Trasporti a Fiume, migliorarli si può. La risposta potrebbe essere il tram

Due settimane fa, nel capoluogo quarnerino ha soggiornato un gruppo di studenti e docenti del corso di ingegneria ferroviaria dell'Università di Birmingham

0
Trasporti a Fiume, migliorarli si può. La risposta potrebbe essere il tram
La tappa ai magazzini Metropolis. Foto gentilmente concessa da Mia Kalogjera

Come migliorare la rete di trasporto di merci e passeggeri nell’area di Fiume e del suo circondario e come integrare il trasporto su rotaia con quello su strada e marittimo per renderlo più efficiente? La risposta arriva dall’Università di Birmingham, più precisamente da un gruppo di studenti del corso propedeutico nell’ambito del master di ingegneria ferroviaria, che giorni fa ha fatto tappa a Fiume nell’ambito di una visita di studio e che l’anno scorso, nell’ambito del succitato corso, ha dovuto realizzare dei progetti legati al miglioramento della rete di trasporti nel capoluogo quarnerino.

Una piacevole sorpresa
Il piccolo “tour” dei giovani ingegneri ha toccato Pola, Fiume, Trieste, Vicenza e Bologna e ha permesso loro di conoscere in prima persona in che modo siano strutturati i trasporti nell’Istria e nel Quarnero, oltre che in Italia settentrionale. Ad accompagnarli in questo viaggio educativo quanto piacevole sono stati la coordinatrice dei tirocini curriculari (in inglese degree apprenticeships manager) Mia Kalogjera (nata a Fiume, ma che da più di un decennio vive in Inghilterra), il ricercatore industriale Calum Phelan (in ing. industrial fellow) e la docente Zena Green. Nell’ambito del soggiorno a Fiume, il gruppo ha visitato il terminal in Brajdica, ha seguito l’antico tracciato percorso in passato dal tram, la zona dei magazzini ferroviari Metropolis, il terminal container in Molo Zagabria, il Campus universitario di Tersatto e il Quartiere artistico Benčić, con una tappa obbligatoria al Castello di Tersatto per ammirare la splendida vista. Da quanto riferitoci dagli studenti durante un breve colloquio, si sono trovati bene a Fiume e la città è stata per loro una piacevole sorpresa.

Le infrastrutture e i sistemi ferroviari
Al fine di conoscere meglio gli ospiti inglesi, abbiamo chiesto alla docente Zena Green di spiegarci i particolari del corso di ingegneria ferroviaria. La docente insegna a due corsi: il primo è il master in ingegneria delle infrastrutture e dei sistemi ferroviari, che è un corso molto ampio che elabora tutti gli aspetti delle ferrovie, sia quello tecnico in termini di segnaletica, infrastrutture, i veicoli ferroviari e i sistemi di trazione, sia il lato amministrativo e d’affari delle ferrovie, che studia in che modo gestire le ferrovie come un sistema e come un business, il che comprende anche i suoi dipendenti. “Il secondo corso è più focalizzato sulla sicurezza e la segnaletica e comprende i sistemi di controllo e di sicurezza: qui gli studenti si occupano della sicurezza nel sistema ferroviario, oppure si concentrano sulla segnaletica, che è molto tecnico e richiede un notevole sapere. Per questo motivo gli studenti impiegano buona parte dell’anno accademico per apprendere tutte le nozioni relative al modo in cui funziona il segnalamento ferroviario”.
Mia Kalogjera ci ha spiegato invece che “entrambi i corsi iniziano con un corso propedeutico, che precede un corso universitario regolare, nell’ambito del quale – siccome la nostra Università è frequentata da studenti provenienti da tutto il mondo e siccome diversi di loro non hanno in precedenza frequentato un corso di laurea ma sono stati apprendisti – gli studenti hanno la possibilità di acquisire le competenze accademiche di base, ovvero come fare ricerca, come scrivere, evitare i pregiudizi e il plagio. Acquisiscono così non soltanto le conoscenze essenziali, ma anche il vocabolario tecnico indispensabile in inglese, ovvero nella sua variante parlata nel Regno Unito. Infatti, anche se abbiamo studenti provenienti dagli Stati Uniti, dall’Australia, dall’India e da altri Paesi anglofoni, i loro termini tecnici differiscono da quelli usati nel Regno Unito. Ogni anno, gli studenti devono scrivere un saggio di duemila parole che includa anche un lavoro di gruppo e le competenze di presentazione. Di solito viene loro assegnato un progetto – un’ottima idea di mia collega Zena – relativo alle ferrovie, ma che non sia basato sul sistema ferroviario britannico, in quanto così gli studenti britannici sarebbero avvantaggiati rispetto ai loro colleghi stranieri, né su uno che si trovi in uno dei Paesi di provenienza degli studenti stranieri per il medesimo motivo. Quindi, cerchiamo di individuare un Paese ‘neutrale’, sconosciuto a tutti gli studenti, del quale non conoscono affatto la geografia e nemmeno la lingua. Qui, di conseguenza, si presentano diverse sfide, in quanto devono tradurre le informazioni che trovano e considerare le tradizioni e gli approcci locali alle regole sulla sanità e la sicurezza”.

