Emilio Fatovic: «Coinvolgere i giovani in un contesto europeo»

A colloquio con il presidente dell’Università Popolare di Trieste, sull’importante anniversario dell’Ente morale, sull’attività formativa, sulle iniziative per la tutela e la salvaguardia della lingua e della cultura italiane nei territori di insediamento storico

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Emilio Fatovic: «Coinvolgere i giovani in un contesto europeo»

“La nomina a presidente dell’Università Popolare di Trieste, un prestigioso Ente morale che celebra (più di) 120 anni di storia, rappresenta per me un ritorno alle origini, la chiusura del sogno di tutta una vita. Un grande onore e una grande opportunità e al tempo stesso l’approdo alle mie radici, per difenderle nel fondamentale rispetto delle diversità e delle minoranze, ponendo le mie competenze professionali, l’esperienza fatta con l’Unione europea e il mio senso civico al servizio della collettività”. Così, in una dichiarazione al nostro quotidiano, Emilio Fatovic nel luglio 2020, fresco di nomina a presidente dell’Ente morale triestino con il quale aveva avviato positive relazioni già ai tempi in cui operava nel Gruppo di contatto per il riconoscimento del Montenegro in Europa. È il primo presidente dell’UPT di nomina ministeriale ed è il primo a dover definire l’agenda tenendo conto dei ritmi dettati dall’emergenza sanitaria provocata dal Covid-19 e delle misure varate per limitare i rischi di contagio. Un’agenda che comunque vede iscritti in questi mesi impegnativi e difficili di “nuova normalità” appuntamenti significativi sia nell’ottica delle celebrazioni del 120º anniversario dell’Università Popolare di Trieste, sia delle attività formative, sia per quanto riguarda il tradizionale ruolo a favore della Comunità nazionale italiana autoctona.
Dovendo tracciare un bilancio dell’attività svolta nella seconda metà del 2020 e nel 2021 quali risultati pone in evidenza?
Questo periodo di proficuo impegno, nell’ambito delle problematiche correlate alla pandemia da Covid-19 sempre presenti, ha visto prendere forma i progetti richiamati nel programma di mandato di questo Consiglio di Amministrazione, che è consultabile sul sito web istituzionale, nella sezione “Amministrazione trasparente-Bilanci”. È stato un periodo ricco di soddisfazioni, così come di complessità, che tuttavia sono state sempre affrontate e risolte con spirito proattivo, costruttivo e partecipativo, nell’ottica di una sempre maggiore assimilazione della caratterizzazione istituzionale quale Ente strumentale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia nell’applicazione delle Leggi speciali per la tutela e la salvaguardia della lingua e della cultura italiana nei territori di insediamento storico, ma anche quale punto di riferimento cittadino e internazionale per l’istruzione certificata e per percorsi di alta formazione. I risultati oggettivi sostanziali e completi si sono sostanziati nell’adeguamento normativo con certificazione dei luoghi di lavoro e di svolgimento dell’attività istituzionale; di grande rilievo è stata la ripresa con i soci attraverso la grande e partecipata Assemblea che avuto luogo lo scorso mese di settembre per la prima volta in presenza, pur nel rispetto di tutte gli accorgimenti e le normative anti contagio.

