruppo di giovani che si allenano. Mesi fa è stato persino organizzato un torneo per le necessità del club di pallacanestro maschile in carrozzina di Kostrena, a cui hanno partecipato le squadri di giovani affetti da autismo, sindrome di Down e i giovani cestisti del club di Zamet. Un torneo inclusivo, che è protratto per tutta la giornata. Nelle ore serali si è tenuto un concerto del nostro coro. Il tutto con un fine nobile, ossia raccogliere i fondi necessari per l’acquisto di un rimorchio per il trasporto delle carrozzine dei giocatori quando giocano in trasferta”.

Dialogo ecumenico
Il dialogo ecumenico è parte integrante di questa piccola, ma attiva comunità. Nel 1997 è stato istituito il Comitato ecumenico e da allora, tra alti e bassi, non ha mai smesso di operare. “Con la benedizione dell’allora arcivescovo di Fiume, monsignor Anton Tamarut, io stesso fui uno dei promotori dell’iniziativa, perché tra fedeli che credono nello stesso Dio deve esserci un dialogo più vicino, profondo. Nel Comitato erano incluse cinque religioni, precisamente cattolica, ortodossa, evangelista, riformata e battista. La collaborazione è ottima e siamo sempre in contatto per vari eventi, attività comuni. Tanti sono i membri della mia comunità, me compreso, che fanno opera di volontariato nelle varie associazioni che aiutano i bisognosi. Ogni anno organizziamo la Settimana ecumenica a cui si associa anche la chiesa ortodossa macedone, ma anche quella islamica. Dunque, il dialogo è vivo, va mantenuto e portato avanti per il bene delle nostre fedi e dell’intera società”.

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