Banca nazionale croata: 30 anni di stabilità

Il governatore dell’HNB, Boris Vujčić, è convinto che il Paese riuscirà ad adottare l’euro nell’arco di un anno

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Banca nazionale croata: 30 anni di stabilità

Uno dei maggiori successi ottenuti dalla Banca nazionale croata (HNB) dalla sua fondazione avvenuta trent’anni fa ad oggi consiste nell’aver garantito la stabilità del sistema bancario nazionale”. Ad affermarlo è stato il governatore della Banca centrale, Boris Vujčić , nel corso della Quarta conferenza di studio – 30 anni di politica monetaria promossa ieri a Zagabria dall’HNB. Nel suo indirizzo di saluti rivolto ai partecipanti al convegno Vujčić ha sottolineato per lo sviluppo della Banca centrale e della politica monetaria nazionale la stabilità del cambio della kuna. Quest’ultimo rispecchia una delle missioni basilari dell’HNB, sin dalla sua creazione. “Proseguiremo con questo regime fino alla nostra adesione ad Eurolandia. Un obiettivo che credo possa essere raggiunto nell’arco di un anno”., ha puntualizzato il governatore. Vujčić ha ribadito di essere dell’opinione che la scelta di adottare l’euro, come pure quella di prodigarsi al fine di garantire la stabilità della kuna rispetto alla moneta unica e conseguentemente di tutte le principali valute mondiali, è stata lungimirante. Ha affermato che la decisione di mantenere stabile il cambio della valuta nazionale ha prodotto effetti positivi sia sul piano materiale sia psicologici. A tale proposito ha ricordato che ai tempi dell’ex Jugoslavia i cittadini avevano perso l’abitudine ad affidare i loro risparmi agli istituti di credito, giacché a causa dell’inflazione ipergaloppante e delle continue svalutazioni, fenomeni dovuti all’instabilità macroeconomica alla quale era soggetta l’ex Federazione, il dinaro non forniva alcuna garanzia. Circostanze, queste che sono proseguite anche durante i primi anni dell’indipendenza, quando il Paese era coinvolto in una guerra. Tutto ciò ha costretto i pionieri della politica monetaria croata a prendere delle decisioni coraggiose. Ad iniziare dalla rinuncia al ricorso all’inflazione quale strumento per la regolamentazione del mercato. Una scelta coraggiosa e sotto molti punti di vista unica nel quadro europeo, ma che ha creato i presupposti per far riacquistare ai risparmiatori la fiducia nel sistema bancario nazionale. Sempre stando a quanto detto da Vujčić il sistema bancario croato ha tratto giovamento anche dalla decisione dell’HNB di non rinunciare al suo ruolo di supervisore del mercato mercato del credito, affidandolo a un’autorità distinta.

 

Banche solide

Una mossa, quest’ultima, che a detta del governatore ha contribuito a garantire che le banche operanti in Croazia siano, in virtù della loro notevole solvenza e della loro considerevole capitalizzazione, relativamente resistenti alla minaccia rappresentata dai prestiti tossici. Vujčić ha segnalato come non sono molti i Paesi che possano vantarsi di essere riusciti a gestire il processo di ristrutturazione del settore bancario (il numero degli istituti di credito è sceso nel corso egli anni da una sessantina a una ventina) in modo indolore, come è riuscita a farlo la Croazia grazie all’autorevolezza dell’HNB. Un’autorevolezza che a detta di Vujčić scaturisce anche dalla legge sull’HNB varata nel 2001 e nella quale è sancita l’autonomia della banca centrale quale artefice della politica monetaria. Un’indipendenza, che stando alla chiave di lettura di molti addetti ai lavori, ha permesso alla Banca centrale d’intervenire in soccorso dell’economia nazionale in occasione di due gravi crisi: il collasso dell’Agrokor (la più grande società croata) e la crisi dovuta alla pandemia da Covid-19

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