Fondi per la CNI: oltre 9 milioni di euro

0
Fondi per la CNI: oltre 9 milioni di euro
Foto Goran Žiković

Oltre 9 milioni di euro, un aumento del 10 p.c. rispetto allo scorso anno: sono i mezzi che l’Unione Italiana ha assicurato per il 2022, destinati a iniziative che hanno come obiettivo la salvaguardia e la promozione della lingua e della cultura italiane, come della stessa Comunità Nazionale Italiana in Croazia e Slovenia. La manovra di assestamento del bilancio di previsione, dettata dall’incremento dei fondi, soprattutto di quelli dalla Croazia, è stata accolta dall’Assemblea nella sua seconda seduta ordinaria, a Capodistria. Più che altro, è emersa una panoramica dei finanziamenti e delle iniziative approvate in precedenza dell’Assemblea e che poi sono state valutate e accolte in sede di Comitato di coordinamento per le attività in favore della minoranza italiana in Slovenia, Croazia e Montenegro. Due le parole chiave: da una parte, il sostegno prioritario a educazione, istruzione e formazione; dall’altro, il costante supporto alle Comunità degli Italiani.

Entrate, segno positivo

Sono dunque di segno positivo (+675.858 euro) le entrate complessive, anche se l’incremento riguarda principalmente i finanziamenti della Croazia (di cui 175.592 euro dal Consiglio delle minoranze nazionali; 3.997.744 euro dall’Ufficio governativo per i diritti umani e i diritti delle minoranze nazionali; e quasi 28mila euro dalla Regione istriana), che ora compongono il 46,67 p.c. (+11,05 p.c.) del bilancio UI. In questo contesto, commentando la manovra, il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul, ha riconosciuto il merito del vicepresidente del Sabor e deputato italiano, Furio Radin, che ha ringraziato. Inoltre, è stata fatta un’intensa azione politica, che ha coinvolto l’UI e in prima persona lo stesso Tremul, tesa a ottenere il rifinanziamento della Legge 73/01.

I mezzi che arrivano dall’Italia (rispettivamente 335.199 euro dalla Legge 16/14 della Regione Friuli Venezia Giulia; 1.461.885 euro dal capitolo 4545 e oltre 2,66 milioni dal capitolo 4544), pur calando dell’11,19 p.c., arrivano a sfiorare la metà di tutte le entrate. Calano le risorse stanziate da Lubiana (Ufficio per Nazionalità), che scendono allo 0,56 p.c. (attestandosi a 50.400 euro, -0,01 p.c.), viceversa salgono dello 0,16 p.c. quelle derivanti dalle spese di gestione legate alle Convenzioni Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale-Unione Italiana-Università Popolare di Trieste (il 3,34 p.c. della torta, nell’insieme più di 297mila euro).
Mondo scuola e CI in testa

Alle istituzioni prescolari, scolastiche e universitarie (indice pari a 202 in confronto al 2021), vanno 3.356.513 euro, oltre un terzo di tutte le risorse; subito dietro le Comunità degli Italiani, con 2.839.798 euro (-13 p.c.); seguono il settore delle istituzioni della CNI (in cui ci sono l’ente giornalistico-editoriale Edit di Fiume, il Centro di Ricerche Storiche di Rovigno, il Dramma Italiano di Fiume, il Centro studi di musica classica dell’UI Luigi Dallapiccola, i Programmi italiani di RTV Capodistria, il Centro Carlo Combi di Capodistria, la Società di studi storici e geografici di Pirano) e della collaborazione transfrontaliera con 1.160.325 euro e la Cultura e Arte con 420.229 euro (entrambi con -9 punti); quindi le attività giovanili (300.408 euro), l’imprenditoria e comunicazione (108,064 euro), gli affari giuridico-amministrativi (61.885 euro). Le spese funzionali dell’UI ammontano a 763.218 euro.