120 anni di attività

Nel dicembre del 1900 l’UPT – istituita l’anno precedente – iniziava la sua attività. La celebrazione del 120º anniversario è stata rimandata a causa del Covid. Ad oggi è stato possibile realizzare alcuni appuntamenti, possiamo aspettarci anche altri eventi?
Certamente il Covid-19 ha imposto la dilatazione dei tempi dedicati ai momenti celebrativi dei 120 anni di attività. Nel 2021 si è realizzato il viaggio istituzionale a Roma circoscritto agli amministratori, ai funzionari e ai soci estratti a sorte in sede assembleare lo scorso 15 settembre, nonché ai volontari di Servizio civile Arci presso l’UPT con incontro istituzionale presso il MAECI (sottosegretario agli Affari Esteri, On Benedetto Della Vedova), il Parlamento (vicepresidente, On. Ettore Rosato) e il Senato (vicepresidente della Commissione Esteri, On. Laura Garavini), presso la Società di Studi Fiumani Roma il 26 ottobre 2021 c’è stato l’incontro seminariale Trent’anni di dialogo culturale europeo della Società di Studi Fiumani con la Città di origine – (1991-2021), La feconda collaborazione con l’UPT, la visita guidata al Quartiere Giuliano Dalmata e all’Archivio Museo storico di Fiume, interventi sul tema del dialogo culturale e della collaborazione con UPT Il Confine orientale nel 900 dai contrasti nazionali a frontiera aperta. È stata organizzata anche la cerimonia solenne alla presenza del sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, con conferimento di riconoscimenti al personale in attività, in quiescenza e ai past presidents; durante la cerimonia il sindaco mi ha consegnato, nelle mie vesti di presidente dell’UPT, una pergamena attestante il valore dell’Università Popolare di Trieste, presente 120 anni nel tessuto cittadino, pur nei mutati scenari, con strutturazione fortemente attiva nella trasmissione della cultura e della formazione alla cittadinanza. Era prevista per dicembre 2021 la cerimonia solenne alla presenza del ministro degli Esteri, On. Luigi Di Maio, del presidente della Regione FVG, Massimiliano Fedriga, del sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, e di tutte le maggiori autorità degli enti coinvolti nell’attività UPT, che causa importanti impegni istituzionali sopraggiunti il penultimo giorno prima dell’evento, si è concordato con lo stesso ministro di riprogrammarla nel primo semestre 2022, ora tragica guerra permettendo. Sono in pianificazione e preparazione tre conferenze sul piano istituzionale e di attività, per l’ampliamento degli eventi celebrativi con caratterizzazione inclusiva pure dei connazionali residenti in Slovenia, Croazia e Montenegro, cui l’UPT rivolge particolare attenzione nella sua veste di strumento operativo del MAECI per la tutela e la salvaguardia della lingua e della cultura italiana nei territori di insediamento storico. Tali conferenze sono state volute al fine di offrire autorevoli approfondimenti sui piani storico e delle azioni di intervento, oltre che sull’attività con focus sull’aspetto socio politico. Seguirà la pubblicazione del volume 120 Università Popolare di Trieste, attualmente in fase di redazione, come elemento conclusivo delle celebrazioni.

Verso la formazione certificata

Capitolo attività formativa. Nonostante le difficoltà dovute al contesto epidemiologico sono stati presentati diversi corsi nuovi. In più occasioni ha parlato della necessità di creare opportunità per i giovani, di assicurare loro una formazione certificata e non soltanto con attestati di presenza…
Per quanto attiene l’attività formativa per i soci, è stata elaborata una nuova suddivisione della tipologia dei corsi di lingue, che tiene conto del sistema di classificazione dei livelli di conoscenza delle lingue in base al quadro di riferimento europeo a cura del Consiglio d’Europa. È stata reperita un’ulteriore sede prestigiosa, accogliente e tecnologicamente attrezzata, quale l’Accademia Nautica dell’Adriatico di Trieste, che ha permesso di accogliere i discenti in aule ampie e sanificate, nel rispetto di tutte le normative per il contenimento dell’emergenza sanitaria, la quale è andata ad affiancarsi alle aule della Casa del Cinema e alla Sala polivalente Carlo Sbisà. Non è stata abbandonata nemmeno la modalità a distanza, viste alcune richieste giunte dagli utenti soci dell’anno scorso e si sono aperti quindi corsi di sloveno due di cultura arabo-islamica e di giapponese. Si è ripresa anche la collaborazione con l’Istituto Beata Vergine di Trieste con i corsi individuali di strumento musicale, alcuni dei quali ospitati anche nella Sala Sbisà di via Torrebianca. I corsi proposti sono stati una sessantina – arabo, cinese, croato, francese, giapponese, inglese, portoghese, russo, scrittura creativa, sloveno, spagnolo, tedesco –, fra i quali anche i nuovi corsi di dialetto triestino, Un giro del mondo nella storia, Trieste, città del caffè e informatica di base per i nonni, inoltre 61 corsi individuali di musica. Tutta questa formazione, al termine dei corsi stessi, rilascia un attestato di partecipazione qualificata alle iniziative.
Il Consiglio di Amministrazione, anche su istanza dei soci, si è posto come programma quadriennale l’accreditamento dell’UPT presso la Regione FVG e presso il ministero dell’Istruzione, onde poter realizzare una formazione certificata. Tale accreditamento è prodromico per tutte le attività future previste – Scuola di Alta Formazione dei Balcani e partenariati europei. Questo elemento di programma formazione certificata richiede un ulteriore adeguamento dello Statuto a tutte le articolazioni che le varie forme di accreditamento richiedono.
Si è investito anche nella formazione del personale. Vogliamo ricordare la conferenza dedicata ai temi anticorruzione svoltasi a Trieste?
Massimo impegno è stato impresso nel fornire al personale dell’UPT la frequenza e la realizzazione di tutti i corsi di formazione obbligatori per Legge – sicurezza, sanità, gestione amministrativa –, corsi obbligatori anche in ragione dei diversi regolamenti. Per il tema strettamente correlato alla gestione delle risorse pubbliche e alla stessa gestione dell’UPT, è stato realizzato un corso di formazione sul programma triennale per la prevenzione della corruzione, che ha visto presente come unico relatore il presidente delle Sezioni Riunite della Corte dei Conti, prof. Mauro Orefice, che non solo ha – dal suo alto grado di competenza – fornito tutti gli aspetti formativi, ma si è anche soffermato sugli obblighi e le responsabilità derivanti dalle Convenzioni in applicazione delle Leggi speciali e degli elementi di obblighi procedurali e di azione che ne scaturiscono. Tutti i corsi sopra richiamati, sono stati realizzati in presenza.

