Dubrovnik Forum. Tajani: «Fermiamo i contrabbandieri di esseri umani»

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Dubrovnik Forum. Tajani: «Fermiamo i contrabbandieri di esseri umani»
Andrej Plenković e Antonio Tajani durante il panel "Navigare nel rimpasto globale" - Fotografia di Grgo Jelavic/PIXSELL

Il vicepremier e ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale della Repubblica Italiana, Antonio Tajani è stato uno dei protagonisti della Conferenza internazionale Dubrovnik Forum in corso a Ragusa (Dubrovnik). “Ho esposto le priorità del governo in politica estera in un contesto di profondi mutamenti globali. L’Italia è protagonista per una pace giusta in Ucraina, nei Balcani, nel Mediterraneo allargato, aree prioritarie nella strategia di una diplomazia italiana della crescita”, ha scritto oggi (8 luglio 2023) sul suo profilo Twitter Tajani. Nel corso del suo intervento al panel “Navigating the Global Reshuffle” (Navigare nel rimpasto globale) – l’appuntamento inaugurale della Conferenza internazionale – il capo della diplomazia italiana ha sollecitato la comunità internazionale a unire le forze per contrastare i trafficanti di esseri umani e per bloccare i flussi di migranti clandestini che percorrono sia la “Rotta balcanica” che quella “Mediterranea”. “In Friuli Venezia Giulia si registrano quotidianamente problemi legati al fenomeno della migrazione illegale”, ha dichiarato Tajani. “Dobbiamo agire in modo corale. Dobbiamo fermare i contrabbandieri. Una battaglia che né l’Italia né la Croazia possono combattere da sole”, ha puntualizzato Tajani. Parlando delle priorità della politica estera dello Stivale, Tajani ha detto che Roma guarda con grande attenzione ai Balcani occidentali. Ha affermato, inoltre, che è necessario sostenere l’adesione a pieno titolo nell’Unione europea dei Paesi dell’area, come pure quella dell’Ucraina.
A proposito di Ucraina, durante l’incontro, il premier Andrej Plenković ha annunciato che la Croazia metterà a disposizione di Kiev la sua esperienza e le sue competenze in materia di bonifica dei campi minati e di persecuzione dei crimini di guerra. Il premier ha notato che la Croazia pianifica di completare la bonifica dei campi minati risalenti alla Guerra patriottica entro il 2026. “Stiamo parlando di un lasso di tempo di 35 anni per un’area estremamente più piccola rispetto a quella ucraina”, ha avvertito Plenković, esprimendo l’auspicio che la triste esperienza maturata suo malgrado dalla Croazia in seguito all’aggressione subita negli anni ’90 del secolo scorso possa almeno essere d’aiuto all’Ucraina.
Oltre a Plenković e a Tajani al dibattito – introdotto dal ministro degli Affari esteri ed europei di Zagabia, Gordan Grlić Radman – hanno parlato pure il presidente del Sabor, Gordan Jandroković, Josep Borrell, alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza nonché vicepresidente della Commissione Ue e la segretaria generale del Consiglio d’Europa, Marija Pejčinović Burić (già ministro degli affari esteri della Repubblica di Croazia, nda). A rivolgersi ai presenti, sono stati pure il segretario generale dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), Mathias Cormann e il ministro degli affari esteri ucraino, Dmytro Kuleba che lo hanno fatto da remoto, in videoconferenza. Partecipano al Dubrovnik Forum anche le delegazioni della Bosnia ed Erzegovina, del Kosovo, della Macedonia del Nord, del Montenegro e della Bulgaria. A Ragusa (Dubrovnik) si trovano pure il vice assistente del segretario di Stato Usa per gli Affari europei ed eurasiatici, Gabriel Escobar, Miroslav Lajčak, rappresentante speciale dell’Ue per il dialogo tra Belgrado e Priština, l’alto rappresentante per la Bosnia ed Erzegovina, Christian Schmidt…

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