Navalny, ultimatum alla madre: accettare funerale segreto. Lei rifiuta e denuncia

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Navalny, ultimatum alla madre: accettare funerale segreto. Lei rifiuta e denuncia

(Adnkronos) – Alla madre di Alexei Navalny è stato imposto un ultimatum perché accetti un funerale segreto per il figlio entro tre ore, altrimenti verrà sepolto nella colonia penale. Lo hanno riferito Kira Yarmish e Ivan Zhdanov, collaboratori di Navalny, secondo quanto scrive Meduza. Lyudmila Navalnaya ha però rifiutato, chiedendo il rispetto della legge che impone la consegna della salma entro due giorni dall’accertamento delle cause della morte.

“Un’ora fa, un inquirente ha chiamato la madre di Alexei e le ha dato un ultimatum. O acconsente ad un funerale segreto senza un saluto pubblico entro tre ore, o Alexei verrà sepolto in una colonia penale. Lei ha rifiutato di negoziare con la Commissione investigativa perché questa non ha l’autorità di decidere come e quando deve essere sepolto suo figlio”, si legge in una dichiarazione diffusa da Yarmish.

La madre di Navalny “chiede il rispetto della legge, che obbliga gli inquirenti a consegnare il corpo entro due giorni da quando viene stabilita la causa della morte”. “Sulla base dei documenti medici che lei ha firmato questi due giorni scadono domani. Insiste perché le autorità permettano un funerale e un servizio funebre secondo gli usi”, ha aggiunto Yarmish.

I legali della madre di Alexei Navalny hanno presentato una denuncia contro gli inquirenti che non hanno voluto consegnarle il corpo del figlio. L’istanza rivolta al capo del comitato investigativo del distretto di Yamalo-Nenets chiede l’apertura di un procedimento penale ai sensi della legge contro “la profanazione dei cadaveri e della loro sepoltura”, ha reso noto Ivan Zhdanov, direttore della Fondazione anti corruzione creata da Alexei Navalny.

“Secondo i canoni ortodossi è consuetudine seppellire i defunti al terzo giorno. A oggi sono trascorsi otto giorni dalla morte di Navalny, ma il corpo non è stato sepolto”, si legge nel comunicato di Zhdanov, citato dal sito Meduza. Nella denuncia si legge che l’inquirente Varapaev ha comunicato a Lyudmila Navalnaya che le cause della morte del figlio erano state accertate, ma che il funerale doveva svolgersi in segreto “senza rispetto per le tradizioni”. Gli avvocati ricordano, inoltre, che il 22 febbraio Varapaev ha minacciato di “commettere azioni illegali con il corpo” per “impedire la sua sepoltura”.

Intanto, nell’ambito delle nuove sanzioni degli Stati Uniti ad oltre 500 individui ed entità in Russia a seguito della morte di Navalny, vengono colpiti il direttore della colonia penale Ik-3 dove è morto l’oppositore, il funzionario a capo del servizio penitenziario regionale e il vice direttore del servizio penitenziario russo. Lo rende noto il dipartimento di Stato americano in un comunicato in cui si sottolinea che le nuove misure intendono imporre un prezzo aggiuntivo a Mosca “sia per la repressione interna che per l’aggressione esterna” all’Ucraina, sottolineando che vi è “un chiaro legame tra l’autoritarismo della Russia, la repressione interna del dissenso e l’aggressione all’estero”.

Tra i funzionari colpiti, Valeriy Gennadevich Boyarinev, vice direttore del servizio penitenziario russo, che avrebbe “dato indicazioni al personale carcerario di riservare un trattamento duro a Navalny durante la sua detenzione”. Subito dopo la morte di Navalny, Boyarinev è stato promosso “colonnello generale” da Vladimir Putin. Poi ci sono Igor Borisovich Rakitin che supervisiona il servizio penitenziario della regione di Yamalo-Nenets dove si trova la colonia penale in cui è morto Navalny, e Vadim Konstantinovich Kalinin, il direttore dalla colonia penale Ik-3.

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