Il dialogo con le scuole
I contatti diretti e gli scambi sono stati fortemente segnati dal virus che ha imposto anche chiusure delle Comunità degli Italiani e per quanto riguarda le scuole il passaggio alla didattica a distanza. Il dialogo è ripreso, quali sono le iniziative alle quali si sta lavorando? Possiamo attenderci anche la ripresa delle attività pensate a favore dei giovani?

Certamente la situazione Covid-19 ha imposto alle realtà scolastica di lingua italiana un’azione prevalentemente in remoto. In questo contesto, in collaborazione con l’Unione Italiana e con gli stessi istituti scolastici, si è realizzato un ciclo di formazione in remoto rivolto alle terze classi delle scuole medie superiori italiane in Slovenia e Croazia (161 allievi con i loro docenti e dirigenti scolastici), composto da tre moduli di quattro ore ciascuno, con il prof. Antonello Pezzini, componente decano del Comitato economico sociale europeo, già docente dell’Università di Bergamo e attualmente componente della segreteria tecnica del ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, che ha relazionato su moduli relativi alla tematica Educare all’imprenditorialità l’Acquis comunitario. La cultura e il turismo. Riflessi sull’occupazione. Tutti gli incontri sono stati registrati al fine di estenderne i contenuti ad allievi, docenti e dirigenti scolastici degli istituti con lingua di insegnamento italiana di ogni ordine e grado. L’iniziativa ha riscontrato, pur nelle difficoltà innovative della tematica, una fattiva partecipazione dei discenti, guidati anche proattivamente dai propri docenti.
A favore dei giovani la nostra programmazione, oltre a prevedere la ripresa delle attività specificatamente formative in presenza, si focalizzerà nel riprendere gli scambi con le realtà scolastiche e territoriali della nostra regione e del territorio italiano. Il tutto è previsto nella programmazione, che ci auguriamo veramente, data la situazione tragica – passaggio da pandemia a guerra – che ci coinvolge e condiziona economicamente, emotivamente ecc.. Coinvolgere i giovani attraverso la cultura e la lingua italiane in un contesto europeo e di potenziamento delle competenze deve rappresentare per UPT un luogo delle opportunità, un luogo di spin off nell’ambito dei cambiamenti straordinari in atto, sia dal punto di vista sociale che dal punto di vista economico.

Capitolo finanziamenti

Il 31 dicembre 2021 scadevano le Leggi 72 e 73 che assicurano i finanziamenti per le attività rispettivamente delle Associazioni degli esuli e della Comunità Nazionale Italiana. Il rifinanziamento per il triennio 2022-2024 c’è stato e leggendo la relazione tecnica allegata al Bilancio vediamo che si tratta di fondi del MAECI. È un dato importante…
Di rilievo va evidenziata la conferma del finanziamento triennale 2021-2023 della Legge regionale 16/2014 e la conferma del finanziamento triennale 2022-2024 presente in Legge finanziaria del Governo Italiano; quest’ultimo sforzo finanziario lo si deve al fatto che il MAECI ha concesso che le risorse provengano da una decurtazione delle sue disponibilità nei capitoli specifici, intervento del Parlamento che riconosce il valore degli Enti coinvolti nelle Leggi speciali (Università Popolare di Trieste, Unione Italiana e Federesuli). Intervento che nei lavori parlamentari ha evidenziato situazioni difficili e problematiche per le quali l’unità operativa e collaborativa dei tre soggetti, nel rispetto dei percorsi di certificazione e trasparenza nell’utilizzo delle risorse, è più che mai indispensabile. In tal modo, ciascuno per parte sua, onora i cittadini italiani per le risorse che gli stessi, attraverso il Parlamento e le Leggi, mettono a disposizione.
Per quanto riguarda i fondi della Regione autonoma FVG la normativa prevede l’assegnazione a bando. Quali sono i tempi previsti? Ci saranno novità rispetto agli anni scorsi?
Il Consiglio di Amministrazione ha già approvato la richiesta di erogazione delle risorse e provveduto a richiedere al MAECI il nulla osta alle attività previste nel programma da realizzare con il contributo regionale. La norma prevede l’erogazione attraverso bando, la novità quindi è la caratterizzazione del bando e delle modalità partecipative al bando stesso, rivolta alle Comunità Italiane dei Paesi dell’ex Jugoslavia. Non appena verranno erogate le risorse regionali avremo 30 giorni per pubblicare bando e provvedere ai seguiti (Commissione valutativa e assegnazione contributi).
In occasione della celebrazione del Giorno del Ricordo al Senato, ha avuto a Roma una serie di incontri con rappresentanti delle istituzioni. Quali messaggi scaturiti da questi incontri ritiene particolarmente significativi nell’ottica del ruolo e delle attività dell’UPT?
L’UPT sempre partecipa alla celebrazione del Giorno del Ricordo. L’UPT è lo strumento del MAECI e della Regione FVG con i quale vengono sostenute tutte quelle attività che hanno anche la caratterizzazione di promozione presso la popolazione italiana del messaggio importante e fondamentale quale quello del Giorno del Ricordo. Nell’ambito degli incontri il nostro ruolo è stato istituzionale e quindi le relazioni con il MAECI, con il Senato – ricordo che l’invito ci è stato inoltrato direttamente dal Cerimoniale della Presidente del Senato – hanno permesso una collaborativa interlocuzione, confermando l’impegno dell’UPT per la sua parte e per le sue competenze, a onorare il Giorno del Ricordo.

