Grbin, Mostarac e Kirigin: «Asili gratis per tutti»

Il presidente dell’SDP commenta il decreto del governo sul finanziamento dell’educazione e istruzione prescolare con i sindaci di Castua e Abbazia

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Grbin, Mostarac e Kirigin: «Asili gratis per tutti»
Matej Mostarac, Peđa Grbin e Fernando Kirigin. Foto: GORAN ŽIKOVIć

“Asili e nidi d’infanzia gratis per tutti”, è un messaggio chiaro quello lanciato ieri da Peđa Grbin da Castua, assieme al sindaco locale Matej Mostarac e a quello abbaziano Fernando Kirigin. Il presidente dell’SDP e i suoi colleghi di partito si sono rivolti ai media per reagire al decreto annunciato dal governo relativo al cofinanziamento degli asili. “L’SDP già due mesi fa aveva presentato il suo progetto che prevede gli asili gratis per tutti – ha detto Grbin – perché in un periodo segnato dall’inflazione, difficile per molti cittadini, per i genitori dei bambini piccoli le rette rappresentano spesso un problema. Siccome le entrate nel Bilancio dello Stato crescono più velocemente rispetto alle paghe e le pensioni, riteniamo che lo Stato debba provvedere al finanziamento dell’educazione e dell’istruzione prescolastica. Come? Lo Stato dovrebbe semplicemente prendersi carico di quanto sono chiamati a pagare i genitori in tutto il Paese. Questa è una misura che può essere intrapresa subito, con la stesura del Bilancio di previsione per il 2024. Noi non ci fermeremmo qui perché è necessario anche migliorare il livello del servizio e aumentare le retribuzioni a educatrici ed educatori. Allo stesso tempo, attraverso i fondi dell’Unione europea, in tempi ragionevolmente brevi, è necessario costruire asili nuovi per arrivare a fine decennio con una situazione migliore, in cui sarà iscritto ogni bambino. Il decreto del governo, oltre che arrivare in ritardo, è insufficiente. La Croazia è stata suddivisa per categorie privilegiando i centri meno sviluppati. Assicurano per le aree sottosviluppate ciò che noi proponiamo per l’intero Paese, cioè il cofinanziamento del 50 per cento dei costi. Per i centri più sviluppati economicamente lo Stato parteciperebbe con il 6,25 per cento, decisamente poco per migliorare il servizio, aumentare gli stipendi e per la costruzione di nuove strutture. Non è sufficiente, anzitutto per coprire quanto pagato oggi dai genitori. Per mettere in atto quanto proponiamo sono necessari 300 milioni di euro, l’1 per cento del bilancio. È poco se teniamo conto del calo demografico e del fatto che in dieci anni il numero dei nati nel Paese è diminuito di 7.000 unità”.

Il sindaco di Castua, Matej Mostarac ha detto: “A Castua e in altri enti locali a guida dell’SDP gli asili non vengono considerati soltanto come un luogo in cui bambini vengono accuditi. Pensiamo all’educazione e all’istruzione prescolare con l’impiego di personale altamente qualificato. Noi ce l’abbiamo, compresi i pedagogisti e logopedisti. Sono componenti irrinunciabili in questo segmento. Il livello del servizio che abbiamo raggiunto noi dovrebbe essere accessibile a tutti. Pertanto, ritengo sia inaccettabile il decreto che prevede più mezzi lì dove ne hanno meno bisogno, perché nelle zone meno sviluppate i bambini sono pochi. Nelle aree sottosviluppate occorre creare posti di lavoro affinché qualcuno venisse a vivervi. Un buon servizio gratuito è ciò che chiediamo anche nei centri sviluppati”.
Sul fatto che si tratti di un decreto discriminatorio è d’accordo anche il primo cittadino di Abbazia Fernando Kirigin che ha illustrato il modello abbaziano: “Arrivo da una Città nella quale tutti i bambini in età prescolare sono stati iscritti nelle nostre strutture. Sono iscritti tutti coloro che soddisfano le condizioni richieste. Inoltre, abbiamo introdotto l’esenzione dal pagamento della retta per il secondo bambino iscritto dai genitori e per ogni successivo. Ripeto, il secondo o terzo bambino fruiscono del servizio gratuito. Non abbiamo fatto distinzioni tra genitori ricchi e coloro con meno disponibilità economiche. Anch’io sono dell’avviso che il decreto proposto sia da rivedere, senza discriminazioni tra amministrazioni locali ricche e meno ricche. Tutti i bambini in Croazia devono essere considerati nello stesso modo. Con il 6,25 per cento a Castua o ad Abbazia non possiamo fare praticamente nulla”.

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