Il nodo del Censimento

Nulla o quasi da ridire, come del resto anche sugli altri argomenti intavolati a Capodistria. Diverse proposte e suggerimenti, questi sì. A essere attivo soprattutto il consigliere di Abbazia, Krsto Babić. Innanzitutto, ha posto il problema del Censimento 2021 in Croazia, che ha fatto emergere dati preoccupanti sul calo numerico della presenza italiana sul territorio: se ne discuterà in seno all’Assemblea? La disponibilità a farlo è stata espressa da parte del presidente del parlamentino UI, Paolo Demarin, il quale ha fatto presente che la questione è stata già trattata dalla Giunta esecutiva, delineando anche alcune strategie d’intervento in questo ambito.

Tra le altre richieste, Krsto Babić ha sollecitato il ripristino (nella prossima finanziaria) delle borse libro per i docenti del mondo scuola, i giornalisti CNI, i soci delle Comunità e ha auspicato un maggior sostegno alle istituzioni di cui l’UI è il fondatore (Edit, CRS, Agenzia AIA di Capodistria). Inoltre, richiamandosi all’uniformità di trattamento, ha sollecitato l’introduzione anche nella parte croata della cosiddetta aggiunta bilinguismo sulle paghe di insegnanti e giornalisti, richiamandosi all’esempio della Slovenia. Se per le scuole bisognerà fare affidamento sulla disponibilità del Ministero croato della Scienza e dell’Istruzione, il discorso si semplifica, in presenza di volontà a farlo, per le istituzioni che fanno capo all’UI.

Valmer Cusma, consigliere di Pola, è ritornato sulla faccenda dell'”ufficio per la tutela e promozione del dialetto istroveneto” e le assunzioni fatte per quest’ultimo, nonché ha posto un’interrogazione riguardante lo status occupazionale di un connazionale. Il presidente della Giunta esecutiva, Marin Corva, ha precisato che l’Unione Italiana non ha aperto alcun nuovo ufficio, ha spiegato che in seguito a un bando di concorso l’UI ha impiegato, “a progetto”, un referente/consulente (su tutto, peraltro è stata fornita già un’informazione scritta ai consiglieri), mentre sul secondo punto ha detto che farà delle verifiche prima di fornire una risposta.
Aspettando Schengen

Al centro dell’intervento del consigliere fiumano Mauro Graziani (Fiume), oltre alle scuole, in particolare “la posizione difficile” del Dramma Italiano all’interno del Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” di Fiume. La compagnia di prosa della CNI starebbe affrontando “tanti problemi”, ha lamentato Graziani, anche a causa della Sovrintendenza. Un tema che bisognerà senz’altro affrontare e di cui Gaetano Benčić, responsabile del settore Istituzioni della CNI e collaborazione transfrontaliera nella Giunta esecutiva UI, si è detto consapevole, come pure della necessità di tener conto dei molteplici aspetti della questione, anche alla luce di quelle che sono le reali esigenze della CNI e di un cambiamento negli atteggiamenti, che preveda una compartecipazione al sostegno alle istituzioni della CNI, da parte degli stessi connazionali.

Dopo un inizio mandato un po’ accidentato (a Fiume), l’altra sera a palazzo Gravisi-Buttorai non c’è stato vero confronto, probabilmente perché gli argomenti – più che altre delle prese d’atto (mancano ancora quelle sui bilanci consuntivi 2021 dell’Edit e del CRS, si attende la presenza dei rispettivi direttori) – erano tali da non lasciare granché spazi di discussione. Un particolare, non di poco conto, evidenziato con grande soddisfazione da Demarin: quella del 30 novembre scorso è stata probabilmente la penultima riunione (un altro appuntamento è previsto a dicembre, l’ultimo di questo anno) in cui una parte dei consiglieri ha dovuto attraversare, esibendo i documenti per il controllo, il posto di blocco al confine croato-sloveno: con il 1º gennaio anche la Croazia quasi sicuramente farà parte di Schengen, lo spazio europeo senza frontiere. E ciò, ha sottolineato il presidente dell’Assemblea, rafforzerà ulteriormente l’unitarietà, che è uno dei capisaldi dell’UI e della CNI.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display