Comunicazione visiva, il corso promosso dall’UI: la forza delle immagini

Comunicazione visiva: ad Abbazia il corso organizzato dall’Unione Italiana, aperto non soltanto agli imprenditori della CNI, ma a tutti i connazionali. Il seminario tratta temi di grande attualità e sicuro interesse anche per le Comunità e le scuole della minoranza

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Comunicazione visiva, il corso promosso dall’UI: la forza delle immagini
Gabriele Mirabile si rivolge ai presenti. Foto: Ivor Hreljanović

“Il mondo è cambiato e con esso è cambiato anche il modo di comunicare”: è da questo concetto che Gabriele Mirabile è partito per parlare delle tecniche di comunicazione visiva nell’ambito del corso organizzato dall’Unione Italiana. “Affronteremo le basi del marketing, dei social media, le basi della comunicazione, come si parte quando si vuole comunicare e si ha un progetto”, ha affermato Mirabile all’inizio della prima delle tre giornate del corso per riassumere quello che si andrà a fare. Si tratta di un tema così vasto e così universalmente importante che il settore Imprenditoria e Comunicazione della Giunta esecutiva dell’UI ha deciso di estendere l’invito al seminario anche alle Comunità degli Italiani, alle scuole della CNI, ai vincitori di Istria Nobilissima e ad altre istituzioni. Ana Čuić Tanković, titolare del settore, si è soffermata proprio su questo punto durante i saluti di rito, ribadendo come la comunicazione sia una competenza che fa comodo in ambiti di ogni tipo, fra i quali rientrano perfettamente anche la Comunità, che hanno bisogno di presentare le attività in programma ai loro soci e più in generale di promuovere la cultura italiana sul territorio.

Ana Čuić Tanković. Foto: Ivor Hreljanović

Marin Corva, presidente della Giunta esecutiva dell’UI, ha speso anche lui alcune parole per sottolineare come questo progetto sia adatto ad un pubblico molto vasto e possa portare dei benefici ugualmente utili sia ai giovani che ai meno giovani. “Il corso è stato strutturato per poter essere seguito sia da chi è alle prime armi in materia di comunicazione digitale sia da chi è nato su Internet”, ha affermato Corva, che ha ricordato come questo sia soltanto uno dei vari corsi che la Giunta esecutiva ha avviato negli ultimi anni per aiutare gli imprenditori e i giovani più in generale nel mercato del lavoro nell’ambito delle tecnologie 4.0.

Marin Corva. Foto: Ivor Hreljanović

Tornando alla comunicazione, Mirabile ha spiegato come, sia dalla sua esperienza personale sia da una serie di ricerche di settore, risulti che i giovani guardino sempre meno la televisione e tendano ad usare sempre meno anche Facebook. A suo dire c’è una divisione molto marcata in base alle fasce d’età, con i più giovani che tendono a usare soltanto TikTok. “Si tratta di piattaforme diverse, che funzionano in modo diverso e dove si deve dunque comunicare in modo diverso”, ha affermato Mirabile, che ha fatto poi tutta una serie di esempi sulla necessità di una comunicazione immediata, che catturi subito l’attenzione e che sia capace di trattenere l’attenzione degli utenti. “Questo è importante sia perché se i primi secondi non sono interessanti nessuno più ascolta avanti, sia perché se più persone guardano il video per più tempo, gli algoritmi offriranno questo video a un numero maggiore di utenti”, ha affermato il relatore.
Mirabile ha poi spiegato anche come funzionino gli algoritmi delle principali piattaforme social, con la differenza principale che riguarda i tempi di potenziale viralità dei post, che su Facebook e Instagram sono di 24 ore, mentre su TikTok raggiungono gli 80 giorni. “Questo significa che quando noi su Facebook pubblichiamo molti post lo stesso giorno questi entrano in competizione fra loro e vengono automaticamente visti da meno persone”, ha affermato l’esperto.
Si è poi discusso anche degli orari ideali di pubblicazione, con Mirabile che ha spiegato come non esista un orario universalmente ideale, in quanto esso dipende sempre dal Buyer Persona, ossia da quegli utenti che sono il target del contenuto del post, cioè il pubblico al quale il post si rivolge, banalmente, nel caso di un’azienda, dei clienti. “Se vi rivolgete ad un pubblico di bambini è inutile postare prima della fine degli orari della scuola, perché questi non vedranno i vostri contenuti in quegli orari e quando loro apriranno i cellulari le piattaforme faranno vedere loro prima gli ultimi video che sono stati pubblicati.

Un pubblico attento ha seguito il corso. Foto: Ivor Hreljanović
Foto: Ivor Hreljanović
Foto: Ivor Hreljanović
Foto: Ivor Hreljanović
Foto: Ivor Hreljanović

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