Kolinda Grabar Kitarović «Dobbiamo crescere più in fretta»

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Kolinda Grabar Kitarović «Dobbiamo crescere più in fretta»

ABBAZIA | “Dove sta andando la Croazia, ora che l’economia mondiale sta vivendo un periodo d’oro?”. A porsi l’interrogativo è stato il presidente dell’Associazione croata degli economisti (HDE), Ljubo Jurčić. Il professore universitario ha affrontato l’argomento introducendo i temi del 26° Incontro dell’HDE: “La politica economica croata nel 2019” (7-9 novembre 2018). “La Croazia non sta andando da nessuna parte. Anzi, sta affondando”, ha ammonito ieri Jurčić dal palco della Sala conferenze del Grand hotel Adriatic di Abbazia.

L’élite economica e politica

Il presidente dell’HDE ha affrontato l’argomento rivolgendosi all’élite economica, finanziaria, imprenditoriale e politica del Paese. All’inaugurazione dell’appuntamento organizzato dall’HDE sono intervenuti il Presidente della Repubblica di Croazia, Kolinda Grabar-Kitarović, il ministro della Tutela dell’Ambiente e delle Politiche energetiche, Tomislav Ćorić (che si è rivolto ai presenti anche in veste di emissario del premier Andrej Plenković), il ministro dello Sviluppo regionale e dei Fondi europei, Gabrijela Žalac, e il governatore della Banca nazionale croata (HNB), Boris Vujčić. Alla cerimonia inaugurale del convegno, che gode dell’alto patronato del Capo dello Stato, erano presenti anche il ministro delle Finanze, Zdravko Marić, il presidente della Regione litoraneo-montana, Zlatko Komadina, il sindaco di Abbazia, Ivo Dujmić, numerosi deputati, rappresentanti delle istituzioni e ospiti internazionali.

Il ruolo dell’istruzione

“Da diversi anni la Croazia sta registrando un avanzo nella bilancia dei pagamenti. Guadagnamo più di quanto spendiamo. Di conseguenza, il debito pubblico si sta riducendo. Le riserve monetarie hanno raggiunto i 15 miliardi di euro. Non dobbiamo temere di fare la fine della Grecia. Ciò che ci deve preoccupare è il fatto che il PIL cresce troppo poco, più lentamente che nei Paesi con i quali la Croazia può paragonarsi”, ha fatto presente Jurčić. “Il capitale nazionale – ha aggiunto – sta passando in mani straniere. I giovani stanno emigrando. In economia, se mancano il capitale è la forza lavoro, è come se non ci fosse nulla. Non disponiamo di una politica economica in grado di indicarci la strada da percorrere. Questa lacuna c’impedisce di creare una strategia efficace per definire l’istruzione e la formazione delle future generazioni”. Il presidente dell’HDE ha fatto presente che l’istruzione costituisce l’input, ossia l’insieme dei dati che devono essere immessi nella fase iniziale di un processo, in questo caso quello legato alla produzione di beni e servizi. “Se l’economia si basa sull’industria tessile è necessario formare sarti, se si basa sulla cantieristica navale bisogna sfornare metalmeccanici. Se non sappiamo a cosa vogliamo dedicarci è impossibile definire la politica scolastica”, ha fatto presente Jurčić, rilevando che “lo sviluppo di un Paese non avviene casualmente”. “Il progresso di un Paese – ha chiarito – rappresenta il frutto di una pianificazione strategica basata sul sapere. Il declino della Croazia è iniziato quando la politica ha smesso di dare retta ai consigli della comunità accademica”.

Cantieri navali

“Prendiamo il caso della cantieristica navale e del programma di ristrutturazione (del Gruppo Uljanik). Noi che ci occupiamo di queste cose, sappiamo che in Croazia non esistono quadri in grado di mettere a punto questo piano. L’Istituto navale è stato distrutto. Questo non è un compito alla portata della direzione di uno stabilimento navalmeccanico”, ha notato Jurčić. “Il piano di ristrutturazione verrà stilato, ma non sarà un programma vero e proprio. Non si tratterà di una strategia in grado di posizionare adeguatamente la cantieristica navale”, ha detto l’economista. Ha puntualizzato che si tratta di un peccato considerato che in Croazia, un Paese il cui PIL pro capite si aggira attorno agli 11mila euro, il settore potrebbe continuare a giocare un ruolo strategico.

