Il turbo folk le suona a Pola e al sindaco Zoričić

Concerto vietato al Palazzetto dello sport. Agli organizzatori il primo round in Tribunale

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Il turbo folk le suona a Pola e al sindaco Zoričić
Il Palasport Mate Parlov. Foto: Srecko Niketic/PIXSELL

Se si trattasse di una partita di calcio, la Città di Pola sarebbe sotto di un gol. A mettere la palla in rete la Cimar Production di Zagabria con l’assist del Tribunale commerciale di Pisino. L’agenzia della capitale aveva inteso organizzare l’anno scorso in marzo un concerto, che si sarebbe dovuto svolgere nel Palasport “Mate Parlov” e che non ha emesso nota perché vietato dal sindaco di Pola, Filip Zoričić. L’evento intitolato “Duško Kuliš i prijatelji”, sulla scia dei tanti “… & friends” tanto di moda negli ultimi tempi, aveva fatto storcere il naso del primo cittadino che non gradiva (e non gradisce nemmeno ora, probabilmente; i gusti non si cambiano così repentinamente) il genere di musica offerto dagli esecutori e che rientra nella categoria del turbo folk. Si sarebbero dovuti esibire, oltre a Duško Kuliš, pure Dragan Kojić, Ana Bekuta e Zorana Mićanović, voci che spaziano dal soft al turbo folk.

Manifesti già pronti

Come si ricorderà, il “qui non si canta” era giunto quando ormai l’organizzatore e la municipalizzata Pula usluge i upravljanje (nata dall’impasto di altre controllate cittadine, ma questa è un’altra storia) avevano definito quello che c’era da definire e i manifesti erano già bell’e pronti. Infatti, come recita la motivazione della sentenza, emessa dal giudice Damir Rabar, “la firma del contratto è stata preceduta da trattative tra le parti, condotte attraverso posta elettronica e nel corso delle quali la municipalizzata (che gestisce il Palasport, n.d.a.) aveva chiesto dettagli sulla manifestazione. L’agenzia zagabrese aveva risposto trattarsi del concerto di D.K., senza fornire dati sui ‘friends’, che al momento ignorava. Credendo che si sarebbe trattato di un concerto di musica folk, genere di D.K., la municipalizzata aveva accettato di firmare il contratto per l’uso del Palasport, definendo le condizioni. Si era giunti alla firma del contratto, ma non ancora alla lista degli altri esecutori. La municipalizzata era venuta a conoscenza degli amici di microfono dalla stampa e aveva quindi realizzato che più che un concerto di musica folk, si sarebbe trattato di turbo folk. Una nuance più esasperata del genere, quindi, che avrebbe dato all’evento un’altra dimensione e un altro peso. Peraltro, il convenuto (la municipalizzata) aveva tutto il sacrosanto diritto di conoscere la natura del concerto, così come il diritto di decidere se, a chi e come cedere l’uso degli spazi. Senza dovere giustificare la decisione”.

La corrispondenza tra le parti

Dalla corrispondenza tra le parti si è potuto evincere che le stesse non hanno discusso sugli amici (o ospiti) del concerto e quindi il 20 ottobre 2022 (abbastanza in anticipo sulla data dell’evento, come si può vedere) il convenuto aveva definito gli elementi del contratto (costo, termini di pagamento, bar, protezione del parquet), senza però dare peso agli altri esecutori. Ne consegue che gli “amici” o “ospiti” non sono mai stati oggetto di discussione o controversia.

Considerando il tutto, la corte ha ritenuto che il dato relativo i nominativi degli altri partecipanti al concerto in parola, a prescindere dal genere di musica e nonostante, stando al convenuto, diano una nova dimensione all’evento, non ha né può avere rilevanza tale da trarre in inganno la controparte così come definito all’art. 280 della Legge sui rapporti obbligatori. A maggior ragione considerando che l’evento aveva da svolgersi al chiuso e che quindi vi avrebbe partecipato solamente chi avrebbe voluto esserci, ovvero il pubblico pagante.

Il convenuto, si legge nella sentenza, non ha obbligo alcuno di giustificare la decisione di negare l’uso degli spazi per concerti folk, ma di questo avrebbe dovuto tenere debito conto prima della stipulazione del contratto. Nel documento si specifica che si sarebbero esibiti Duško Kuliš e i suoi ospiti e quindi, firmando il contratto, il convenuto ha acconsentito all’esibizione di interpreti non definiti nel contratto. Quindi, tradotto, chi è causa del suo mal, pianga sé stesso. Purtroppo, non sarà mal di testa o di orgoglio; sarà anche, come si dice da questa parti, “mal de scarsela”, o di tasca, o di portafogli, o di pecunia: fate un po’ voi. Va bene che si tratta di sentenza di primo grado e che quindi definitiva (ancora) non è, ma intanto il querelante potrebbe vedersi fiducioso in materia di risarcimento.

