Minoranze. Le eterne sfide

A Pécs, in Ungheria, il Congresso dell’Unione federale delle nazionalità europee. Presente pure il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul. In primo piano le difficoltà che praticamente tutte le Comunità nazionali si trovano ad affrontare, a partire dall’assimilazione

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Minoranze. Le eterne sfide
Maurizio Tremul, presidente dell'Unione Italiana. Foto: Željko Jerneić

l 67° Congresso dell’Unione federale delle nazionalità europee (FUEN-Federal Union of european nationalities) è in corso a Pécs (la città ungherese è detta Pečuh in croato e Fünfkirchen in tedesco, mentre in italiano era in uso un tempo il poleonimo Cinquechiese, nome ormai desueto). La scelta della FUEN di organizzare in Ungheria il suo consueto incontro annuale si lega alla ricorrenza del trentennale dell’approvazione della legge sulla tutela delle minoranze nazionali da parte del Parlamento di Budapest. Tra le delegazioni presenti all’appuntamento (8-10 settembre) c’è anche quella dell’Unione Italiana. L’associazione apicale degli italiani di Croazia e Slovenia ha aderito alla FUEN nel 2021 ed è rappresentata a Pécs dal suo presidente, Maurizio Tremul.
“Il Congresso, che è durato due giorni, è ruotato sostanzialmente attorno a una serie di incontri e dibattiti attinenti al trentennale della legge ungherese sulle minoranze e l’autonomia culturale dalla prospettiva delle Comunità nazionali ed etniche”, ha detto Maurizio Tremul, che oggi parteciperà all’Assemblea dei soci della FUEN, il massimo organo deliberativo dell’associazione, che in questa fase sta ragionando se continuare a occuparsi prettamente di questioni legate ai diritti minoritari e umani o se assumere un approccio più politico.

“Al Congresso hanno partecipato i rappresentanti di tutte le autonomie minoritarie operanti in Ungheria (l’unità amministrativa del popolo croato, ad esempio, è denominata Országos Horvát Önkormányzat – Hrvatska Državna (Zemaljska) Samouprava, ovvero Autonomia Statale Croata, nda.) che hanno illustrato la loro situazione. Emerge – ha notato Tremul – che il Paese vanta un elevato livello legislativo in termini di diritti umani e minoritari. Le Comunità nazionali sono tutelate e hanno i propri rappresentanti”. “Comunque, nonostante questo livello di tutela, emerge che le minoranze, tra queste quella croata e slovena, riscontrano i nostri stessi problemi: assimilazione, diminuzione dei dichiarati ai censimenti, disaffezione verso l’identità minoritaria… Sono problemi con cui le minoranze devono fare i conti, con la consapevolezza che non esiste una ricetta universale per affrontarli. In Ungheria le minoranze tentano di affrontare queste sfide ricorrendo a strategie simili alle nostre, ad esempio promuovendo campagne di sensibilizzazione verso i giovani attraverso le reti sociali”.

“Le nostre partecipazioni agli incontri della FUEN sono interessanti giacché ci permettono di stabilire rapporti con le altre minoranze, ma anche perché ci danno il modo di capire il grado delle tutela delle Comunità nazionali in Europa. Alcune esperienze sono paragonabili alla nostra, altre, ad esempio i danesi in Germania, invece, hanno raggiunto livelli più avanzati”, ha dichiarato Maurizio Tremul.

Nel corso della giornata di ieri il presidente dell’Unione Italiana ha visitato, nell’ambito di uno dei Gruppi di lavoro della FUEN, il Polo scolastico croato “Miroslav Krleža” di Pécs, in seno al quale operano l’Asilo d’infanzia, la Scuola elementare e il Ginnasio croati, nonché una Casa dello studente. “Una bellissima struttura. Ci hanno spiegato le problematiche che incontrano, in primis il reperimento dei docenti. Una sfida che alla fine però riescono sempre a superare. Ci hanno parlato dalla loro linea guida, che è chiarissima, ovvero formare l’identità croata dell’allievo. Lo fanno studiando le tradizioni locali della minoranza croata sul territorio, ma anche mettendo in evidenza sulle uniformi scolastiche la Scacchiera (Šahovnica)”, ha affermato Maurizio Tremul, aggiungendo che alla Miroslav Krleža gli alunni che desiderano iscrivere il Ginnasio croato, ma che per vari motivi non hanno una padronanza soddisfacente della lingua croata, possono frequentare una sorta di “anno zero”. “Un periodo riservato fondamentalmente all’apprendimento della lingua croata”, ha chiarito il presidente dell’UI.

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