Raffineria a Kostrena, inquinamento continuo

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Raffineria a Kostrena, inquinamento continuo
Foto screenshot video

La cosa non sorprende più di tanto, ma preoccupa. Abbiamo ricevuto delle immagini da Kostrena, a pochi chilometri a sud di Fiume, di quanto sta succedendo nello specchio di mare in prossimità della raffineria dell’Ina. È ben visibile una chiazza oleosa che si diffonde verso Ovest, in direzione di Fiume. Non è la prima e, purtroppo, nemmeno l’ultima volta che segnaliamo eventi di questo tipo.

Abbiamo inviato il materiale anche al sindaco del Comune di Kostrena, Dražen Vranić, sempre disponibile e all’Ina. Il sindaco ammette di non avere avuto segnalazioni relative a questo episodio, documentato nella mattinata di oggi, giovedì 8 febbraio, e che provvederà a informarsi.

Il terreno carsico e l’età avanzata degli stabilimenti, oggi in buona parte ristrutturati e ammodernati, hanno provocato la contaminazione del sottosuolo da dove i residui di idrocarburi, inevitabilmente, raggiungono il mare. Ciò avviene di continuo, anche se non è semplice documentarlo. Ce lo assicurano gli abitanti della zona e i numerosi appassionati di pesca che avvertono l’odore sgradevole proveniente dal mare.
Nel novembre del 2022 dagli stabilimenti della vicina centrale termoelettrica dell’Hep si riversò in mare una quantità non del tutto accertata di mazut, uscito fagli impianti che venivano predisposti al ripristino della produzione in seguito alla crisi energetica e all’esigenza di disporre di risorse alternative. Altrimenti, la centrale rimane spenta. Per quell’incidente l’Hep dovette pagare diversi milioni di euro per coprire le spese necessarie per la bonifica delle spiagge imbrattate, della pulizia della costa. La chiazza, trasportata dallo scirocco, arrivò fino alla costa istriana interessando anche la costa liburnica.
In quel caso si trattò di un incidente, provocato dall’Hep, ma in quanto all’Ina possiamo parlare di un problema cronico che si manifesta con più o meno intensità a seconda degli eventi meteo e delle maree. Le immagini che ci sono state inviate da un nostro lettore mostrano inequivocabilmente che il problema è presente e che non vi è alcuna protezione, quella assicurata con le “panne”, barriere di gomma abitualmente utilizzate nelle aree a rischio che possono essere anche i terminal in cui avvengono le operazioni di scarico di idrocarburi.

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