Il risarcimento danni

L’avvocato che tutela gli interessi della Cimar Production, Srđan Simić, avrebbe già annunciato l’avvio del procedimento per il risarcimento dei danni. Andrà considerato il lato materiale (quello delle spese sostenute per l’organizzazione, stampa di biglietti e manifesti, pubblicità, le spese per la restituzione dei soldi per i biglietti acquistati, gli indennizzi per gli esecutori), quello immateriale (lesione della reputazione dell’organizzatore dell’evento) e il mancato guadagno (il ricavo dalla vendita dei biglietti e delle bevande, tolto il costo organizzativo).

“Considerato il costo del biglietto di 20 euro per il parterre, di 25 in tribuna, 150 per i posti VIP per una presenza stimata a 2-2.500 persone e la vendita di bibite, si sarebbero potuti incamerare 60mila euro lordi, ovvero 30mila al netto”, ha detto l’avvocato.

La municipalizzata farà ricorso

Per l’audiatur et altera pars, vediamo che cosa dice il sindaco Zoričić. “Questa è una sentenza di primo grado e noi (Città e Pula usluge i upravljanje, n.d.a.) non desistiamo da due punti: il versamento dell’acconto e il fatto che era stato annunciato un unico esecutore, mentre invece sui manifesti ne figuravano quattro. La municipalizzata farà ricorso al Tribunale commerciale di ordine superiore. Io rispetto le sentenze del Tribunale, quali che siano, ma questa non è cosa fatta”, ha detto il sindaco, che ha specificato: “Si è parlato molto di divieto. Non si tratta di folk o turbofolk, ma di questioni puramente legali tra l’esecutore e la municipalizzata. Nessuno ha vietato niente: stiamo parlando di contenuti che si svolgono in spazi di proprietà della Città. Abbiamo avuto un’estate fantastica, a Pola si sono esibiti nomi di fama mondiale. Non stiamo parlando di gusti o posizioni personali, né di club privati”.

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Il sindaco di Pola, Filip Zoričić. Foto: Srecko Niketic/PIXSELL

La Dieta: «Chiediamo che Zoričić paghi di persona i danni che provoca»

“Le azioni estrose del sindaco di Pola, Filip Zoričić, hanno un costo che i cittadini quest’anno si troveranno a dover saldare attraverso un’imposta sul reddito maggiorata e l’aumento dell’indennizzo comunale. Ma non finisce qui, perché il sindaco continua con il suo comportamento populistico, senza badare alla conseguenze”. Questo il messaggio che giunge da casa DDI dopo che la Città ha perso la causa intentata dall’organizzatore del concerto vietato, Duško Kuliš.

“Tolleranza, multiculturalità e apertura sono e resteranno sinonimo per l’Istria e sono valori, questi, che la Dieta ha fatto suoi fin dal primo giorno e che sono parte integrante di tutti i nostri programmi e delle nostre politiche. In definitiva, questi valori sono sempre vincenti e hanno la meglio sui divieti, sulle limitazioni e sulle offese. La conferma giunge anche da questa sentenza”, ha detto il presidente dell’organizzazione polese della DDI, Valter Boljunčić, che nel caso ha anche alzato il tiro. Infatti, dice “Chiediamo che Zoričić paghi di persona i danni che continuamente provoca con le sue incertezze, i cambi di opinione e la sua incapacità, perché i Polesani e le Polesane non hanno alcun obbligo di sanare di tasca propria gli errori del sindaco”.

“L’incapacità, la cattiva gestione delle risorse umane e finanziarie, la scarsa conoscenza del procedimento amministrativo, di giorno in giorno portano Pola in una situazione sempre più difficile e mettono i cittadini di fronte a esborsi maggiorati. Il Bilancio del 2024 vede il dare e l’avere in vistoso disequilibrio, i soldi per i progetti non ci sono, anche se il sindaco ha annunciato per l’anno in corso una rinascita edilizia”, sostiene Boljunčić.

Che fare? Il mese prossimo ci sarà modo di mandare un messaggio forte e chiaro al sindaco, quando si andrà al voto per i Consigli di quartiere. L’invito dietino è di dare il proprio voto a chi sa e ha esperienza nella gestione e nello sviluppo di Pola. (car)

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