Il Rijeka deve crederci

Domenica sera a Rujevica arriverà la Dinamo Zagabria in un confronto che evoca sempre ricordi agrodolci, dalle finali di Coppa vinte alle memorabili batoste

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Il Rijeka deve crederci
Matija Frigan, qui impegnato in un duello con Martin Baturina, avrà un motivo particolare per mettersi in luce. Foto: Marko Lukunic/PIXSELL

Dici Dinamo ed ecco emergere subito ricordi agrodolci, a partire dalle finali di Coppa Croazia vinte negli ultimi anni pur non partendo spesso da favoriti. Un po’ come accadrà forse domenica sera a Rujevica nell’ambito della penultima giornata di campionato, quando il Rijeka dovrà cercare i tre punti in palio onde rimanere in corsa per un posto alla prossima Conference League. Gli zagabresi evocano purtroppo anche alcune “batoste memorabili”, del tipo il 7-2 lo scorso novembre (l’ultima in panchina di Serse Cosmi) o il 5-0 nel novembre 2019 (allenatore Simon Rožman). E questo è, in un certo senso, uno scheletro che rischia ciclicamente di uscire dall’armadio. Cosa dunque aspettarsi dalla gara di domenica? Difficile dirlo. Partiamo dalla certezze, ovvero dal bisogno dei quarnerini di vincere e dal fatto che la Dinamo sia già matematicamente campione e pertanto piuttosto rilassata. Sbagliato, comunque, pensare che gli zagabresi affronteranno l’impegno alla leggera, dimenticandosi del… fair play. Fuori luogo, d’altra parte, credere in una Dinamo che si dannerà l’anima su ogni pallone o contrasto: siamo a fine stagione, la stanchezza si fa sentire e nessun giocatore vuole rischiare qualche serio infortunio.

Imperativo e… fair play
Il Rijeka non deve pensare all’avversario bensì esclusivamente a sé stesso. Ha ragione l’allenatore Sergej Jakirović quando dice che ci vorrà la partita perfetta: dal lato tecnico e tattico, ma anche (o soprattutto) mentale. Perché contro l’Istra e il Varaždin non si è vista la tenuta della “grande squadra”, quella che impone il proprio ritmo e il proprio gioco per quasi tutto l’arco dell’incontro. Contro i polesi la parziale rimonta è andata in porto, “merito” (non facciamo finta di nulla) anche di alcuni episodi, mentre contro il Varaždin no. Ritrovarsi nella stessa situazione anche domenica potrebbe far ritrovare lo scheletro del quale parlavamo prima, ovvero assumere i contorni di un’altra batosta.
Igor Bišćan ha già fatto sapere di non voler concedere sconti alla sua ex squadra, imponendo ai giocatori di onorare la maglia. Contro lo Šibenik c’è stato un parziale turnover, a cominciare dal portiere Zagorec. “A Rujevica tornerà tra i pali Livaković”, taglia corto il tecnico. Già, perché il Rijeka non è certo lo Šibenik, senza voler togliere nulla alla finalista di Coppa, che il 24 maggio prossimo a Rujevica godrà sicuramente delle simpatie del pubblico fiumano.

Dominik Livaković sarà regolarmente in campo.
Foto: RONI BRMALJ

Intrecci di mercato
Rijeka-Dinamo sarà anche un’ottima occasione per parlare del prossimo mercato. Fiumani e zagabresi hanno diverse questioni in sospeso e non è certo un mistero che il club del Maksimir sia fortemente interessato a Matija Frigan. Ha provato a prenderlo durante la sessione invernale, ma senza troppa convinzione e perfettamente consapevole di poter rilanciare l’offerta in estate. Sembra che la trattativa sia già ben avviata sulla base di tre milioni di euro più due o tre giocatori a scelta. La Dinamo sa di avere una specie di canale privilegiato con il Rijeka visto che a gennaio ha “scaricato” a Rujevica un bel po’ di giovani bisognosi di farsi le ossa e desiderosi di mettersi in luce. Antonio Marin, Deni Jurić e Niko Janković potrebbero restare a Fiume oppure rientrare alla base: dipenderà dalla “disponibilità” del club quarnerino di cedere (a determinate condizioni) Frigan.
Dicevamo prima della possibilità di inserire nella trattativa anche qualche altro giovane della Dinamo. Il diesse del Rijeka, Darko Raić-Sudar, sarà oggi presente a Zenica per assistere di persona all’infuocata finale di Coppa della Bosnia ed Erzegovina tra lo Zrinjski e il Velež, le due squadre di Mostar. La missione ha uno scopo ben preciso e risponde al nome di Mario Ćuže, altro giovanotto della Dinamo che così bene aveva fatto all’Istra 1961 e che sta facendo la differenza anche allo Zrinjski (41 presenze condite da 9 gol e 10 assist). Il Rijeka è parecchio interessato ai suoi servizi, così come lo stesso club erzegovese vorrebbe che rimanga: dopo il precedente nel caso di Janković (voluto esplicitamente da Jakirović), per convincere ancora una volta la Dinamo a richiamare un giocatore dallo Zrinjski e girarlo al Rijeka ci vorrà un asso nella manica da parte di Mišković e soci, Frigan per l’appunto. Soprattutto se ai quarnerini dovesse sfumare l’Europa…

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