Pola. Alberi abbattuti, la Città indaga

Nella zona dovrebbe venire costruito un distributore di benzina. Per fare posto alla strada d’accesso sono stati eliminati diversi pini ridotti in pezzi. Il Municipio ha deciso di verificare la manovra in corso con interventi sul posto, compresa l’esamina della documentazione progettistica

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Pola. Alberi abbattuti, la Città indaga
Foto Giuliano Libanore

Non un raptus di ordinaria follia, ma un’esecuzione capitale programmata: è quanto successo nell’area “di nessuno” dove quasi termina Siana e ancora non comincia Valvidal (retrostante l’ipermercato alimentare Plodine), in via delle Brigate d’oltremare alias circonvallazione di Pola. Quella di cui si va orgogliosi, per la sua aiuola centrale di oleandri da spartitraffico tra le corsie e per il filare di Pinus Pinea ai suoi bordi, è caduta in mano all’iniziativa edile privata che lungo un tratto di circa 100 metri ha fatto letteralmente strage di alberi a titolo di costruzione di una strada d’accesso per un nuovo distributore di benzina. È successo in quattro e quattr’otto, in un momento non meglio precisato, forse anche con la complicità del buio. Quando, perché, chi è stato? A chiederselo sono i pedoni che regolarmente attraversano la passeggiata e che ad un certo punto si fermano e imbattono nel panorama dell’orrore: enormi alberi divelti, ceppi che lacrimano resina, tronchi sani ridotti a pezzi e pezzettini, rami e aghi che ancora prfoumano sparpagliati tra materiali da risulta e scarto. Una montagna di rifiuti verdi.

Dal servizio informazioni cittadino, si apprende che il Municipio, finora all’oscuro di tutto, ha deciso di vederci chiaro, di verificare la manovra in corso con interventi sul posto, compresa l’esamina della documentazione progettistica. Della serie strano ma vero: evidentemente, chi ha in mano la gestione della Città non è stato messo al corrente di un intervento oltremodo vistoso e invasivo eseguito in piena area urbana, lungo la sua arteria più rappresentativa e trafficata, che fa da collante attorno alla zona più fittamente abitata di Pola. L’impresa che ha recintato la zona trasformandola in cantiere è la “Palir”, s.r.l. di Zagabria, il cui rappresentante Ivan Iličić ci conferma soltanto che “si sta costruendo una corsia d’accesso alla futura stazione” e nulla più. Cercando risposte più concrete nella rappresentazione grafica del terreno nelle mappe catastali di Pola, si scopre tutto un rebus di particelle e porzioni più o meno grandi di terreni che s’intersecano e che per lo più sono contrassegnati alla vecchia maniera quali “proprietà sociale”, che vuol dire “pubblica”. Vale nel caso delle particelle 1824/20 e 1824/19 che s’incrociano nel punto dove c’erano gli alberi appena depennati dal nostro patrimonio verde, indubbiamente senza tenere conto dell’etica ambientalistica e della necessità di salvaguardare il paesaggio urbano. A fare la differenza è l’appezzamento a coriandolo numero 1828/12, contrassegnato come “campo arabile”, di proprietà della Tifon s.r.l. di Zagabria, impresa che detiene la gestione di quasi una trentina di distributori di benzina con snack-bar in tutta Croazia. L’anzidetto tratto di terreno è ubicato esattamente alle spalle dell’ora “defunto” filare di pini.

Foto Giuliano Libanore

Pur volendo comprendere le ragioni della futura sostituzione di questi alberi quarantenni rigogliosi, messi a dimora in contemporanea con la costruzione della circonvallazione, non è chiaro perché degli abbattimenti radicali debbano essere così indiscriminati, non è chiaro perché i progetti edili non si possano adeguare all’organizzazione ambientale preesistente o fruire di una strada d’accesso già formata qualche decina di metri più in là, non è chiaro a cosa serva un’ulteriore distributore quando proprio dall’altro lato della circonvallazione vi è ubicato un altro. Il rebus dei rebus potrebbe individuare risposta anche nell’appezzamento vicino: l’area del grande progetto fallito di nome “PulAgate”, che ancora una quindicina di anni fa avrebbe dovuto stupire Pola con tanto di effetti speciali: un centro commerciale con cinema, locali del business, annessi e connessi. Dentro all’enorme e desolata fossa, con strutture in cemento armato del tutto ruggine, che per anni si trasformava in piscina dalle dimensioni olimpiche a ogni pioggia, ci risulta essere del movimento, probabilmente su commissione della ditta – zagabrese pure questa – MPB (Mayer Property Beta), che avrebbe rilevato la proprietà su quest’area per avviare un progetto edile proprio. Si tratta della medesima impresa che ha già riqualificato terreni in disuso e aperto la strada alla costruzione di grandi edifici abitativi come quello di via Rakovac e altri in via Božo Gumbac. Voci di corridoio dicono che ci sarebbe un nesso di “partenariato” o di reciproco interesse tra il PulAgate e il venturo distributore. Nel frattempo, requiem per il nostro patrimonio arboreo.

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