ANGOLI CITTADINI Park hotel. Un’oasi per il corpo e l’anima

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ANGOLI CITTADINI Park hotel. Un’oasi per il corpo e l’anima
Il complesso come si presenta oggi. Foto: Goran Žiković

Agli inizi del XX secolo, a Sušak, svariati consorzi e società per azioni cominciarono a intraprendere delle iniziative tese alla fondazione di imprese alberghiero-balneari nel rione di Pećine, la cui posizione a diretto contatto con il mare, le acque calde e fredde e la pulita aria marina producevano effetti curativi sulla salute umana. Sulla scia delle stesse, nel 1909 venne innalzato un sanatorio, il primo del genere in tutto il territorio croato, dato che a Sušak, come pure nella vicina Fiume (dove il primo fu aperto nel 1913), non c’erano ancora abbastanza risorse sociali necessarie per un adeguato equipaggiamento degli ospedali pubblici. In tale contesto, i fondatori della società “Sanatorio-Pećine” (della quale facevano parte i medici Mate Jakovčić, Niko Bonetić, Ivo Feretić, Bruno Medarić, il farmacista Petar Sušanj, l’imprenditore Hinko Bačić, l’ingegnere Tassilio Ossoinack e il grossista Ivan Turković), adattarono, su progetto dell’architetto Vlatko Vidmar, l’elegante villa Riboli (oggi albergo Park) a centro di cura e riabilitazione, il quale disponeva di tutti i dispositivi sanitari e vani necessari per una piacevole degenza degli utenti. Lo stesso, circondato da uno spazioso giardino valorizzato da una miriade di alberi alti e piante ornamentali, era altresì ottimamente collegato con il centro del capoluogo quarnerino e con piazza Adamić, dove era sita la stazione dei battelli a vapore, tramite una tranvia con trazione a cavalli. Durante la stagione estiva l’orario degli arrivi e delle partenze era adattato ai fruitori delle spiagge prebelliche di Sušak, nello specifico di Glavanovo, Calogerovo, Klotilde-Resch e Sablić. A detta di Mirjana Kos e Julija Lozzi Barković (ne “Il patrimonio balneare quarnerino”), Josip Glavan, proprietario di uno dei più antichi lidi della zona di Sušak-Fiume, non era d’accordo con il sunnominato progetto, ma dato che solo unendo le risorse si poteva influire in modo significativo sul miglioramento delle infrastrutture cittadine (dalle quali bisognava partire in quanto le spiagge non disponevano di hotel, strade adeguate, acqua potabile e illuminazione elettrica), gli alberghi e i centri di cura erano la condicio sine qua non per lo sviluppo turistico di Sušak.

Il popolare Park hotel
Le spiagge di Pećine divennero destinazioni turistiche nel periodo tra le due guerre grazie alla fondazione, nel 1925, dell’Associazione per la promozione del turismo, che organizzò varie attività balneari, promuovendo così la zona di Sušak quale meta vacanziera sia in patria che all’estero. Nello stesso anno venne proiettato a Praga il film propagandistico “Sul Litorale” (“O Primorju”), recensito da tutta la stampa ceca, le cui riprese vennero effettuate in collaborazione con compagnie cinematografiche straniere, ispirate dalla bellezza e dagli stabilimenti balneari di Pećine. In tale contesto, nel 1931 il suddetto Ente pubblicò anche numerosi opuscoli in lingua ceca, polacca e tedesca e inviò collezioni di varie fotografie relative a Sušak all’Ambasciata di Varsavia per l’allestimento di mostre promozionali in tutta la Polonia. Inoltre, i filmati di molte località balneari e raccolte minori furono mandati nei Paesi nordici, in Romania, in Germania e in Austria per essere pubblicati sui giornali e sulle riviste locali.
All’epoca, tra tutte le strutture ricettive alberghiere, quella più apprezzata era l’hotel “Park” (“Al Parco”), completamente rinnovato e ampliato di due piani e la spiaggia di Pećine. Nel 1937, infatti, il neoeletto membro del Consiglio amministrativo del complesso alberghiero “Sanatorio-Pećine”, Josip Braun, dopo aver fatto cancellare il nome della struttura, la fece ampliare e ristrutturare in un albergo, secondo il progetto di David Bunetta, altresì responsabile dei lavori. Lo stesso, dotato di 100 cabine ubicate sotto un ampio terrazzo sul quale si ergeva un edificio con un belvedere coperto, 50 stanze, un ampio salone da pranzo, il riscaldamento centralizzato e l’illuminazione elettrica, come pure di bagni speciali con acqua corrente di mare (calda e fredda), dal punto di vista stilistico rappresentava un primo esempio di costruzione balneare in stile moderno sulla costa adriatica.
La disposizione asimmetrica dei volumi, le aperture circolari del buffet e l’angolo tondeggiante del terrazzo, nonché la piana tettoia in cemento sorretta da colonne, conferivano al complesso l’aspetto del ponte di una nave. Nelle pagine delle succitate autrici si legge che, a quei tempi, strutture balneari simili furono costruite o pianificate anche in altre città della costa adriatica e del continente, quali l’area balneare “Stoja” a Pola (progettata da Enrico Trolli), lo stabilimento “Nettuno” nel capoluogo quarnerino, il “Bačvice” a Spalato e quello cittadino zagabrese lungo il fiume Sava (progettato da Anton Ulrich e Franjo Bahovec). Quella del Park creava nel suo insieme un armonioso quadro architettonico, particolarmente suggestivo visto dal mare, con un’illuminazione serale dall’effetto molto scenografico.

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