Vecchia scuola di Buie. Da palazzo vescovile a…

Il noto fotografo Slađan Dragojević ha realizzato una serie di suggestivi scatti in bianco e nero dell’edificio che a suo tempo ospitò pure la Scuola elementare italiana

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Vecchia scuola di Buie. Da palazzo vescovile a…

Un silenzio ricco di parole, mura che testimoniano di un tempo passato e aule ancora pregne di ricordi. Questo è quello che trasmettono le immagini del fotografo professionista buiese Slađan Dragojević, che tra i suoi numerosi scatti in bianco e nero ne propone pure alcuni che riguardano la vecchia Scuola elementare italiana di Buie. Gli album che Dragojević presenta su Internet sono simili a delle mostre telematiche, in quanto vengono sempre accompagnati a dei suoi pensieri personali e riferimenti storici che riguardano il soggetto fotografato. Immagini che creano un forte impatto visivo, in quanto le foto, grazie al contrasto e a diverse tonalità di grigio, fanno emergere l’anima di ciò che rappresentano. Immagini in bianco e nero che parlano di vissuto, che raccontano il passato e fanno sperare in un futuro migliore. Una mancanza assoluta di colori, che spinge l’osservatore a vedere oltre, in modo da riconoscere l’atmosfera.

Slađan Dragojević

“Ogni tanto passeggio per il centro storico di Buie, dove c’è di tutto, soprattutto automobili, che però non sono interessanti nell’argomento odierno. Mi sono soffermato, ancora una volta, nell’edificio dell’ex Scuola elementare italiana, sito in piazza San Servolo – spiega Dragojević –. L’imponente struttura attira l’attenzione e fa scaturire una domanda: cosa le sta succedendo? È oramai vuota da anni, abbandonata dalle persone e da Dio. Nel 1853, l’allora Comune di Buie contava una popolazione di 2.603 abitanti. La città, in quanto centro del distretto amministrativo, divenne anche un distretto giudiziario e a tale scopo nel nucleo storico, nell’odierna via Primo maggio, venne costruito l’edificio del Tribunale, mentre in piazza San Servolo, sempre nel perimetro delle mura cittadine, il nuovo Municipio. Quest’ultimo venne costruito sulle rovine di un antico palazzo vescovile. L’edificio venne completato nel 1878 e in seguito venne designato a ospitare la sede della Scuola elementare italiana. L’edificio si sviluppa su una superficie di circa 1.500 metri quadrati. Le ultime generazioni di studenti hanno frequentato la scuola circa 20 anni fa. Dopo di che, niente”.

Un dettaglio dell’interno dell’edificio

Uno studio creativo
“Ora, però, qualcosa si sta muovendo: le autorità cittadine hanno commissionato uno studio intitolato ‘Concetto creativo – vecchia scuola di Buie’, supportandolo con la frase introduttiva ‘Immergiti in uno scambio creativo con visionari e veri esperti all’interno delle ludoteche interculturali’. Questo concetto creativo è stato creato da un team internazionale di esperti, musicisti, artisti e amanti della cultura, nonché sostenitori nazionali e internazionali della pittoresca Città di Buie, della bellissima Regione istriana e soprattutto dello spazio magico della vecchia scuola di Buie.

La parte centrale della facciata della vecchia scuola di Buie

Lo studio – prosegue Dragojević – viene elaborato da un team internazionale di esperti, musicisti, artisti e altre persone molto serie e creative, che dicono che la nostra vecchia scuola potrebbe essere un luogo di ritrovo pubblico, fornendo un’opportunità di collaborazione con le istituzioni, organizzando vari laboratori, simposi e seminari per tutti, indipendentemente dall’istruzione e dall’età. Potrebbe pure fornire la possibilità d’istruzione non istituzionale attraverso la divulgazione di conoscenze e abilità a tutti coloro che si occupano o vorrebbero occuparsi di arte e di musica, ma non hanno l’ambizione o l’opportunità di frequentare un corso universitario o un conservatorio. L’obiettivo è entrare in contatto con le istituzioni interessate a collaborare su tale modello d’istruzione nazionale e internazionale non istituzionale. Inoltre, la vecchia scuola di Buie potrebbe diventare un luogo per le prove di orchestre e gruppi musicali, ma anche uno studio di registrazione professionale, oppure ancora un ambiente per l’organizzazione e lo svolgimento di concerti, anche all’aperto. Questo è quello di cui si occupa l’amministrazione cittadina per risolvere il problema della vecchia scuola – conclude Dragojević –. Speriamo non sia una lunga attesa”.

Una vecchia calcolatrice abbandonata sulle scale ripresa da Dragojević

Cenni storici
Dalle fonti storiche risulta che il palazzo vescovile fu eretto nel XVI secolo e nel 1700, come riportato pure nella scritta incisa nel cortile interno della vecchia scuola, venne lasciato in eredità tramite testamento da Bertucio Madruci all’allora vescovo di Cittanova, Nicolò Gabrieli, in cambio di cento messe personali. Il palazzo, come si legge ancora nell’incisione, “ormai scosso dal tempo, volto in rovina, angusto, informe” fu rigenerato, rinforzato e arricchito nella parte più alta, nelle mura e nelle stanze con le “icone dei padri”, dal vescovo Gabrieli, che “costruì anche un pozzo buono e utile per tutto il popolo, opera di carità perenne, decoro di elogio per l’eternità degno”. Accanto all’incisione si trova ancora lo stemma della famiglia Madruci.

Sui gradini una copia datata del nostro quotidiano

Il palazzo attuale che, come dice la scritta latina incisa sopra il portone, è stato eretto sulle rovine del palazzo vescovile precisamente nel 1878, porta al centro della facciata un leone di San Marco, originariamente collocato nel timpano dell’edificio, ma poi spostato al centro. Oggi la struttura è proprietà della Città di Buie.

Lo stemma della famiglia Madruci nel cortile interno della scuola

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