L’intelligenza artificiale dovrà essere regolata anche in Croazia

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L’intelligenza artificiale dovrà essere regolata anche in Croazia

I robotaxi di Rimac, l’applicazione Photomath per l’apprendimento della matematica, i sistemi di trasporto intelligente nelle città, ma anche il muro di Facebook, il motore di ricerca di Google, i nuovi modelli di Mercedes e BMW, gli smartphone e persino le lampade intelligenti di Ikea saranno tutti sotto la lente del nuovo regolatore che tutte i Paesi membri dell’Unione europea dovranno istituire nei prossimi anni.

La battaglia per questa posizione è già iniziata. La Spagna è il primo membro dell’Ue a istituire la propria Agenzia per la regolamentazione dell’IA, l’AEISA. Nonostante la legge sull’IA (AI Act) non sia ancora stata approvata, con gli ottimisti che si aspettano che sia approvata entro la fine dell’anno e i pessimisti entro l’estate dell’anno successivo, il presidente dell’Unione vuole che sia l’AEISA a guidare il Vecchio continente nell’applicazione dell’IA e nello sviluppo di nuovi prodotti e servizi basati sull’IA.

La logica nella penisola iberica è la seguente: regole più chiare significano più affari. Per questo motivo, la Spagna ha proposto anche un “sandbox” regolamentare per l’IA, un quadro che consentirebbe lo sviluppo di tecnologie intelligenti sotto la supervisione dello Stato, che verifica la protezione degli utenti e degli altri nell’ecosistema.

Ciò che è emerso dalla dichiarazione della Spagna è che la stessa agenzia dovrà essere istituita anche in Croazia e in tutti gli altri Stati dell’Ue una volta che sarà approvata la legge sull’IA. Attualmente, la legge è ben avviata verso l’approvazione definitiva tra il Parlamento europeo e il Consiglio europeo.

Una volta approvata, a differenza delle direttive, sarà vincolante per tutti gli Stati membri. L’istituzione di agenzie nazionali per l’IA sarà uno di questi obblighi. In Croazia, nel settore, si sta discutendo dell’interesse dell’Agenzia per la protezione dei dati personali (AZOP), nota per la regolamentazione del GDPR, e dell’autorità di regolamentazione delle telecomunicazioni (HAKOM), come riporta il quotidiano Jutarnji list.

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