Il Rin Tin Tin invade la CI

I piccoli dell’asilo in lingua italiana si sono presi la Sala spettacoli per l’appuntamento di Carnevale

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Il Rin Tin Tin invade la CI
La sala spettacoli invasa dai colori. Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

“C’era una volta il signor Arlecchino che a tutti quanti faceva l’inchino e, se nessuno gli offriva il caffè, lui si girava e faceva pè-pè… E Pulcinella, che è un grande imbroglione si divertiva a fare il burlone… Ecco con noi il dottor Balanzone, da tutti quanti pretende attenzione… Ma la più bella e anche carina fra tutti quanti è Colombina…Ma cos’è cosa non è…trallalero trallalà”. É così che a ritmo della celebre Tarantella di Carnevale, le hanno combinate di tutti i colori, fatto una gran confusione e imbrattato a dovere la Comunità degli Italiani di Pola. Letteralmente contaminata da ogni sorta di coriandoli e stelle filanti, sedie e tavolini ingombri di montagne di cappottini e zainetti, banchi pieni di succhi da frutta con cui dissetarsi e magari versare qualche goccia. Un bel disastro, anzi bellissimo, di quelli che trasformano il nostro Circolo nel regno dei giovanissimi, si spera nei piccoli connazionali del futuro e, forse, in qualcuno che un giorno, all’elementare Martinuzzi e ai licei della Dante, saprà già riconoscere i celeberrimi personaggi della commedia dell’arte italiana, con i quali sì è cantato e inaugurato le danze. Un Carnevale così – alla sala spettacoli ieri mattina – è in grado di regalare una didattica che resta impressa con gioia nella mente di pirati principesse, cowboy, draghi, spagnole, gente di corte, tigri, farfalle, coccinelle, fatine, ninja, pierrot, vigili del fuoco, piloti e tanti altri personaggi di tutto quel piccolo grande popolo che dai soggiorni prescolari della scuola d’infanzia in lingua italiana Rin Tin Tin è partito alla volta della Comunità, per diventarne padrone assoluto.

Eccoli qua come usciti dalla Marvel Comics, più potenti che mai Batman e Superman, Spiderman e verdi Hulk. Tanti e diversi supereroi, ma tutti con un denominatore comune regalato dai costumi in commercio: la poderosa muscolatura riprodotta da imbottiture di spugna. E visti così già sembrano comunicare quanto sia ritenuta importante oggi la palestra e la cultura dello scolpire un corpo ideale, al pari dei divi e influencer. Il Carnevale del Rin Tin Tin in questi ambienti è una grande tradizione che sa già essere un po’ spia della capacità di uscire dagli schemi, cambiare le carte in tavola, osare di più. Ed ecco che ai soliti supereroi maschietti, viene affiancato il corrispettivo al femminile: superwomen, supergirl, wonder women, piratesse, scheletrine… Son piccole donne che già lottano per la par condicio. Tutto fa spettacolo, come a Sanremo, inserendo nella play list della festa, pure lo strampalato “Ballo del qua qua”, imitando il trio Amadeus-Travolta-Fiorello, ma senza scendere nel macchiettistico. Danzare insieme, scatenarsi, cantare a squarciagola qui è concesso, come in una commedia dell’arte in versione più moderna e festiva, perché in fin dei conti nulla è cambiato. L’uomo, in età infantile (e anche poi) sa essere saltimbanco, mimo, cantastorie, giullare e simpaticamente ciarlatano. Basterebbe saper conservare l’energia, la vivacità e quel tanto di pensiero genuino e poetico insito nella mente di tutti questi piccoletti. Con salti e balletti, fatta eccezione per le capriole e i rotolamenti sul pavimento, sono state protagoniste anche le educatrici, soprattutto quelle che più hanno conservato quello spirito bambino, che non hanno disdegnato il travestimento fino a farsi seguire, in girotondo, in fila indiana, a spirale e a ruota da tutta una tribù sparpagliata. Titti, Topo Gigio, Bassotti, Cip e Ciop, Pinguini, Delfini: i gruppi non hanno fatto differenza ma creato il popolo di Messer Carnevale, il personaggio che oggi (considerato il contesto di brutture nel quale ci si ritrova impelagati), meglio meriterebbe di tenere in mano le redini della gestione del mondo.

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