«Notte bianca». Il Rijeka brinda guardando al futuro (foto)

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«Notte bianca». Il Rijeka brinda guardando al futuro (foto)

La hall dell’albergo Neboder ha fatto da sfondo questa sera, martedì 12 dicembre, alla Notte bianca, la consueta festa di fine anno del Rijeka, tornata dopo un’assenza di quattro anni. Presenti al tradizionale appuntamento prenatalizio giocatori, staff tecnico, dirigenti, sponsor e partner del club, come pure vecchie glorie, rappresentanti di altre società croate, della Federcalcio, oltre alle autorità della Città e della Regione. Un’occasione per riavvolgere il nastro e ripercorrere tutto quanto successo nell’arco degli ultimi 12 mesi. Un’annata nel complesso molto positiva, come l’ha definita il presidente Damir Mišković nel suo intervento. Nella scorsa stagione è arrivata un’insperata qualificazione in Europa nonostante il disastroso girone autunnale che aveva visto i biancocrociati navigare a lungo nei bassifondi della classifica. E ci è mancato davvero poco per vedere la squadra fiumana accedere ai gironi di Conference League, sfumati per un soffio ai supplementari nel play-off contro i francesi del Lilla. Nel mezzo c’è stata poi la pugnalata alla spalle di Sergej Jakirović, dileguatosi a tradimento verso il Maksimir alla corte della Dinamo. Una ferita che col tempo si è però rimarginata. Con il burbero Željko Sopić la squadra sta disputando un campionato di tutto rispetto, in scia a Hajduk e Dinamo, al di là dello scivolone dell’altro giorno in casa con lo Slaven Belupo.

Progetto generazionale

Ma più che al passato e al presente, in questo momento si guarda soprattutto al futuro. Un futuro pronto a riportare il Rijeka a casa, a Cantrida, laddove il mare e i costoni di roccia continuano a custodire l’anima e la storia del club. E continueranno a farlo anche in futuro, ma con l’unica differenza che lo faranno finalmente in un impianto nuovo, polifunzionale, al passo con i tempi. Insomma, avveniristico. Mentre i giocatori della rosa attuale non sembrano impressionati più di tanto, anche perché in quello stadio non ci hanno mai messo piede, chi invece proprio su quel campo ha scritto pagine indelebili della storia del club – e stasera ce n’erano parecchi – non sta più nella pelle. Ma dovranno armarsi di pazienza trattandosi di un progetto mastodontico destinato a cambiare il volto della città visto che l’opera non comprende soltanto la realizzazione del nuovo stadio (e che proprio per questo sta suscitando non poche polemiche…). Come ribadito più volte dal patron Mišković, meglio evitare di parlare di tempistiche. Alla fine ciò che conta è che questo progetto generazionale, com’è stato definito dal sindaco Marko Filipović, un giorni si realizzi. Indipendentemente se tra cinque, otto o dieci anni.

Qualcosa da farsi perdonare…

Tra spuntini, drink e brindisi simil Capodanno, la serata è volata via in allegria, leggerezza e spensieratezza. E ci voleva proprio per liberare la mente dopo lo schiaffo incassato domenica scorsa. Per i giocatori il Natale è sinonimo di sosta, di vacanze, ma non è ancora tempo di rilassarsi. All’appello manca ancora una partita, quella con il fanalino Rudeš che sabato a Rujevica farà calare il sipario sulla prima parte di stagione. Solamente al triplice fischio ci sarà il tanto agognato rompete le righe, ma prima di congedarsi dai propri tifosi Labrović e compagni avranno un paio di cose da farsi perdonare…

 

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