Sabor. Radin critico sulle traduzioni superflue a scuola

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Sabor. Radin critico sulle traduzioni superflue a scuola
Furio Radin

“La famiglia e la scuola sono, di fatto, due istituzioni responsabili e importanti, nell’ottica dei valori, per la formazione dell’identità del bambino”, ha rilevato il vicepresidente del Sabor e deputato della Comunità Nazionale Italiana al Parlamento croato, Furio Radin. “Il mio intervento – ha proseguito – è dovuto al fatto che d’istruzione nelle lingue minoritarie si parla in modo insufficiente. Un tema che noi stessi, intendo le minoranze nazionali, affrontiamo poco. D’istruzione si discute troppo poco in generale”.

“Come saprete la CNI può fare affidamento su un sistema didattico e formativo consolidato, che va dagli asili fino, per certi versi, all’istruzione superiore”, ha notato Radin nel corso della discussione libera all’ordine del giorno ieri al Sabor. “Tante volte – ha rilevato Radin –, considerato che siamo tolleranti e aperti agli altri le nostre scuole non sono frequentate soltanto dai figli degli appartenenti alla CNI. Non sottoponiamo chi desidera iscriversi nelle nostre scuole a ‘esami del sangue’ per accertarne l’etnia d’appartenenza. Un procedimento che d’altronde dubito sia fattibile e in Istria sappiamo di cosa sto parlando”. “In Istria – ancora Radin – ci sono tante persone che militano nelle file del partito di maggioranza e che iscrivono i loro bambini nelle nostre scuole perché consapevoli che in questo modo assimileranno una cultura in più e un’ulteriore lingua. E sappiamo che più lingue un bambino conosce è meglio per lui, per la sua famiglia e per la società”.

“Per settant’anni – ha proseguito – la documentazione pedagogica nelle scuola della CNI è stata redatta in lingua italiana. Se il Ministero voleva delle informazioni aggiuntive si provvedeva a tradurre questa parte dell’incartamento, come è normale che sia. Ai sensi delle ultime disposizioni in materia tutta la documentazione deve essere bilingue”. “I docenti impiegati nelle scuole delle minoranze nazionali si ritrovano oggi, ma in realtà da lungo tempo, in una situazione per nulla invidiabile. Nell’adempimento dei loro obblighi impiegano un tempo di gran lunga più lungo rispetto ai loro colleghi (nelle scuole della ‘maggioranza’, nda), che a loro volta fanno un lavoro di grande responsabilità, in quanto sono tenuti a tradurre varie documentazioni e i libri; manuali che non ci sono e una volta c’erano”, ha puntualizzato. “Non vorrei che tutta questa vicenda finisca nel modo più stupido possibile, con gli insegnanti che si mettono a tradurre la documentazione in oggetto ricorrendo al traduttore di Google, con i risultati linguistici che ci sono noti”, ha notato Radin, osservando che se la legge deve essere applicata alla lettera non si può trascurare il fatto che anche gli ispettori scolastici sono, per legge, tenuti ad avere una buona padronanza della lingua italiana. “Se bisogna essere legalisti allora chiederemo che sia rispettata anche questo aspetto dell’ordinamento”, ha concluso Radin.

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