(Adnkronos) – “Tutti sono d’accordo che Israele debba rispondere ” all’attacco dell’Iran, “la domanda è come e quando”. A dirlo al Washington Post è un funzionario israeliano, che avvicina la rappresaglia dello Stato ebraico contro l’Iran per l’attacco di sabato notte.
Secondo la fonte, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha chiesto alle forze di difesa (Idf) di fornirgli una lista di obiettivi, con l’obiettivo di Tel Aviv che è “mandare un messaggio” a Teheran, ma senza causare vittime. Tra le opzioni sul tavolo del governo, evidenzia la fonte, c’è un raid contro una struttura a Teheran o un attacco informatico.
Secondo il Wall Street Journal, Israele risponderà presto all’attacco iraniano, forse già oggi. Il quotidiano cita fonti americane e occidentali, che esprimono tuttavia l’auspicio che questo non avvenga, avendo sia Tel Aviv che Teheran rivendicato la vittoria nell’attacco di sabato sera, che gli permette di avere una via d’uscita dall’escalation.
Israele vuole agire contro l’Iran “in coordinamento con gli americani”, riporta quindi Channel 12, secondo cui l’obiettivo dello Stato ebraico – nella sua azione di rappresaglia – è quello di colpire duramente Teheran, ma senza provocare una guerra totale. Sul tavolo del gabinetto di guerra, precisa l’emittente, ci sono diverse opzioni e diversi livelli di intensità di risposta, alcune delle quali possono essere attuate immediatamente.
E’ stata intanto interrotta dopo tre ore di discussioni, e dovrebbe riprendere domani, la riunione del gabinetto di guerra israeliano incentrata sulla possibile risposta dello Stato ebraico all’attacco di Teheran, ha riferito ancora l’emittente Channel 12. Al termine della riunione di gabinetto, Israele “ha deciso di rispondere all’Iran. L’Aeronautica ha completato i preparativi per l’attacco”. E’ quanto riporta l’emittente.
Il gabinetto di guerra, composto da Benjamin Netanyahu, dal ministro della Difesa Yoav Gallant, dall’ex ministro della Difesa Benny Gantz e da diversi altri consulenti, si era già riunito ieri sera. Secondo fonti della Cnn, tutti sarebbero determinati a una risposta. Ma oltre a una potenziale risposta militare, si valuterebbero anche opzioni diplomatiche per isolare ulteriormente l’Iran.
Secondo le fonti, Gantz spingerebbe per una risposta veloce, convinto che più si aspetta più sarà difficile raccogliere il sostegno internazionale per questo attacco, mentre a frenare sarebbe il premier Netanyahu. Fra le proposte considerate, quella di un attacco contro un sito in Iran che possa inviare un messaggio, ma senza provocare vittime.
Israele non ha altra scelta che colpire dopo l’attacco, avrebbe intanto affermato il ministro Gallant in un colloquio telefonico ieri con il segretario della Difesa americano Lloyd Austin, rende noto Axios citando fonti.
Israele, ha detto Gallant, non può consentire che missili balistici siano lanciati sul suo territorio senza risposta. E non può consentire l’equazione per cui l’Iran risponde con un attacco diretto ogni volta che Israele colpisce obiettivi in Siria. Austin ha quindi espresso quanto già Joe Biden aveva detto a Netanyahu, sulla necessità di fare il possibile per evitare ulteriore escalation.
Se Israele dovesse reagire al raid di sabato scorso, la risposta dell’Iran sarà “immediata, più forte e più ampia”, ha dichiarato quindi il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian, durante un colloquio telefonico con il suo omologo britannico, David Cameron, nel quale ha ribadito che la Repubblica islamica non vuole “l’escalation”.
Amir-Abdollahian ha quindi criticato il governo britannico per il suo appoggio a Tel Aviv nella guerra a Gaza. “È sorprendente che, nonostante migliaia di tonnellate di bombe sono state sganciate sulla popolazione oppressa di Gaza negli ultimi sei mesi, l’Inghilterra sia preoccupata per la risposta della Repubblica Islamica dell’Iran al brutale attacco del regime israeliano contro sedi diplomatiche nel quadro del principio della legittima difesa ai sensi dell’articolo 51 dalla Carta delle Nazioni Unite”, ha affermato.
“Due importanti messaggi” sono stati intanto inviati dall’Iran dopo il massiccio attacco di sabato notte a Israele. Il primo, senza precedenti, allo stesso Stato ebraico tramite l’Egitto, ed il secondo agli Usa tramite la Turchia. Il contenuto dei messaggi – hanno riferito fonti diplomatiche iraniane ad al-Jazeera, secondo quanto riportano i media della Repubblica islamica – è che la risposta della Repubblica islamica all’eventuale reazione israeliana sarà “devastante”.
L’Arabia Saudita ha ammesso il suo coinvolgimento nella difesa di Israele contro l’attacco iraniano di sabato sera. Media ebraici citano una fonte della famiglia reale saudita, secondo cui le forze di Riad hanno partecipato all’operazione grazie alla quale sono stati intercettati i droni e i missili iraniani lanciati contro Israele. Operazione che ha coinvolto Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Giordania, mentre dagli Emirati sarebbero arrivate informazioni di intelligence sui piani di Teheran.
In un quadro ad altissima tensione, Israele avrebbe deciso di rinviare la sua annunciata offensiva militare a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, dopo l’attacco iraniano. Lo riporta la Cnn, citando due fonti israeliane anonime, secondo cui proprio in queste ore le Idf avevano in programma di rendere noti gli ordini di evacuazione per le circa 1,4 milioni di persone che vivono nella città. Quei piani per il momento sono stati accantonati. L’emittente pubblica Kan, precisa la Cnn, ha riferito la stessa notizia nelle scorse ore, ma il Likud – il partito del primo ministro Benjamin Netanyahu – ha smentito.
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