Da Fiume alla volta di Zagabria dovrebbero partire circa 10 autobus carichi di lavoratori preoccupati per il loro futuro. In gioco non è soltanto lo stipendio di luglio, laddove non dovessero arrivare risposte capaci di garantire un futuro alla cantieristica croata il problema sarebbe esistenziale a tutto tondo. Probabilmente non investirebbe soltanto i cantierini, ma finirebbe con l’incidere su tutto il tessuto sociale di un’area che con l’industria navale convive da lunghissimo tempo. Ecco quindi che alla vigilia della partenza – pianificata alle ore 8 dal cantiere di Cantrida – diversi appelli vengono rivolti ai cittadini di Fiume. Considerato che i pullman diretti a Zagabria passerrano per il centro di Fiume si chiede ai cittadini che non hanno la possibilità di venire davanti al cantiere di esprimere la loro solidarietà suonando il clacson.
Gli esponenti del Comitato di sciopero del 3. maj si aspettano che al colloquio con il premier partecipi anche un rappresentante del cantiere fiumano che chiede senza giri di parole di riconquistare la sua autonomia rispetto al Gruppo Uljanik. “Non riteniamo che la protesta a Zagabria sia il culmine delle nostre azioni. Se non dovessimo ricevere risposte inviteremo i cittadini di Fiume a esprimerci il loro sostegno. Sappiamo bene quale effetto si può sortire”, ha fatto sapere Boris Bučanac. Al momento certo è che a sostenerli è un gruppo di scrittori croati. Slađana Bukovac, Zoran Ferić, Nikola Petković, Nenad Popović i Milan Rakovac hanno firmato una lettera aperta nella quale esprimono solidarietà ai lavoratori dei cantieri navali di Fiume e Pola che chiedono venga rispettato il loro diritto al lavoro. “Rappresentate l’onestà che è sempre meno apprezzata, ma anche l’Europa autentica, quella che sta via via scomparendo: l’Europa dei diritti dei lavoratori”, affermano gli scrittori stando alla cui opinioni “chi costruisce navi è l’humus della cultura urbana” e va tutelato.