Putin, discorso alla Russia: ‘grazia’ la Wagner e non nomina Prigozhin

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Putin, discorso alla Russia: ‘grazia’ la Wagner e non nomina Prigozhin

“La rivolta armata sarebbe stata soppressa in ogni caso”. E’ un passaggio del discorso che Vladimir Putin, presidente della Russia, rivolge alla nazione a 48 ore dalla conclusione della rivolta della Wagner. I mercenari di Evgheny Prigozhin si sono fermati sabato a 200 km da Mosca prima di tornare nelle proprie basi. Il leader dell’organizzazione, segnalato in Bielorussia dai media, non viene mai nominato da Putin che però usa parole durissime verso gli organizzatori della rivolta: “Saranno portati davanti alla giustizia” per “attività criminale che ha mirato a indebolire il paese”.

Putin, nel suo discorso di 5 minuti, ringrazia i combattenti della Wagner per la “decisione corretta” di fermare la marcia verso la capitale e, allo stesso tempo, lascia intendere che in Russia l’organizzazione non avrà più spazio. “Ringrazio quei soldati e comandanti del gruppo Wagner che hanno preso esclusivamente la decisione giusta: non sono andati verso un bagno di sangue fratricida, si sono fermati in extremis”. I miliziani avranno “l’opportunità di continuare a servire la Russia firmando un contratto con il ministero della Difesa o con altre agenzie, oppure potranno tornare dalle famiglie e dagli amici. Chiunque vorrà, potrà andare in Bielorussia”.

“Fin dall’inizio degli eventi, su mie dirette istruzioni, sono state prese misure per evitare un grande spargimento di sangue – precisa Putin – Ci è voluto del tempo, anche per dare a coloro che hanno commesso un errore la possibilità di cambiare idea, per chiarire che le loro azioni sono state fortemente respinte dalla società, per le conseguenze tragiche e devastanti per la Russia, per il nostro stato, che avrebbe potuto portare l’avventura in cui sono stati trascinati”.

“Fin dall’inizio della ribellione – aggiunge il leader – le autorità hanno preso immediatamente tutte le decisioni necessarie per neutralizzare la minaccia che si era presentata, per proteggere l’ordine costituzionale, la vita e la sicurezza dei russi. Una ribellione armata sarebbe stata comunque soppressa. Gli organizzatori della rivolta lo hanno capito, tutti lo hanno capito, compresi coloro che hanno partecipato ad azioni criminali per dividere e indebolire il Paese, che ora sta affrontando una colossale minaccia esterna, una pressione senza precedenti dall’esterno”.

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