Impegni internazionali e diritti delle etnie

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Impegni internazionali e diritti delle etnie

FIUME | “National Minorities and Minority Languages in a changing Europe”: è questo il titolo della conferenza in programma oggi e domani a Strasburgo. Un evento organizzato per celebrare il 20º anniversario dell’entrata in vigore di due importantissimi documenti voluti dal Consiglio d’Europa, la Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali e la Carta europea delle lingue regionali o minoritarie. L’appuntamento si svolge nell’ambito delle iniziative programmate dalla Presidenza croata del Consiglio dei ministri del CoE e vuole fare il punto sulla situazione per quanto attiene alla tutela delle minoranze e dei loro idiomi con un accento particolare sui passi avanti compiuti negli ultimi 20 anni. In particolare, i partecipanti esamineranno lo stato attuale delle cose per quanto attiene ai diritti linguistici, alle politiche attuate nel settore dell’istruzione e aIl’atteggiamento degli appartenenti alle minoranze rispetto alla lingua della maggioranza. Saranno inoltre, esaminate anche le opportunità che scaturiscono in termini di tutela dei diritti linguistici dallo sviluppo tecnologico.

Il referendum in Croazia

Argomenti che con tutta probabilità imporranno ai partecipanti di affrontare anche il tema del referendum proposto in Croazia dall’iniziativa civica “Il popolo decide” con il quale si punta, tra l’altro, a ridurre il numero e il ruolo dei parlamentari eletti al Sabor in rappresentanza delle minoranze nazionali. A riguardo la presidente del Comitato d’esperti per la Carta europea sulle lingue regionali o minoritarie, Vesna Crnić-Grotić, preside e professore di diritto internazionale alla Facoltà di Giurisprudenza di Fiume, ha affermato nel corso di un recente incontro-dibattito che gli impegni internazionali assunti dal Paese con la sottoscrizione di tutta una serie di Convenzioni internazionali, tra le quali spiccano quelle del Consiglio d’Europa, impongono il divieto di discriminazione e l’attuazione di politiche volte a tutelare le minoranze e le altre comunità a rischio. “Il sistema elettorale deve avere come obiettivo la piena integrazione degli appartenenti alle minoranze. Quello attualmente in vigore in Croazia non è perfetto e il Comitato d’esperti lo ha già rilevato in passato facendo presente che l’obbligo di dichiarare l’appartenenza nazionale al seggio elettorale può essere considerato un elemento discriminatorio alla pari delle modalità di elezione dei parlamentari che rappresentano più comunità nazionali, ma garantisce comunque la rappresentanza politica delle etnie. Ora, laddove venissero accolte le proposte fatte da ‘Il popolo decide’ riguardanti la riduzione del numero dei parlamentari eletti con il voto etnico e venisse loro tolta la possibilità di votare la fiducia al governo e al Bilancio si creerebbe una situazione di disparità e si violerebbe l’obbligo inerente alla parità dei diritti, ovvero il principio che vieta la discriminazione su base nazionale”, ha detto la Crnić Grotić.

I partecipanti al convegno

A inaugurare la conferenza saranno il segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjørn Jagland, il vicepremier e ministro degli Esteri croato, Marija Pejčinović Burić, la presidente del Comitato d’esperti per la Carta europea sulle lingue regionali o minoritarie, Vesna Crnić-Grotić, Edita Žiobienė, presidente ad interim del Consiglio competente a monitorare l’attuazione della Convenzione quadro sulla protezione delle minoranze nazionali. Ospite relatore alla cerimonia d’inaugurazione della conferenza sarà la rappresentante del Parlamento Sami svedese, Josefina Skerk. Seguiranno gli interventi di Péter Szijjártó, ministro degli Esteri ungherese; Bernd Fabritius, commissario del governo federale Tedesco per le questioni inerenti alle minoranze nazionali; Ketevan Tsikhelashvili, ministro per la Riconciliazione e le Pari opportunità della Georgia; Artemis Dralo viceministro per l’Europa e gli Affari esteri albanese; Vigen Kocharyan, viceministro della Giustizia armeno; Leon Gjokaj, viceministro per i Diritti umani e minoritari montenegrino; Monica Gheorghiţă, segretario di Stato agli Esteri romeno e Ivan Bošnjak, segretario di Stato con delega per la Pubblica amministrazione e l’autogoverno locale della Serbia.

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