Unione Italiana, articolo 9: Assemblea spaccata a metà

La proposta dei 12 consiglieri ha trovato 28 voti favorevoli, un numero insufficiente a farla passare

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Unione Italiana, articolo 9: Assemblea spaccata a metà
Foto Goran Žiković

“Viva”, è questo il termine scelto da Paolo Demarin, presidente dell’Assemblea dell’Unione Italiana, per definire l’Assemblea dopo la seduta svoltasi lunedì a Verteneglio. Alla fine di un lungo dibattito i consiglieri si sono espressi sulla proposta di abrogazione dei commi dell’articolo 9 del Regolamento di procedura dell’Assemblea dell’Unione Italiana di Fiume che prevedono l’automatismo di assegnazione del ruolo di coordinatore dell’Unione Italiana di Capodistria. Si è votato con scrutinio segreto: 28 erano i favorevoli, 27 i contrari, 4 gli astenuti con una scheda nulla a completare l’urna.

Ciò che è emerso con forza, sin dalle parole di Daniela Ipsa, di Pirano, la quale ha parlato in qualità di proponente, è la volontà di rafforzare l’Unione Italiana. L’attacco all’unitarietà non può dunque dirsi sventato, semplicemente perché non c’è mai stato.
“Non è stata accolta questa proposta – che richiedeva un altro tipo di maggioranza (nda) – però possiamo dire che abbiamo discusso di alcuni temi che venivano trattati fuori dall’Assemblea e su alcune questioni abbiamo fatto un po’ di chiarezza. Altre questioni credo che dovranno essere chiarite in un secondo momento. Alla fine l’Assemblea non ha accolto questa proposta, però io sono soddisfatto. Anche se abbiamo perso molte ore, tanti consiglieri mi hanno detto che da questo dibattito hanno capito diverse cose sull’Unione Italiana e su come funziona. Ciò significa che siamo veramente un’organizzazione fuori dal comune. Questo ci porta delle volte a dover affrontare queste tematiche e chiarire. Penso che dall’elaborazione dei nostri atti non possiamo che trarne tutti beneficio. Sono dell’avviso che questa sera, alla fine, tutti abbiano concluso che c’è la necessità di mettere mano ai nostri atti per armonizzarli, per dare loro maggiore chiarezza e per avere una struttura migliore”, ha affermato Demarin.
“Gli atti giuridici non si possono fare saltando i passaggi. Bisogna fare prima a, poi b e in fine c. Per mettere mano allo Statuto di Capodistria noi dobbiamo prima di tutto cambiare il Regolamento di procedura”, ha affermato Gaetano Benčić, di Torre.

I cambiamenti sono necessari?
Questa volontà, a dire il vero, è parsa assai forte nelle voci di alcuni consiglieri, ma altri non si sono espressi in questi termini, anzi. Andrino Maglievaz e Ardemio Zimolo, rispettivamente consiglieri eletti a Lussinpiccolo e Pola, nei loro interventi hanno detto chiaramente: “Per trent’anni ha funzionato tutto, quindi non c’è nessun motivo per cambiare”.

Potrebbe sembrare paradossale, ma chi ha parlato di cambiamento è stato poi il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul, che al termine della seduta ha lodato l’intervento del consigliere Enea Dessardo, di Fiume, definendolo ineccepibile. “Quella era una proposta che avrebbe dato magari un esito diverso, sulla quali ci si sarebbe confrontati”, ha affermato Tremul.

“Creiamo una Commissione ad hoc interna all’Assemblea, diamole delle indicazioni a grandi linee sull’assetto istituzionale dell’Unione Italiana che vogliamo vedere, includiamo dei Consiglieri residenti in Slovenia e in Croazia, di certe idee e di altre, e discutiamo più avanti, con calma e con toni più costruttivi, di proposte ragionate e a tutto tondo. In modo coerente e trasparente, aperto a tutti, anche ai nostri media e all’opinione pubblica interna delle Comunità”, aveva riferito Enea Dessardo durante il suo intervento.
Se a un giovane al primo mandato si può perdonare il fatto di non conoscere la storia della CNI e cosa abbia fatto l’Assemblea nel suo recente passato, è improponibile che il presidente dell’Unione valuti come “ineccepibile” una proposta come questa. Non perché ci sia qualcosa che non va nella proposta, anzi, in sé e per sé è ottima, ma perché è già stata realizzata!

