Il sogno di Orfeo tra colori e astrattismo

L’esposizione dedicata al ciclo di lavori realizzato dall’artista olandese nel capoluogo quarnerino e intitolato «Orfeo sogna Euridice» rimarrà aperta fino al 17 dicembre

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Il sogno di Orfeo tra colori e astrattismo
Foto: NICOLE MIŠON

Negli spazi espositivi del cosiddetto “Cubetto” del Museo civico di Fiume è in corso la mostra dell’artista olandese Joost de Jonge, inspirata a Orfeo, uno dei personaggi più famosi della mitologia greca, intitolata “Orfeo sogna Euridice. I meandri della conoscenza”, allestita e curata da Ema Makarun ed Ervin Dubrović.

L’autore dell’esposizione nasce e studia a Utrecht nei Paesi Bassi, anche se con il tempo installa la sua sede artistica e creativa a Vienna, ma viene definito “artista nomade”: sempre in movimento, soggiorna in residenze temporanee per assaporare e conoscere culture straniere, dando vita così a cicli legati a questi luoghi. Proprio questa sua caratteristica ha fatto sì che, attratto dalla nomina di Fiume a Capitale europea della Cultura, de Jonge visitasse la città e vi si stabilisse per un periodo di tempo.

Città multiculturale
“Questo evento ha rappresentato il motore del progetto, grazie a questa assegnazione Fiume ha attratto una miriade di artisti stranieri, presentandosi come città multiculturale – ci spiega la curatrice dell’esposizione Ema Makarun –. Dal punto di vista storico la città faceva parte della monarchia ed era un punto di riferimento per i numerosi studiosi e luminari di Vienna e Budapest, ma anche di altre parti d’Europa, che sceglievano Abbazia e il Quarnero per godere dell’aria salutare del golfo e delle cure. Anche gli artisti raggiungevano questi luoghi per dipingere e creare, affascinati dal magnifico paesaggio e dagli scenari idilliaci e ovviamente si godevano il bel clima del litorale”.

La storia si ripete
La storia si ripete anche a un secolo di distanza, la capitale della Regione litoraneo- montana, grazie al suo panorama e alle sue vedute, attira tutt’oggi artisti stranieri che vi soggiornano ispirati dalla sua posizione e dalla sua atmosfera internazionale. “Non esiste un legame diretto tra de Jonge e la scena artistica fiumana – spiega Makarun –. Negli ultimi anni l’artista ha soggiornato a Fiume diverse volte e si è occupato della collezione e del fondo del Museo civico prima attraverso delle foto e in seguito attraverso delle installazioni, nelle quali univa i suoi quadri a oggetti del nostro fondo museale”. Tra le varie opere presenti nella collezione del Museo, alcune hanno attirato di più l’attenzione dell’artista olandese: si tratta dell’episodio “Orfeo ed Euridice” di Gustav Klimt, custodito ed esposto presso il Palazzo dello Zucchero.
“Klimt ha fatto nascere in Joost de Jonge un’emozione che lo ha portato a realizzare un ciclo di opere legato al grande artista e in particolare alla sua opera presente qui in città – chiarisce la curatrice del Museo civico –. L’aspettativa era quella di vedere delle raffigurazioni delle opere di Klimt nei suoi lavori, ma non è stato proprio così. Il lavoro svolto è intellettuale e l’artista ha impresso sulle tele le sensazioni e le emozioni che il dipinto ‘Orfeo ed Euridice’ ha risvegliato in lui”.

Espressionismo astratto
Nei quadri esposti domina l’armonia tra i colori caldi e la loro stesura fluida attraverso linee scorrevoli che delineano una sua visione soggettiva della narrazione. Orfeo è un personaggio mitologico interessante, un poeta con la sua lira, che nel corso dei secoli ha suscitato curiosità e ammirazione negli artisti più disparati e li ha portati a dare una loro interpretazione della sua storia avvincente e allo stesso tempo tragica. Le opere del pittore olandese sono vivaci, ricche da colori forti, astratte e associative, spesso arricchite da oggetti volanti dai contorni nitidi.
“Si tratta di espressionismo astratto – precisa Ema Makarun –. De Jonge è vicino alla cerchia degli autori olandesi che dominavano la scena negli anni ‘50 del Novecento. In particolar modo Karel Appel, anch’egli olandese, nonché fondatore del movimento CoBrA, ha influenzato in modo profondo la pittura dell’artista. Nel 1999, all’inizio della sua carriera, Joost de Jonge ha allestito una mostra a Utrecht, assieme all’ormai anziano Appel, e da lì la sua carriera è stata un crescendo di successi”. Anche un altro attore della scena artistica della metà del secolo scorso ha lasciato la sua impronta nelle opere del pittore olandese. Si tratta di un altro connazionale, naturalizzato statunitense: Willem de Kooning, gigante del mondo dell’arte che ha raggiunto la fama operando negli anni Stati Uniti e in particolare a New York.
Il pittore olandese si affaccia all’arte in maniera soggettiva, intellettuale e attraverso libere associazioni: “De Jonge ha un approccio meditativo all’arte, è come se guardasse all’immagine come un’identità particolare che ha una sua strada e una vita propria”.

Il ciclo comprende 85 opere
La mostra si estende su due livelli e comprende 85 opere esposte tra quadri veri e propri e immagini delle installazioni che l’artista ha creato all’interno della collezione custodita dal Museo civico. “Nei nostri spazi sono esposti dei cicli vecchi dell’artista e altri nuovi, sono materiali appartenenti al fondo delle opere realizzate durante le sue permanenze nella nostra città – chiarisce la curatrice della mostra -. L’esposizione rappresenta la chiusura di un ciclo, quello realizzato qui a Fiume, appunto. Allo stesso tempo speriamo però che questo evento possa dare vita a future collaborazioni con altri artisti stranieri portandoli a esporre da noi, così come speriamo che ai nostri artisti si aprano le porte per esibirsi all’estero”.
Si tratta di una mostra temporanea dal respiro cosmopolita che rappresenta un’opportunità per il Museo civico di esprimere la sua multiculturalità e apertura alle novità artistiche internazionali in un clima di collaborazione e condivisione. “Quello che per me è interessante è l’aspetto storico. Oggi come una volta, gli artisti soggiornano nelle nostre località che sono fonte d’ispirazione, anche se si tratta di opere astratte – questa l’opinione della curatrice Ema Makarun –. Si è dato il via a una collaborazione internazionale; all’inaugurazione della mostra era presente la console olandese, così come l’ex primo ministro olandese e inoltre sono accorsi anche molti artisti provenienti da Vienna per supportare l’esposizione e ciò ha una grande importanza”.
Per tutti gli appassionati di arte ma anche per i più curiosi la mostra sarà aperta fino al 17 dicembre ed è visitabile dal martedì al sabato dalle ore 10 alle 18.

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