Impatto di eurozona e Schengen sul turismo. La stabilità fattore decisivo

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Impatto di eurozona e Schengen sul turismo. La stabilità fattore decisivo
Ad Abbazia il governo quasi al completo ha fatto il punto sullo stato di salute del turismo. Foto: Goran Žiković

Lo sviluppo del turismo croato, che vale circa il 20 p.c. del PIL nazionale, deve essere sostenibile, in modo da continuare a generare benessere e a fare da locomotiva dell’economia. I centri storici non possono trasformarsi in nugoli di “zimmer frei”. Il turismo non deve causare scompensi, ad esempio nell’approvvigionamento idrico, né fomentare la cementificazione ossia il degrado ambientale e paesaggistico. Per questa ragione in futuro si potrebbe ricorrere, nelle località che lo riterranno opportuno e necessario, a una sorta di tassa ecologica. Un’imposta da far pagare ai turisti “mordi e fuggi” e i cui proventi dovrebbero essere impiegati dalle unità d’autogoverno per migliorare i servizi comunali o per finanziare investimenti “verdi”. Allo stesso modo potrebbe essere arginato l’aumento di determinate tipologie di strutture ricettive, quelle che generano uno scarso valore aggiunto, e viceversa sollecitata l’apertura di altre. In parole povere la propensione è quella di disincentivare il turismo di massa, stimolando invece un’offerta di qualità dal forte valore aggiunto. È questo il messaggio di fondo lanciato dagli “Stati generali” del turismo croato, il cui obiettivo cardine consiste nel creare le condizioni affinché l’industria dell’ospitalità smetta d’avere una nota prettamente stagionale (attualmente oltre quattro quinti del giro d’affari è generato tra giugno e settembre) e di offrire come attrattive principali il mare e il sole.
L’ormai tradizionale incontro tra il primo ministro e i rappresentanti del settore turistico si è svolto quest’anno all’Hotel Royal di Abbazia. Nella Royal Hall sono intervenuti, oltre al premier Andrej Plenković, anche i vicepremier Oleg Butković (Mare, Traffico e Infrastrutture), Davor Božinović (Affari interni) e Branko Bačić (Edilizia, Assetto territoriale e Patrimonio statale), i ministri Nikolina Brnjac (Turismo e Sport), Marija Vučković (Agricoltura), Nina Obuljen Koržinek (Cultura e Media), Davor Filipović (Economia e Sviluppo sostenibile), Vili Beroš (Sanità), Marko Primorac (Finanze) e Marin Piletić (Lavoro, Sistema previdenziale, Famiglia e Politiche sociali).
Sull’altro lato del tavolo erano seduti i rappresentanti delle autonomie locali e regionali, gli esponenti degli Enti turistici e delle associazioni rappresentative degli operatori del settore (albergatori, ristoratori, agenti di viaggio …), come pure del mondo accademico. All’ordine del giorno c’era in primo luogo l’analisi della nuova bozza di legge sul turismo e delle proposte di regolamento sull’impiego e l’indennizzo per l’utilizzo dei lotti edificabili di proprietà dello Stato e delle unità d’autogoverno locale per i campeggi, gli alberghi e i villaggi turistici, ma sono stati affrontati anche altri temi, ad esempio la necessità di diversificare l’offerta turistica sfruttando i vantaggi comparativi delle singole località. In altre parole si punta a prolungare la durata della stagione stimolando investimenti nel turismo culturale, sanitario, congressuale….
Nell’introdurre gli argomenti all’ordine del giorno, Plenković ha rilevato che con l’adozione dell’euro e con l’adesione allo Spazio Schengen, due traguardi strategici che la Croazia si era posta l’obiettivo di raggiungere, il turismo e i settori connessi “hanno aperto una nuova pagina di storia”. “Ora è importante fare il punto sul nuovo contesto, capire quanto siamo stati in grado di adeguarci alla nuova realtà e come si sono atteggiati in queste circostanze i singoli attori (della scena economica)”, ha osservato Plenković.

L’intervento del premier Andrej Plenković. Foto: Goran Žiković

Prima dell’inizio degli “Stati generali” del turismo, Andrej Plenković e Nikolina Brnjac sono intervenuti alla conferenza “Il turismo croato in Schengen e nell’eurozona”, organizzata dal quotidiano Novi list nel centro congressi dell’Albergo 4 Opatijska Cvijeta. Durante l’appuntamento è stato rilevato che l’81 p.c. dei turisti che scelgono di trascorrere le proprie vacanze in Croazia proviene dai Paesi dell’Area Schengen e il 59 p.c. di loro dai Paesi di Eurolandia. E stando al ministro Nikolina Brnjac nei primi sei mesi di quest’anno il giro d’affari generato dai medesimi è lievitato del 4 p.c. rispetto all’anno scorso.
Il premier Andrej Plenković a sua volta ha osservato che l’adesione all’eurozona e a Schengen sono risultati formidabili che riposizionano la Croazia nel contesto internazionale. Ha anche sottolineato che, se il Paese è riuscito a centrare questi obiettivi prima di altri Stati dell’Unione europea che avevano intrapreso il medesimo cammino con grande anticipo, lo si deve soprattutto alla stabilità politica. Una chiara frecciata, quest’ultima, all’opposizione e ai tentativi della medesima di provocare la caduta del governo.

Numerosi i partecipanti alla Conferenza. Foto: Goran Žiković

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