Un po’ di storia

“Lo scorso mandato dell’Assemblea è iniziato con il presidente dell’UI che si è proclamato promotore della volontà di cambiamento, avviando un dibattito pubblico che è durato oltre un anno e che ha fatto il giro di tantissime Comunità, con tutte le istituzioni e anzi tutti i singoli connazionali che sono stati chiamati a parteciparvi. Ha avuto una copertura mediatica imponente e in alcune Comunità ha generato un sano dibattito. La totalità dei materiali è stata poi portata all’attenzione dell’Assemblea, che ne ha discusso, ha votato delle linee programmatiche e ha assegnato alla Commissione per lo Statuto e i Regolamenti dell’Assemblea il compito di redigere una proposta concreta di Statuto. L’iter è stato fatto talmente tanto… con calma, che è arrivati quasi alla fine del mandato al momento di votare lo Statuto. Prassi ben assodata nell’universo dell’Unione Italiana. A quel punto, un po’ come in questo caso, non è passato niente e sappiamo tutti perché”, ha affermato Sandro Vrancich, consigliere di Fiume.

L’articolo 9 non viene attuato

Il presidente dell’Unione ha tutto il diritto di difendere in tutte le sedi opportune quello che ritiene essere il miglior aspetto statutario e regolamentare per il corretto operato dell’Unione Italiana, mantenendo però sempre l’onestà intellettuale richiesta dal ruolo che ricopre. Onestà intellettuale confutata durante la seduta nientepopodimeno che dal presidente della Giunta Esecutiva dell’Unione Italiana, Marin Corva, che rispondendo ad una domanda di Valmer Cusma, di Pola, ha detto chiaramente di non ricoprire il ruolo di legale rappresentante dell’Unione Italiana di Capodistria. Questa affermazione, confermata dall’estratto del Registro sulle associazioni della Repubblica di Slovenia, ha causato un’interruzione dell’Assemblea, in quanto ha reso palese agli occhi di Demarin il fatto che l’articolo 9, nella sua attuale formulazione, è di fatto inattuabile ai sensi della legge slovena. Inoltre, ha messo in evidenza che i fatti riportati dal presidente dell’Unione in una comunicazione ufficiale di qualche giorno fa non corrispondono al vero.

La spaccatura

La pausa non è però servita a fugare i dubbi, con i due blocchi, spaccati, che non si sono mossi di una virgola. Altrettanto incisiva è stata la domanda posta da Alex Zigante, di Pirano, riguardo all’interpretazione dell’articolo 39 dello Statuto dell’Unione di Fiume, il quale dice che il presidente dell’Unione Italiana non può ricoprire altre cariche o funzioni. “Io ho l’impressione che si troverà sempre un argomento affinché io non possa avere nessun incarico all’interno dell’Unione”, ha affermato Maurizio Tremul.

È emerso, però, che le associazioni in effetti sono due, l’Unione Italiana di Fiume e quella che soltanto il consigliere Flavio Cossetto, di Fiume, ha chiamato con il suo vero nome, ossia Associazione degli appartenenti alla Comunità Nazionale Italiana Unione Italiana. Questo ha creato però nuovi dubbi, in quanto il rapporto fra le associazioni non è regolato. L’unico accenno lo troviamo nell’articolo 14 dello Statuto dell’Unione di Capodistria, che recita: “La Consulta dell’Unione Italiana si riunisce e delibera in seduta comune con l’Assemblea dell’Unione Italiana con sede in Fiume, di cui è parte integrante, operando in ogni caso, nel pieno rispetto dell’ordinamento giuridico e statutale della Slovenia”. Nei documenti dell’Unione di Fiume non c’è un riferimento analogo che regoli le sedute comuni, tuttavia l’Assemblea è composta da tutti i consiglieri di tutte le Comunità degli Italiani, senza distinzione fra Croazia e Slovenia.

