Slovenia. Žiža in missione scuola

Il deputato della CNI sui temi affrontati con il ministro dell’Istruzione, Darjo Felda

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Slovenia. Žiža in missione scuola
Il parlamentare Felice Žiža. Foto Roni Brmalj

Gli alunni non se ne rendono conto, ma gli anni trascorsi tra i banchi di scuola sono i più spensierati e allegri della vita. Ma la scuola non è stata inventata per essere (soltanto) un luogo dove stare in compagnia dei propri coetanei, ideare marachelle assieme agli amici, scambiare i primi baci o giocare a pallone durante le ricreazioni. Anzi, tutt’altro. Il ruolo principale della scuola consiste nel fornire ai giovani le nozioni che permetteranno loro d’integrarsi nella società e le competenze necessarie a diventare adulti responsabili e preparati. Poter fare affidamento sul sistema formativo al passo con i tempi rappresenta dunque una priorità per ogni Paese e per le Comunità nazionali come la nostra che hanno il privilegio di poter fare affidamento sulle proprie scuole. In Slovenia è in corso il dibattito pubblico/sociale sulle modifiche e integrazioni della Legge sulle scuole elementari, che tra settembre e ottobre dovrebbe approdare in Parlamento.

Il tema è sentito nelle file dei connazionali, in quanto le scuole sono viste come uno dei pilastri della Comunità Nazionale Italiana. Il deputato eletto al seggio garantito alla CNI nella Camera di Stato del Parlamento sloveno, Felice Žiža, ha incontrato di recente il ministro dell’Educazione e dell’Istruzione, Darjo Felda, per affrontare la tematica. “Ci siamo concentrati su tre priorità assolute: la riforma scolastica, la legge sulle scuole elementari e la ‘famosa’ legge particolare per le Comunità nazionali autoctone italiana e ungherese nell’ambito dell’educazione e dell’istruzione”, ha detto Žiža, notando che su tutti i punti trattati l’intesa con il ministro è stata buona.

Programmi adeguati

La riforma scolastica è contemplata dall’Accordo programmatico di collaborazione firmato dal parlamentare della CNI e dal suo omologo della minoranza ungherese con il premier Robert Golob. L’obiettivo di Žiža consiste nell’assicurare che i programmi didattici, in particolare quelli delle materie umanistiche (italiano, storia, geografia, storia dell’arte…), siano adeguati alla nostra realtà storica, quella del territorio d’insediamento della CNI e al collegamento con la madrepatria. “L’intento – ha puntualizzato – è di rendere per i nostri alunni quanto più reale la vicinanza delle scuole CNI alla cultura italiana”. Di conseguenza desidera garantire alla CNI un rappresentante nell’ambito delle commissioni che portano avanti il progetto. “Le informazioni arrivano attraverso i rappresentanti della CNI in seno al Consiglio professionale del Ministero dell’Istruzione, ma la riforma sta prendendo corpo e dobbiamo avere un nostro rappresentante che segua dall’interno il processo”, ha detto Žiža, fiducioso sul fatto che questo traguardo sarà raggiunto a breve. “Un altro obiettivo, importantissimo, che mi preme raggiungere – ancora Žiža – è far istituire una Commissione per la lingua italiana dedicata a quelle che sono le questioni che riguardano l’insegnamento dell’italiano inteso come madrelingua e lingua ufficiale e paritetica con lo sloveno sul territorio nazionalmente misto”. “Il modello attuale, ai sensi del quale la Commissione nazionale in seno al Ministero è competente sia per l’italiano madrelingua sia per l’italiano inteso come lingua straniera insegnata nel territorio non nazionalmente misto non ci soddisfa. Siamo più che convinti che la lingua italiana che s’insegna sul nostro territorio a livello di lingua materna/ufficiale debba avere una Commissione a parte”, ha affermato Žiža.

Verifiche nazionali

Per quanto riguarda la nuova Legge sulle scuole elementari le richieste di Žiža – sempre armonizzate con la CAN Costiera, i consulenti pedagogici per le scuole CNI presso l’Istituto scolastico di Capodistria e i direttori degli istituti scolastici e prescolari italiani sul territorio – sono sostanzialmente due. La prima consiste nell’assicurare le risorse affinché si possano organizzare nelle scuole della CNI lezioni aggiuntive d’italiano per i migranti e in generale per gli alunni che non hanno un’adeguata padronanza della lingua italiana, magari in quanto non originari del territorio nazionalmente misto. La seconda richiesta riguarda le verifiche nazionali del sapere al sesto e al nono anno delle elementari. In questo momento le materie d’esame sono lo sloveno (l’italiano nelle scuole della CNI), la matematica e l’inglese. In futuro però la formula potrebbe mutare e al nono anno all’esame di lingua materna e di matematica potrebbe essere affiancato il test in una materia indicata, di volta in volta, dal Ministero. “Noi proponiamo che o al sesto o al nono anno la terza materia sia l’italiano nelle scuole slovene e lo sloveno nelle nostre. Il ministro ha detto che l’idea è più che accettabile. Tuttavia, ha suggerito un’alternativa. Dal suo punto di vista è più semplice mantenere il test d’inglese al sesto anno e far diventare l’italiano materia fissa d’esame al nono nelle scuole slovene e lo sloveno in quelle della CNI”, ha dichiarato Žiža. “In entrambi i casi – ha sottolineato – riusciremo a compiere un importante passo avanti nel consolidamento dello status dell’italiano quale lingua paritetica nel territorio nazionalmente misto”.

Padronanza della lingua

Per quanto concerne la legge particolare, invece, lo scopo del parlamentare della CNI è di riuscire a condurre in porto l’azione intrapresa nel 2021. Il suo intento consiste nell’assicurarsi che per essere assunti in pianta stabile nelle scuole (da quelle materne a quelle medie-superiori) della CNI gli insegnanti debbano dimostrare di possedere una padronanza della lingua italiana pari a quella di un madrelingua. “Per essere assunti – ha puntualizzato – bisogna soddisfare uno dei seguenti criteri. Il candidato deve aver completato almeno due gradi d’istruzione nella verticale scolastica in lingua italiana su tre (scuola elementare, media-superiore e università). In alternativa può essere assunto se sostiene e supera un esame di lingua italiana che certifichi che il suo livello di sapere è pari a quello di un madrelingua e non solamente a livello C1”. Nel 2022 la proposta di legge aveva ottenuto il sostegno della maggioranza relativa dei deputati della Camera di Stato in occasione della prima votazione. Fu poi respinta dal Consiglio nazionale per essere successivamente sostenuta, ma nuovamente con una maggioranza insufficiente alla Camera di Stato. “In un certo senso la legge particolare non è passata a causa del Covid che entrambe le volte costrinse a letto un paio di deputati propensi a votarla”, ha affermato Žiža che però ora è tornato alla carica. “Con il ministro Felda siamo riusciti a trovare l’intesa. Ora dobbiamo trovare il modo affinché tutto quadri sul fronte della burocrazia”, ha affermato Žiža, fiero di poter anche in questo caso fare affidamento sul sostegno del sistema scolastico della CNI.

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