Le comunità all’estero sono moltiplicatori della cultura italiana

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Le comunità all’estero sono moltiplicatori della cultura italiana

ROMA | “I Consoli svolgono una funzione essenziale e prioritaria al servizio dei nostri connazionali all’estero, per i quali rappresentano il primo e più diretto contatto con la madrepatria. In una società democratica che pone il cittadino al centro del servizio pubblico sono, per quanto il nostro ministero, la punta di diamante”. Così il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionali, Enzo Moavero Milanesi, intervenendo alla Conferenza dei Consoli italiani nel mondo. Una due giorni dedicato allo scambio di opinioni e alla riflessione dalla quale sono scaturite diverse idee volte a migliorare il sistema. “Come spesso avviene anche in quest’occasione le proposte sono frutto di chi sta sul terreno”, ha fatto presente il ministro Moavero Milanesi, evidenziando che enti di questo tipo “hanno un senso se gli fanno seguito interventi concreti volti a migliorare la situazione in essere”. Evidenziando l’importanza della presenza femminile –“siamo ancora in cammino per la parità” –ha quindi elencato le decisioni operative prese, prima fra tutte quella di organizzare incontri di questo tipo almeno ogni tre anni. “Incredibilmente questa Conferenza avviene a 16 anni di distanza dalla precedente e già nel dirlo sento l’esistenza di un grave problema e la necessità di procedere con un cambiamento radicale capace di porre fine a una prassi bizzarra”, ha affermato Enzo Moavero Milanesi.

La sfida dell’eccellenza

Evidenziando che i Consoli sono “il primo elemento di contatto dei cittadini residenti all’estero con la madrepatria e il ministero” ha invitato a confrontarsi al meglio con alcuni banchi di prova. In questo senso ha evidenziato la nuova mobilità degli italiani – “che è diversa rispetto al passato” – e la sfida dell’eccellenza – “che significa capacità di ascolto, disponibilità e rapidità impegnandosi sempre ad assicurare al cittadino un servizio lodevole”. La terza sfida da affrontare nei Consolati è quella delle risorse la cui disponibilità è scarsa. “I cittadini ci guardano, ricordatevelo. Il cittadino è la persona alla quale dobbiamo i nostri servizi e i Consoli sono le persone con le quali hanno un contatto diretto perché è al Consolato che ci si rivolge per tutta una serie di questioni, dal rinnovo del passaporto all’esercizio del diritto di voto”, ha detto il ministro, attingendo anche alla sua esperienza personale maturata nei 20 anni trascorsi all’estero. “Vivete il vostro operato con coscienza della nobiltà di questa funzione, avete il mio supporto e riconoscimento e spero – ha concluso – che assieme potremo assicurare alcuni miglioramenti concreti”.

Le comunità all’estero

Apprezzamento per il lavoro svolto dai Consoli è stato espresso anche dal Presidente Sergio Mattarella, che ha ricevuto al Quirinale i partecipanti alla Conferenza. Nel suo discorso, il Capo dello Stato ha ripercorso le tappe dell’emigrazione italiana “un fenomeno sovente doloroso, che ne ha marcato la storia e il percorso di sviluppo, talvolta contribuendo ad arricchire l’apertura della nostra società e la nostra stessa identità nazionale”. “I moltiplicatori della nostra civiltà sono state, anzitutto, le collettività all’estero, estendendo, ben oltre i confini nazionali, e radicando, in numerosissimi Paesi del mondo, la nostra cultura. Flussi migratori che, nel tempo, si sono trasformati, assumendo spesso il carattere di libera scelta nel cogliere opportunità presenti in altre società, incrementando così il patrimonio comune dell’umanità su terreni come quelli della ricerca e dello sviluppo. Un eccezionale capitale umano – costituito da comunità italiane antiche e recenti, da presenze numericamente rilevanti o esigue –, che rappresenta una realtà unica di promozione del nostro sistema Paese, nelle sue più diverse articolazioni. A esse si è aggiunto, ora, il contributo delle numerose comunità estere presenti in Italia, divenute elementi significativi della rete di proiezione verso le loro nazioni di origine delle capacità della nostra comunità. Il vostro quotidiano impegno – ha detto Mattarella ai Consoli – vi consente di apprezzare il valore di queste esperienze, che potete assecondare: possono soccorrere anche gli sviluppi delle nuove tecnologie, che si aggiungono alle tradizionali pratiche di connessione sociale. Rappresentate le Istituzioni dello Stato, in comunità spesso lontane e remote, ma sempre attente alla propria identità, sempre attente a mantenere il contatto con il Paese d’origine, e con capacità di integrazione e di proposta nelle diverse società in cui operano”.

Arricchimento culturale

Il Presidente Mattarella si è soffermato poi sulla cosiddetta “nuova mobilità”, invitando a considerare che “l’osmosi tra antica e nuova mobilità ha un grande valore e ci consente, tra l’altro, di diffondere all’estero un’immagine più puntuale e attuale”. “In questo contesto – ha detto ancora –, la vostra iniziativa deve essere altresì funzionale a favorire una crescente ‘circolarità’ nella mobilità dei nostri connazionali – oltre che dei cittadini stranieri che nutrono interesse per l’Italia – in modo che – ha concluso il Presidente Mattarella – le competenze sviluppate o perfezionate all’estero possano sempre essere poste al servizio dell’arricchimento culturale, economico e sociale della Repubblica.”

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