ANGOLI CITTADINI Casa Modiano. Il palazzo delle carte

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ANGOLI CITTADINI Casa Modiano. Il palazzo delle carte
Casa Modiano oggi. Foto: Goran Žiković

All’inizio del secondo decennio del XX secolo il ricco proprietario terriero Giovanni Minach, affiancato da altri grandi investitori quali la Cooperativa fiumana per la costruzione di appartamenti e i Dubravčić, si mossero architettonicamente al fine di dare una connotazione di maggior rilievo al rione di Potok, cambiandone significativamente le sembianze. In tale contesto, commissionò la progettazione di un’isola residenziale nella zona, affidandone il progetto al rinomato architetto triestino Emilio Ambrosini, il quale, a detta della storica dell’arte Radmila Matejčić (nello scritto “Il ruolo degli architetti triestini nella progettazione degli edifici monumentali) fece la sua prima comparsa a Fiume nel 1884 assieme a Carlo Conighi in qualità di rappresentante dell’impresa costruttrice del Palazzo del Governo marittimo. Vi introdusse il tipico alto storicismo mitteleuropeo, sottoposto però a variazioni nell’impiego del provato arsenale della decorazione in rilievo prodotta per le esigenze dell’architettura. Si riconosce facilmente il suo stile artistico, perché sulle facciate e all’ingresso delle costruzioni da lui firmate si nota sempre qualche sua inconfondibile impronta. Pensandola costituita da sette palazzi residenziali in stile Liberty a quattro o cinque piani, egli suddivise la proprietà di Minach in tre blocchi residenziali, progettati tra il 1911 e il 1912.

Documentazioni risalenti al 1550
L’ultimo del tracciato dell’antica Via Goldoni è uno degli edifici angolari dell’area, decorato con grande eleganza, il cui ingresso principale si presentava rivolto verso l’odierna via Rikard Katalinić Jeretov, mentre quello laterale verso via Nikola Car, all’epoca denominato “Casa Modiano”, in base al cognome del committente Saul David Modiano, membro di un’antichissima famiglia ebrea, probabilmente originaria della cittadina di Modigliana (in Emilia Romagna). Le documentazioni relative alla storia della stessa risalgono intorno al 1550, quando un rabbino e sua moglie si trasferirono dall’Italia a Salonicco, dove costruirono una numerosa famiglia. Nel corso dei secoli successivi, a causa di varie difficoltà e vicissitudini, molti di loro emigrarono e si ramificarono in tutto il mondo, soprattutto negli Stati Uniti, in Messico, nel Sudamerica e in Israele.
Negli anni ‘80 del XIX secolo l’impresa Modiano avviò a Trieste una propria fabbrica di cartine di sigarette, specializzandosi nella stampa di litografie d’arte e manifesti pubblicitari, per poi diventare punto di riferimento internazionale nel mondo delle carte da gioco. In seguito, aprì uno stabilimento anche a Fiume, il cui edificio fu progettato nel 1915 dagli architetti, padre e figlio, Ambrosini, i quali chiesero la concessione edilizia all’Amministrazione cittadina nel 1911, approvata il 20 aprile del 1912. A settembre dello stesso anno vennero conclusi i lavori di muratura e installati il solaio di copertura e il tetto. Il 6 novembre Emilio ottenne il permesso di riprenderli, ma scomparve prematuramente a Vienna. Non disponendo l’Ufficio tecnico di un nuovo Organo di supervisione, informò l’Amministrazione che la facciata di Casa Modiano non poteva venire realizzata sulla base del progetto dell’urbanista, come pure si dovevano fermare i lavori inerenti alla vicina Casa Dubravčić (via Nikola Car). A dicembre Mario Ambrosini rilevò l’attività paterna e divenne il nuovo impresario dei lavori, presentando alla Città i nuovi progetti richiesti, riportanti una serie di modifiche sulle facciate dei due edifici, firmati dall’ingegnere Bruno Slocovich, che ne divenne il nuovo supervisore. L’edificazione venne portata a termine a metà gennaio del 1913 e all’Ambrosini fu confermato il permesso di abitazione alla condizione di fare suo l’impegno, considerato che la fronte del palazzo era affacciata verso la via principale, a pagare le tasse.

L’eleganza della facciata
Nella monografia “La storia industriale fiumana”, Ema Aničić spiega che Casa Modiano è un monumentale edificio in stile Liberty, dalla decorazione molto interessante per ciò che concerne la facciata. La stessa è caratterizzata dall’accentuato orientamento verticale dei massicci prominenti bovindi e da lesene scanalate e leggermente più discrete, concluse da capitelli dai motivi arborei, i quali evidenziano il verticalismo della fascia mediana, nonché da una serie di balconcini di forma ovale. I bovindi cantonali di entrambe le fronti sono posizionati accanto al bordo e vanno a smussare la parte angolare vuota del palazzo, mentre i capitelli sviluppano una tensione di convessità. L’intero edificio appare quale un volume plastico, morbidamente modellato, dalla facciata molto armoniosa, raffinata e maestosa. A detta dell’autrice, il seminterrato, nel quale era sita la tipografia che stampava le note carte da gioco, veniva utilizzato anche per altre attività commerciali. Successivamente al trasferimento dell’impresa a Budapest, si susseguirono nel tempo quelle di un calzolaio e ditte per la lavorazione e la vendita della legno.

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