Stipendio, inflazione e migranti: ecco le paure dei croati

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Stipendio, inflazione e migranti: ecco le paure dei croati
Piazza bano Jelačić, a Zagabria. Foto: Marko Lukunic/PIXSELL

Stipendio, inflazione e migranti. Queste le tre maggiori preoccupazioni dei croati. Lo si evince da una inchiesta realizzata da Ipsos per l’agenzia di comunicazioni Val grupa, su un campione di 600 persone tra i 18 e i 60 anni.

Come riporta il quotidiano zagabrese Jutarnji list, la maggior parte degli intervistati ritiene che lo Stato sia il principale responsabile di questi problemi.

I cittadini croati ripongono meno fiducia nelle istituzioni statali, nei media, nelle banche e nelle compagnie di telecomunicazioni, mentre credono soprattutto agli impiegati nei saloni di bellezza e agli operatori nel settore dell’ospitalità.

La metà dei croati è pessimista: pensa che la situazione nei prossimi anni continuerà a deteriorarsi.

I risultati di quest’anno hanno mostrato il “più pessimistico indice annuale di ottimismo mai registrato”. In particolare, le preoccupazioni economiche dominano i cittadini. Addirittura il 92% dei croati afferma di aver provato sulla propria pelle un significativo aumento di tutti i prezzi. Nonostante l’inflazione in Croazia si sia rallentata al 5,8% su base annua a ottobre, la Croazia rimane comunque tra i peggiori Paesi dell’Unione europea per i tassi di inflazione, e i croati lo percepiscono soprattutto nell’ammontare degli stipendi. Due terzi (il 69%) sostengono di aver “sperimentato” un calo del potere d’acquisto nel corso di quest’anno. Curiosamente, questo colpisce di più i cittadini della classe media con redditi compresi tra 1329 e 2390 euro. Infatti, il 75,3% di loro, rispetto al 66,6% dell’anno scorso, afferma di percepire un calo del potere d’acquisto. In questo senso, le donne, le persone con istruzione elementare e media e i disoccupati sono i più preoccupati.

Le donne sono più preoccupate anche per la diminuzione complessiva del tenore di vita nella società, così come per il calo del potere d’acquisto. Tuttavia, la maggioranza è d’accordo: oltre la metà pensa che sia colpa dello Stato (il 53,7%), mentre un quinto ritiene che i problemi siano dovuti a circostanze esterne, come la guerra in Ucraina (il 20,5%).

Quando i croati parlano delle loro paure, oltre a quelle tradizionali come le grandi decisioni economiche e di vita, ne sono emerse alcune nuove. Attualmente, i cittadini temono soprattutto l’aumento dei prezzi degli immobili, le calamità naturali, le malattie e l’aumento dell’afflusso di migranti.

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