Il trasporto nel capoluogo quarnerino
“L’anno scorso – ha proseguito Mia Kalogjera –, nell’ambito di questo progetto avevo loro spiegato la particolare geologia e geografia di Fiume, la sua turbolenta storia, il fatto che in passato in città circolasse un tram e l’assenza di integrazione tra il trasporto merci su rotaia, quello su strada e il traffico marittimo. Avevo rilevato che i succitati tipi di trasporto si svolgono in contemporanea, ma non sono collegati tra loro troppo bene. Il fine del progetto era quello di integrare, collegare e migliorare il sistema dei trasporti a Fiume. Ciascun gruppo aveva uno studente ‘specializzato’ nella questione del trasporto o degli abitanti come utenti del trasporto, oppure del turismo. Successivamente hanno dovuto fare ricerca e ideare un piano insieme, anche se ciascuno ha dovuto scrivere un proprio saggio incentrato sulla sua ‘specialità’ nell’ambito del progetto. In seguito hanno dovuto svolgere due varianti della loro presentazione: una per un ampio pubblico e l’altra per gli esperti nel consiglio cittadino. Il progetto ha dato vita a idee interessanti: in uno di questi la riva è stata demolita ed è stato costruito un tunnel nel sottosuolo”.
Abbiamo voluto sapere in seguito se le idee che avevano proposto nei loro progetti siano fattibili ora che hanno visitato la città di persona.

Alla ricerca di soluzioni
Abbiamo parlato con Lukas Benstem (Germania), il quale ha studiato ingegneria meccanica, per cui la pianificazione della rete di trasporti in una città è stata per lui una novità e un’interessante sfida. Ricco Tsang (Hong Kong) ha pure studiato ingegneria meccanica, ma la sua passione sono la pianificazione urbana e i trasporti ed è per questo motivo che si è iscritto all’Università di Birmingham. Sachin Shankar (Australia) ha studiato ingegneria elettrica, ma gli piace studiare le reti di trasporto pubblico nel tempo libero, per cui è stato bello trovare delle soluzioni in una città che non conoscevano, ossia Fiume.
Lukas ci ha spiegato che assieme a Ricco e Sachin ha studiato i sistemi di trasporto a Fiume, per cui hanno dovuto esaminare numerose cartoline e immagini antiche della città per individuare il tracciato in passato percorso dal tram. Secondo Lukas, sarebbe una buona idea reintrodurre il tram in centro città per snellire un po’ il traffico stradale. “Abbiamo pensato inoltre di portare la linea del tram fino al Campus universitario di Tersatto al fine di collegare diverse parti della città. Prima di vedere la città di persona non ero sicuro che questa idea potesse funzionare, ma ora mi sembra piuttosto fattibile”, ci ha riferito Lukas, il quale ritiene interessante il fatto che il terminal in Brajdica sia sistemato in uno stretto lembo di terra tra il mare e le montagne. “Si tratta di un terreno molto difficile per organizzare i trasporti, ma è bellissimo”. Ricco ha spiegato che hanno dovuto visionare le vecchie cartoline e fotografie di Fiume e in quest’ambito hanno notato diversi edifici storici che hanno dovuto individuare facendo uso di “google earth”.

Un compito interessante
“È stato un compito molto interessante che ci ha preso tre-quattro ore. Abbiamo studiato la direzione del traffico, ma soltanto quando siamo arrivati qui abbiamo capito che i nostri piani originali avrebbero dovuto subire delle modifiche”, ha osservato Ricco. Stando a Sachin, la sfida più grande che hanno dovuto superare è il fatto che nessuno degli studenti è mai stato a Fiume, per cui disponevano soltanto di cartine geografiche e di immagini scaricate da “google street view”, per cui tutto ciò che hanno proposto è soltanto una congettura. “Ora che abbiamo visitato la città, studiato il trasporto pubblico e individuato il percorso storico del tram devo dire che il nostro progetto mi sembra molto meno fattibile di quanto pensassi inizialmente. Per reintrodurre il tram sarebbe necessario modificare molte più cose rispetto a ciò che abbiamo proposto nel nostro progetto”, ha rilevato Sachin.

Grande potenziale di sviluppo
Il ruolo di Calum Phelan, ricercatore industriale all’Università di Birmingham, è quello di scrivere proposte di ricerca e di instaurare collaborazioni con altre istituzioni accademiche ed enti pubblici. “Il mio compito nell’ambito della nostra visita a Fiume è stato quello di comunicare con gli esponenti dell’Università fiumana e con quelli della Port Authority – ha dichiarato Phelan –. Ciò che è chiaro è il potenziale degli investimenti nella ferrovia in questa regione croata, soprattutto se si considera il trasporto multimodale di merci. Mi è stato riferito che in questo momento non è ancora bene sviluppato il trasporto passeggeri in direzione di Zagabria e Spalato, per cui è chiaro che con la crescita della rete ferroviaria migliorerà anche il trasporto di merci e di passeggeri in altre parti della Croazia. Credo che questo Paese sia fantastico per le ricerche soprattutto nel campo dello sviluppo sostenibile: qui mi riferisco al progetto della valle dell’idrogeno (Hydrogen Valley) che coinvolge Croazia, Italia e Slovenia e che è un’ottima opportunità di collaborazione con l’Università di Fiume, ma anche con la nostra Università. Credo che questa sia una città dall’illustre passato industriale e da un enorme potenziale di sviluppo nell’uso di fonti alternative di energia e dell’ottimizzazione della rete di trasporti su rotaia. Speriamo di poter instaurare una collaborazione con l’Ateneo fiumano nel campo dell’istruzione e ci è stato riferito che a settembre verrà organizzata una conferenza alla quale speriamo di poter inviare una nostra delegazione”, ha riferito Phelan.

Una foto di gruppo dinanzi alla Facoltà di Ingegneria edile.
Foto gentilmente concessa da Mia Kalogjera

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display