CI di Pisino, un sogno lungo trent’anni

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CI di Pisino, un sogno lungo trent’anni
Marin Corva, Nensi Rabar Batovac, Maurizio Tremul. Foto Denis Visintin

Correva l’anno 1992 quando Giovanni – Nini Sirotti era riuscito a coronare un sogno che aveva cullato a lungo: la riapertura della Comunità degli Italiani di Pisino, erede di quel Circolo Italiano di Cultura attivo per pochi anni nel secondo dopoguerra. Un sogno inseguito per almeno vent’anni in una città multiculturale, ma politicamente di difficile realizzazione. Alcuni anni fa Sirotti, aveva confessato d’aver paura d’uscire alla sera, causa minacce. Con l’appoggio di alcuni connazionali e l’incoraggiamento dell’allora presidente dell’Unione Italiana prof. Antonio Borme, suo preside a Rovigno, dove i pisinesi di lingua italiana furono trasferiti per seguire le lezioni dopo la chiusura delle scuole italiane a Pisino, Nini Sirotti riuscì nel suo intento. Ben presto s’organizzarono corsi, conferenze, gite d’istruzione, rappresentazioni teatrali e, al Castello di Pisino, concerti, si riannodarono i legami con la Pisino esodata e con la Famiglia pisinese, che puntualmente giungeva in città a commemorare i suoi morti, essendo ricevuta pure in Municipio. Sirotti aveva poi lasciato il timone a Mario Raunich, con un passato da calciatore nella Prima lega jugoslava. Raunich fu pure vicesindaco italiano di Pisino. Gli succedete alla presidenza Graziella Paulovich, che ha lasciato il posto a Nensi Rabar Batovac, l’attuale presidente, la quale ha salutato gli ospiti e il pubblico intervenuto.

Le celebrazioni per il trentennale della rifondazione sono state avviate dal Coro misto “Roženice”, diretto dalla maestra Ines Kovačić Drndić, che ha cantato il “Va pensiero”, con l’accompagnamento alla tastiera della professoressa Đeni Dekleva Radaković, pisinota di nascita. Il “Roženice”, ricorderemo, era stato fondato e a lungo diretto dal maestro Nello Milotti. Presenti in sala il presidente dell’Unione Italiana Maurizio Tremul, il presidente della Giunta esecutiva Marin Corva, il Console generale d’Italia a Fiume Davide Bradanini, il sindaco di Pisino Suzana Jašić, il presidente del Consiglio regionale della minoranza italiana autoctona Ennio Forlani, il vicesindaco di Pola in quota CNI Bruno Cergnul. Hanno inviato i loro saluti il presidente dell’Università popolare di Trieste Edvino Jerian e il segretario generale Fabrizio Somma.

Il sodalizio pisinese sta puntando moltissimo sui giovani, che hanno dato il loro contributo alla serata. Così Tonina Marion ha suonato alla tastiera un “Allegro” di Johann Wilhelm Hassler. I corsisti di lingua italiana, seguiti dalla maestra Ticiana Bertoša, hanno recitato “La festa”.

Nensi Rabar ha poi consegnato le targhe di ringraziamento alle istituzioni che hanno sostenuto la Comunità di Pisino in questo trentennio: l’Unione Italiana, l’UPT, il Consolato generale d’Italia a Fiume, la Città di Pisino. Riconoscimenti sono stati consegnati anche a Giovanni Marion, che da più di vent’anni sta seguendo il settore sportivo comunitario, al Coro misto “Roženice” e alla maestra Ines Kovačić Drndić e, postumo, alla compianta Graziella Paulovich per il suo immenso impegno, soprattutto per il progetto della sede e per la pubblicazione dei libri di Nerina Feresini, che ha ceduto alla Comunità degli Italiani di Pisino i diritti d’autore.

Marin Corva ha ringraziato di cuore tutti gli attivisti, con i quali la collaborazione è ottima, ringraziando tutti coloro che si sono preceduti alla presidenza, particolarmente Graziella Paulovich. Maurizio Tremul è stato testimone di quell’avvenuta rifondazione e ha espresso la sua ammirazione per questo percorso trentennale in una realtà complessa, superato con successo da tutti, particolarmente da Graziella Paulovich. Tremul ha ricordato il risveglio sociale che coinvolse l’ex Jugoslavia alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso, a cui partecipò anche la Comunità nazionale italiana, il che confluì nella sua presa di coscienza dell’appartenenza nazionale. “Gli italiani allora presero coraggio e si (ri)crearono molte Comunità degli Italiani. Era un periodo in cui con i connazionali si dialogava molto e questa capacità di dialogo deve essere ripistinata, ascoltando le ragioni degli altri per recuperare i nostri valori”.

Suzana Jašić ha portato i saluti del Municipio pisinese, le cui porte sono aperte alla collaborazione, ringraziando il sodalizio per il contributo dato alla cultura cittadina.

Il console Davide Bradanini ha ringraziato per l’attaccamento alla cultura italiana, esprimendo la sua ammirazione per tutto quello che qui si è fatto e si sta facendo.

Đeni Dekleva Radaković, ha poi consegnato alla Comunità e al Coro “Roženice”, un suo piccolo dono: la composizione “Viva Pisin”, scritta in dialetto istroveneto dal poeta pisinese Alen Pavlov. Ed è stato il “Roženice” a concludere la serata con una serie di canzoni dei “Ricchi e poveri”.

Ticiana Bertoša e due ragazzine che seguono il corso di lingua italiana. Foto Toni Erdfeld
Giovanni Marion. Foto Toni Erdfeld
Ines Kovačić Drndić e Đeni Dekleva Radaković. Foto Toni Erdfeld
Il console Davide Bradanini. Foto Toni Erdfeld
Suzana Jašić. Foto Toni Erdfeld
Il coro “Roženice”. Foto Denis Visintin

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