ANGOLI CITTADINI I sanatori abbaziani: oasi per corpo e anima

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ANGOLI CITTADINI I sanatori abbaziani: oasi per corpo e anima
L’albergo” Belvedere” oggi. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

L’architettura rivierasca abbaziana a cavallo tra il XIX e il XX secolo, come pure quella turistica e balneare, che anche oggidì caratterizza la fisionomia della costa liburnica, nonostante l’evidente armonizzazione di alcuni elementi stilistici in strutture originali, presenta i segni distintivi delle varianti continentali dell’Impero austro-ungarico, come ad esempio della località termale della Bassa Austria, Baden bei Wien (letteralmente “Baden vicino a Vienna”, per distinguerla dalle consorelle in Svizzera e in Germania) o Karlovy Vary (letteralmente “Terme di Carlo”), situata nella parte occidentale della Repubblica Ceca, la quale rappresenta l’incarnazione perfetta dell’eleganza termale. In tale contesto, nel volume “Il patrimonio balneare quarnerino”, le storiche dell’arte Mirjana Kos e Julija Lozzi Barković spiegano che, nonostante molti scienziati e medici dell’epoca avessero comprovato il benessere microclimatico e floristico-vegetazionale del territorio abbaziano, una svolta fondamentale in merito allo sviluppo turistico balneare-terapeutico si è avuta con l’entrata del significativo capitale straniero della Società delle ferrovie meridionali. In tale senso, Fridrich Julius Schüler, a capo della stessa, al fine di rendere redditizio il traffico ferroviario e riconoscibili molte nuove destinazioni, ritenne utile far costruire una serie di alberghi di lusso nei pressi delle ferrovie. Innanzitutto vennero acquistati Villa Angiolina e un terreno nelle adiacenze del mare che, nel 1883, venne risistemato e ampliato, conferendogli le connotazioni di un parco. A seguire, in soli 10 mesi, fu edificato il prestigioso albergo “Kvarner”, considerato il più antico della costa, il quale, con la sua impostazione, anticipò le nuove prescrizioni architettoniche che, da quel momento in poi, entrarono ufficialmente in vigore in merito alle costruzioni multipiano nelle aree verdi di Abbazia e all’orientamento delle facciate principali dei palazzi verso il mare. Un anno dopo fu inaugurato l’hotel “Kronprinzessin Stephanie” (oggi “Imperial”), al quale ha fatto seguito l’edificazione di svariate pensioni (“Quitta”, “Jeannette”), ville, strutture balneari aperte e chiuse, sanatori militari e per dipendenti pubblici, nonché una serie di strutture balneari-terapeutiche (“Quisisana”, “Dr. Szegő”, “Dr. Schalk”, “Dr. Horvat”).

Le strutture balneari-terapeutiche
L’affermazione di Abbazia quale stazione climatica ebbe inizio nel 1885, grazie all’entusiasmo dei medici Theodor Billroth, Julius Glax e altri. Quest’ultimo giunse nella città liburnica nel 1883 in qualità di consulente dei sanatori in costruzione e, nel 1887, ne divenne direttore. Il primo, “Quisisana” (oggi albergo “Opatija”), è stato innalzato nel 1888 da Ignaz Schwarz ma, per posizione e contenuti, ben maggior fama acquisì la struttura “Szegő” (oggi albergo “Belvedere”), di proprietà del pediatra ungherese Kálmán Szegő. L’Istituto, articolato in quattro palazzi, uno dei quali consisteva in un sanatorio infantile, si avvaleva di moderne apparecchiature per l’effettuazione di analisi e cure idroterapiche, valutazioni radiografiche e laboratoriali, una palestra, una biblioteca e un salone da pranzo arredato come una grotta, una piscina, un giardino interno e un parco esterno, un campo da gioco, il riscaldamento centralizzato in tutte le 80 camere, una ludoteca, una sala da biliardo, nonché spazi in cui poter effettuare bagni di luce, aria e sole. In seno alla struttura si poteva anche fare il bagno nel mare e prendere il sole sulla spiaggia di sabbia. All’inizio del XX secolo allo stesso vennero assegnati numerosi riconoscimenti, attestati e premi per l’arredamento, lo stile e le condizioni igieniche. Grazie all’impegno di Szegő e dei suoi colleghi, alla fine del XIX secolo ad Abbazia operavano dodici sanatori specializzati nel trattamento di diverse malattie, nella riabilitazione e nella prevenzione con l’utilizzo di metodi e apparecchiature all’avanguardia. In tale senso, a pari passo con quelle europee, le terapie con bagni caldi di acqua calda/fredda sia salata che dolce in spazi chiusi cominciarono a venir sempre più spesso combinate con quelli nel mare aperto, le cui vasche, appositamente costruite, erano dotate di norme igieniche specifiche. A detta delle suddette autrici, ancor prima dell’inizio della costruzione dei grandi stabilimenti pubblici, e contemporaneamente ad essi, vennero innalzate una miriade di piccole strutture balneari, per lo più private, che i proprietari delle ville e delle case estive collocavano lungo la costa, sotto le loro proprietà, e utilizzavano per le proprie esigenze personali e per quelle dei loro ospiti. Le stesse, acquistate per lo più a Bad Vőslau (Bassa Austria), consistevano in una o più semplici casette (cabine) costruite su fondamenta in muratura, le quali venivano smontate durante l’inverno a causa delle condizioni climatiche sfavorevoli.

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