Fiume. A Grobnico migranti tentano di rapire un ragazzino. La Polizia: “Non è vero”

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Fiume. A Grobnico migranti tentano di rapire un ragazzino. La Polizia: “Non è vero”
Agenti di polizia davanti al luogo in cui è stato ritrovato il corpo del killer

Già da alcuni giorni a Fiume e nel circondario il tema principale tra i cittadini è il presunto tentativo di rapina di un ragazzino di 15 anni da parte di alcuni migranti. L’episodio si sarebbe verificato a Grobnico, nell’entroterra fiumano giovedì 21 dicembre, poco dopo le 21, quando un furgoncino si è avvicinato al giovane che stava rientrando a casa, ma è riuscito a divincolarsi ed a scappare. La notizia è diventata subito virale sui social e il giorno dopo ha avuto un nuovo episodio con gli appartenenti dell’Armada di Grobnico, lo zoccolo duro del tifo del Rijeka calcio, che avrebbero trovato i presunti rapitori, alcuni migranti, e li avrebbero trattenuti fino all’arrivo della polizia. Ma la Questura litoraneo-montana ha smentito che si sia trattato di un tentativo di rapina o di qualsiasi altro tipo di reato.

“La polizia ha sentito diverse persone e adottato altre misure per stabilire tutti i fatti inerenti a questo caso- si legge nella nota della polizia -. Tutto ciò che è stato fatto finora non ha portato a nulla che suggerisca o confermi sospetti di un tentato rapimento o di qualsiasi altro reato”.

Inoltre, in relazione ad alcuni post apparsi sui social, ripresi anche da alcuni siti news, secondo cui un gruppo di cittadini avrebbe fermato  i responsabili, “informiamo che ciò non corrisponde alla realtà dei fatti, poiché le persone menzionate non sono coinvolte in alcuna attività criminale. Allo stesso modo, informiamo che sulla base di tutte le informazioni raccolte finora, la polizia non collega gli immigrati illegali al caso in questione”.

La polizia “continua con le indagini  cin modo da fare chiarezza su tutte le circostanze di questo evento. Appelliamo, quindi, ai cittadini e a tutti coloro che operano nello spazio pubblico di non diffondere informazioni non verificate e con la loro pubblicazione di non causare allarmismi infondati tra i cittadini, evitando di incoraggiare l’intolleranza verso singole persone”, conclude il comunicato della Questura litoraneo-montana.

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