Un centro di alta formazione
La visione europea e la sua importanza sono un tema a lei caro, a questa si ricollegano anche i percorsi da fare per attingere ai fondi UE e il progetto riguardante un futuro centro di alta formazione europea pensato per i sei Paesi dei Balcani che non fanno parte dell’UE…
Operando io per dieci anni come componente effettivo del Comitato economico sociale europeo di Bruxelles, con delega nel Comitato di Coordinamento misto per l’entrata del Montenegro in Europa, e dal 2021 al 2025 come membro supplente del Comitato medesimo, ho consolidato la mia visione e la mia appartenenza europeista e – come ho detto in altre interviste – la ritengo fondamentale ed essenziale per i popoli e per i Paesi componenti l’Unione europea. Il tutto in ambito inclusivo, di tutela della diversità e di identità condivisa, che non vuol significare uniformità ma bensì unione, sotto le norme europee, delle molteplici diversità di cittadini di un’Unione europea a cui ci si sente di appartenere. Poiché l’Unione europea finanzia progetti attraverso i fondi trasferiti alle regioni e ai territori, necessita per tutti dotarsi di soggetti altamente qualificati per realizzare una progettazione consona a vedersi finanziati i progetti proposti e questo vale per UPT e pure per le Comunità degli Italiani nei Paesi della ex Jugoslavia, che sono in Europa (Croazia e Slovenia), ma anche per i Paesi candidati all’UE (Montenegro, Albania, Macedonia del nord, Serbia). Inoltre l’UE, attraverso la Commissione, finanzia direttamente progetti che gestisce la Commissione su assi e azioni specifiche, ai quali possono partecipare per richiesta in termini di partenariato, realità nazionali o transnazionali europee, anche a titolo di piccole comunità. Ultimamente il Consiglio di Amministrazione UPT ha approvato la partecipazione alla partnership del Progetto europeo Cerv2022, attività sportive e sviluppo sostenibile: promuovere la salute fisica con un occhio alla condivisione. Il partenariato prevede la presenza di realtà italiane, di una Comunità Italiana con sede in Croazia, di una Comunità maltese capofila, di Comunità francesi e polacche. Considerando la città di Trieste come luogo di multiculturalità e richiamati i 120 anni di attività dell’UPT, il Consiglio di Amministrazione con condivisione partecipata, ha individuato una proposta di realizzazione di una scuola a Trieste gestita dall’UPT, di alta formazione per i sei Paesi dei Balcani che non fanno parte dell’UE. Le interlocuzioni con i commissari europei, con i ministeri e con le realtà territoriali sono in atto. Il percorso non è semplice, necessita sul piano logistico di una sede idonea e di una programmazione comunque europea. Sono fiducioso che appena risolto il problema di una nuova sede di formazione operativa, si possa con i diversi interlocutori, concretizzare il percorso del progetto.
A titolo di esempio, una sede a Trieste di scuola di alta formazione in materia logistica gestita dall’UPT anche in partenariato e con gli acquis di sostenibilità, economia circolare, green economy e innovazione digitale che veda cinque studenti post-laurea/post-diploma per ciascuno dei sei Paesi (Bosnia, Kosovo, Montenegro, Albania, Macedonia del nord e Serbia), e cinque per la Slovenia e per la Croazia con linea budgettaria diversa, fare un percorso pluriennale con lingua di riferimento inglese. Tale iniziativa penso, oltre a essere multiculturale e di penetrazione degli acquis europei è anche strumento – se realizzato – di convivenza pacifica, che a volte fa difficoltà a estrinsecarsi. Convivenza oggi più che mai necessaria in relazione ai percorsi di inclusione europea e ai principi di pace e di interscambio come moltiplicatore valoriale di crescita delle popolazioni.

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