Le sfide legate all’euro

Le carenze e debolezze del sistema scolastico e universitario sono state apostrofate pure dal governatore della Banca centrale, che ha parlato delle sfide connesse all’ingresso della Croazia nell’Unione economica e monetaria dell’Unione europea. Boris Vujčić ha basato il suo giudizio sui risultati dei test del Programma per la valutazione internazionale dello studente (PISA). Ha avvertito che la Croazia rischia di trovarsi impreparata ad affrontare le sfide connesse all’economia digitale. Riferendosi all’adozione dell’euro, Vujčić ha ribadito che si tratta di un progetto a medio termine. Ha detto di non temere la posibilità che la Slovenia possa boicottare l’ingresso della Croazia in Eurlolandia a causa delle questioni aperte a livello bilaterale.

Una crescita inconfutabile

Il ministro Tomislav Ćorić ha sottolineato che negli ultimi due anni il PIL nazionale è cresciuto in modo solido. “A differenza di quanto avveniva in passato, ora le nostre finanze pubbliche sono stabili. La disoccupazione è in calo e viceversa, l’occupazione sta aumentando. Nei primi sei mesi di quest’anno gli stipendi sono aumentati del 4,5 p.c. rispetto all’anno scorso”, ha dichiarato Ćorić. “La Croazia cresce e nessuno può sostenere il contrario”, ha appurato il ministro, chiarendo, però, che è lecito chiedersi se la crescita poteva essere maggiore e migliore; se il Paese è pronto ad affrontare la cosiddetta quarta rivoluzione industriale. Ćorić è convinto che lo sia. A tale proposito ha annunciato che l’anno prossimo sarà presentata la Strategia per lo sviluppo nazionale fino al 2030.

Riforma pensionistica

Il Presidente della Repubblica di Croazia, Kolinda Grabar-Kitarović ha elogiato le riforme promosse dal governo. Ha lodato in particolare il lavoro svolto dal ministro delle Finanze, Zdravko Marić. D’altro canto, Kolinda Grabar-Kitarović, ha posto in rilevo i nodi che impediscono al Paese di esprimere a pieno il suo enorme potenziale. Ha auspicato che si avverino quanto prima i presupposti affinché l’economia croata possa crescere al ritmo del 5 p.c. all’anno. Ha parlato anche della riforma pensionistica. Il Capo dello Stato ha espresso l’opinione che l’unico modo per ridurre le spese e rendere sostenibile il sistema previdenziale consista nel rafforzare il secondo pilastro del sistema pensionistico.

Un fisco più equo

Il Capo dello Stato ha espresso l’auspicio che in futuro i redditi siano tassati in modo più equo. Anche al fine di disincentivare l’emigrazione. “Dobbiamo creare nuovi posti di lavoro e assicurare stipendi più elevati. In base ai dati Eurostat, la paga minima in Croazia ammonta a circa 460 euro, mentre in Slovenia è di circa 840 euro al lordo delle imposte. Immaginatevi che cosa significhi vivere con 3.000 kune al mese”, ha notato Kolinda Grabar-Kitarović. “Ritengo che la riforma fiscale – ha proseguito –, oltre a rappresentare la base per tutte le altre riforme, rappresenti anche la chiave della ripresa economica, dello sviluppo della Croazia, nonché la soluzione del problema demografico”. Ha rilevato, inoltre, l’importanza per il rilancio del Paese di progetti quali il rigassificatore di Veglia, il gasdotto Adriatico-Ionico, il ponte di Sabbioncello (Pelješac) e la seconda galleria del traforo del Monte Maggiore, nonché l’integrazione dei porti marittimi e fluiviali nei corridoi europei.

PDV e potere d’acquisto

A sua volta Marić ha spiegato che proprio al fine di aumentare il potere d’acquisto dei ceti meno agiati l’Esecutivo si appresta a ridurre le aliquote PDV su determinate fasce di prodotti. Ha ricordato che il piano prevede di ridurre dal 25 al 13 p.c. il PDV su bestiame, carne fresca, pesce, frutta e verdura, uova, medicinali e pannolini per bambini. Ha annunciato che forse all’elenco andranno ad aggiungersi anche altre merci e servizi. Il ministro ha spiegato che la misura dovrebbe suscitare gli effetti sperati in virtù dell’agguerrita concorrenza che vige ormai sul mercato.

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