Nuovi dibattiti in vista

Considerando questi interventi e la spaccatura che si è venuta a creare, bisogna capire come si andrà avanti. Un’idea può arrivare dalle parole di Corva. “Abbiamo parlato tante volte di questa unitarietà di trattamento. Oggi è emerso, cosa confermata da tutti, che non esiste. Bisogna partire da questo presupposto per capire come andare avanti. Mi farò promotore, prima nell’ambito della Giunta e poi in quello dell’Assemblea, di un’iniziativa per cercare di risolvere alcune questioni e alcune lacune nei nostri atti interni. È facile parlare con il senno di poi, ma io ho visto che ci sono tante incomprensioni fra le persone, ci sono tanti che sono anche intimoriti da questa documentazione, perché non sono sicure nella loro interpretazione. Poi, in pratica, prevale il lobbismo, prevale la telefonata, prevale l’insistenza di qualcuno su come affrontare queste incertezze. Io però rimango del parere che bisogna continuare a discutere. Mi ha fatto veramente tanto piacere vedere l’Assemblea discutere, che c’è un dibattito. Sicuramente ce ne saranno tanti altri, perché non siamo arrivati ancora alla metà del mandato”, ha dichiarato Marin Corva al termine della seduta.

Tutto il resto

L’Assemblea di Verteneglio non ha però trattato soltanto l’articolo 9. Durante la fase riservata alle mozioni e interpellanze Roberta Lakošeljac, di Umago, ha fatto un lungo intervento sulla problematica delle scuole, che ha riscosso un grande applauso e che ha trovato il consenso di tutti, tanto che nella seconda metà di gennaio un’assemblea tematica verrà dedicata proprio alle scuole. Ritorneremo sul suo intervento nei prossimi giorni per poterlo approfondire meglio.

Un altro intervento interessante in questa fase è stato quello del consigliere Krsto Babić, di Abbazia, il quale ha fatto notare l’emissione da parte del Ministero delle Imprese e del Made in Italy e di Poste italiane di due francobolli ordinari dedicati al centenario della fondazione della Società di Studi Fiumani e a Norma Cossetto. Il consigliere ha ricordato che i due francobolli in oggetto non sono gli unici legati alla nostra realtà a essere stati emessi in Italia. “Ad esempio nel marzo del 2021 venne presentato il francobollo ordinario della serie tematica le Eccellenze del sistema produttivo ed economico dedicato alla Girolamo Luxardo. In quell’occasione l’autorità emittente era il Ministero dello Sviluppo Economico”, ha affermato, chiedendo che l’Unione si premuri di raccogliere e archiviare il materiale filatelico che riguarda la Comunità Nazionale Italiana, esuli inclusi, e di inviare una nota di ringraziamento a chi ha emesso i francobolli.

Il resto dell’ordine del giorno ha visto l’approvazione dei bilanci consuntivi per l’anno di esercizio 2022 dell’EDIT e del CRS. Questi punti si sono discussi verso le 22, con i consiglieri che hanno apprezzato particolarmente la sensibilità dimostrata dalla direttrice dell’EDIT, Christiana Babić, di non allungare ulteriormente la seduta, permettendo loro di discutere il bilancio senza un’ulteriore presentazione. Raul Maršetić, direttore del CRS ha preferito invece entrare un po’ nell’argomento, spiegando come il 2022 sia stato “assolutamente positivo per il Centro”, in quanto sono stati fatti “notevoli progressi in molti settori, compresa la stabilità finanziaria dell’Istituto”. Entrambi i bilanci sono stati approvati a larga maggioranza e senza discussione.

Un altro tema è stato quello relativo alle modifiche al bando di gara del premio Antonio Pellizzer. Patrizia Pitacco, titolare del settore Istituzioni prescolari, scolastiche ed universitarie della Giunta Esecutiva dell’Unione Italiana, ha spiegato i cambiamenti apportati. “È stato necessario riadeguarlo un attimo, anche perché dallo scorso anno il settore comprende anche il livello universitario. Si è fatto poi un ritocco del valore dei premi e si è introdotta la possibilità oltre al premio opera omnia di consegnare due premi annuali invece di uno solo”, ha spiegato la titolare del settore. Anche in questo caso, l’ora tarda ha aiutato una veloce approvazione senza discussione.

In fine va menzionata l’iniziativa di collaborazione con la realtà veneziana, già ampiamente documentata sulle pagine del nostro quotidiano che è ora stata presentata all’Assemblea dal presidente della Giunta, che ne è il promotore. Si tratta di un progetto molto ampio, che tratta sia il tema dei cambiamenti climatici, che la possibilità di instaurare nuove rotte marine e aeree per collegare località come Venezia e Lussinpiccolo, con il tutto che dovrebbe convergere verso Gorizia e Nova Gorica Capitale europea della cultura.

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