Capodistria. Un Manzoni sempre attuale da citazioni a testi scolastici

A Palazzo Gravisi-Buttorai l’evento promosso congiuntamente dai Comitati societari «Dante Alighieri» di Trieste e Capodistria

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Capodistria. Un Manzoni sempre attuale da citazioni a testi scolastici
“Manzoni quotidiano” a Palazzo Gravisi. Foto: MARIANGELA PIZZIOLO

Il Comitato di Capodistria della Società “Dante Alighieri” e quello di Trieste hanno unito le loro forze per organizzare il loro primo evento insieme, ovvero “Operazione Manzoni. Manzoni quotidiano”, tenutosi martedì sera presso Palazzo Gravisi-Buttorai. I rispettivi presidenti, Valentina Petaros Jeromela e Fulvio Salimbeni, hanno dato il benvenuto al pubblico, tra i presenti pure il console generale d’Italia a Capodistria Giovanni Coviello, nonché ringraziato la CAN di Capodistria e la Comunità degli Italiani “Santorio Santorio” con il suo presidente Mario Steffè per l’ospitalità, per poi dare la parola al relatore Stefano Di Brazzano. Il suo intervento, pensato in occasione del 150º anniversario dalla morte di Alessandro Manzoni, si è soffermato sul lascito dell’autore non soltanto sul piano letterario ma anche su quello del linguaggio quotidiano. La celebre opera “I Promessi Sposi”, che richiese a Manzoni circa due decenni di lavoro, tra versioni, modifiche e pulizia linguistica, ha volutamente e profondamente influenzato la cultura italiana, tanto da essere utilizzata proprio per divulgare una lingua comune alla novella nazione. L’immediato successo che ottenne tra il pubblico, ha raccontato Di Brazzano, è confermato dalle copie contraffatte che circolarono in tutta la Penisola ancor prima che l’autore potesse ricavare qualche profitto economico. Lo stile letterario caratterizzato dalla precisione, dalla chiarezza e dalla capacità di rappresentare la complessità della natura umana, la scelta dei personaggi del volgo e l’intreccio della trama hanno reso “I Promessi Sposi” un best seller, la cui influenza è ancora evidente nella narrazione contemporanea, nel teatro e nella scrittura giornalistica. “Questa cosa non s’ha da fare” in relazione a qualche progetto che non può ingranare, “quelli sono come i capponi di Renzo” per riferirsi a politici che anziché coalizzarsi si azzuffano a vicenda, “usare il latinorum” per descrivere un linguaggio eccessivamente astruso ed esclusivo, sono soltanto alcuni degli esempi di cui si è avvalso il professore Di Brazzano. L’influsso del romanzo nella cultura popolare ha dato origine anche a tutta una serie di prodotti collaterali, dalle cartoline, ai fotoromanzi sino agli sceneggiati televisivi. Per la serata “Manzoni quotidiano”, il relatore ha voluto soffermarsi sullo spettacolo parodistico del Quartetto Cetra, andato in onda durante il varietà televisivo Al Paradise nel 1985 con Al Bano che interpreta Renzo e Romina Power che veste i panni di Lucia e, insieme a molti altri artisti, ricostruiscono la storia del romanzo utilizzando le melodie di famose canzoni italiane. Lo spettacolo fu trasmesso con successo sui canali RAI e ancora oggi alcuni spezzoni vengono riproposti sul programma vintage serale Teche-teche-tè. Di Brazzano ha poi elencato altre opere di Manzoni che vengono spesso citate, come il “5 maggio” a cui si devono le espressioni “Ei fu” e “dalle Alpi alle Piramidi”. Se è quindi piuttosto palese quanto lunga sia la serie di parole ed espressioni entrate nell’uso comune, per sapere per quanto tempo ancora si citerà Manzoni, sino a quando i suoi scritti verranno letti come principali testi scolastici e che tipo di prodotti verranno ancora ricavati dalla sua opera, si deve lasciare “ai posteri l’ardua sentenza”.

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