Informare gli expat italiani – un neologismo usato per indicare le persone che si trasferiscono all’estero per motivi di lavoro o di studio – in Croazia sulle elezioni europee in calendario a giugno, esplorando il ruolo cruciale dell’Unione europea attraverso un dibattito coinvolgente. Ma anche mettere a confronto la realtà italiana con quella croata e di altri Paesi (Francia, Slovenia, Paesi Bassi e Belgio). Sono questi gli obiettivi di fondo del progetto “EUROPEI” – vincitore di un bando del Parlamento europeo –, un’iniziativa ideata dalla Will Media (che nel gennaio scorso si è fusa con la Chora Media dando vita a una delle principali realtà media & entertainment digitali presenti sul mercato italiano) del Parlamento europeo e volta a coinvolgere gli italiani residenti all’estero, creando un dialogo sulla significativa presenza dell’UE nelle loro vite.
Il Centro informativo Casa dell’Europa (Europska kuća) della Commissione europea a Zagabria ha ospitato mercoledì scorso il terzo townhall meeting del progetto (i primi due si sono svolti rispettivamente a Parigi e a Lubiana, mentre i prossimi sono in programma ad Amsterdam, a Bruxelles e a Roma). Nel corso della serata – moderata dalla giornalista Luciana Grosso (di origini istriane, ha svelato nel corso della serata di essere per la prima volta in Croazia) e da Giulia Bassetto – è stato esplorato il ruolo cruciale dell’UE attraverso un dibattito coinvolgente. All’incontro hanno preso parte una ventina di persone, in prevalenza cittadini italiani che risiedono a Zagabria da almeno un anno. Tra i partecipanti anche i direttori dell’Ufficio ICE (Istituto per il commercio estero) e dell’Istituto italiano di cultura (IIC) di Zagabria, rispettivamente Sandra Di Carlo e Gian Luca Borghese, lettori di lingua italiana all’Università di Zagabria, dipendenti di importanti multinazionali hi tech, artisti, guide turistiche, stagisti… Persone giunte a Zagabria per studio, per lavoro, ma anche per amore; che in molti casi con la Croazia in precedenza non avevano alcun legame, ma pure persone che per metà sono italiani e per metà croati (figli di matrimoni misti, immersi in entrambe le culture sin dalla nascita).
Non mancano i pregi
Gli expat hanno puntualizzato che l’Italia è indubbiamente un Paese nettamente più ricco – sebbene le tantissime automobili di grossa cilindrata e le signore vestite di tutto punto potrebbero indurre a pensare il contrario –, ma hanno rilevato anche che la Croazia ha i suoi pregi. Uno di questi è indubbiamente la sicurezza (i membri dello staff di Will e Chora sono rimasti stupiti nell’apprendere che d’estate, durante la stagione turistica, la Croazia ospita agenti di polizia provenienti da una ventina di Paesi con l’obiettivo di far sentire più a loro agio i turisti stranieri, nda). Durante il dibattito, infatti, più di un partecipante ha notato che, persino a Zagabria, le ragazze possono passeggiare spensieratamente anche nel cuore della notte o come addirittura nei quartieri più popolari si ha la sensazione di correre meno rischi rispetto a rioni paragonabili nelle principali città italiane, inclusi gli appartenenti alla comunità arcobaleno che esternano pubblicamente il proprio orientamento.
Una natura strepitosa
I partecipanti hanno elogiato l’ospitalità dei croati; però li hanno giudicati tutto sommato freddi nei rapporti umani, in particolare gli uomini. Hanno criticato la scarsa sensibilità dimostrata in Croazia, ad esempio, per la raccolta differenziata, la nonchalance con la quale si gettano i mozziconi di sigaretta sui marciapiedi, la propensione a fumare anche nei luoghi al chiuso e la scarsa attenzione alla cura dei parchi e delle aree verdi, il costo delle abitazioni, in particolare se rapportato allo stipendio medio. D’altro canto è stato posto in rilevo che la Croazia, forse anche per il fatto d’avere molti meno abitanti e uno sviluppo industriale più contenuto rispetto all’Italia, vanta oltre alla costa ancora una natura (intesa come boschi e foreste) strepitosa e una biodiversità eccezionale testimoniata dalla presenza di linci, aquile, fiumi incontaminati… Per quanto concerne le politiche verdi, sostenute fortemente anche a livello comunitario, diversi partecipanti hanno notato, inoltre, d’aver visto più automobili elettriche che in Italia, che in Croazia gran parte della corrente elettrica è prodotta da fonti rinnovabili (prevalentemente centrali idroelettriche) e che il Paese, comproprietario della centrale nucleare di Krško (Slovenia), non ha fatto del nucleare un tabù.
Code al confine
E rimanendo in tema UE gli expat italiani che in Croazia vivono più a lungo hanno sottolineato come effettivamente in seguito all’adesione all’Unione europea il loro soggiorno nel Paese è diventato più semplice. Non sono mancate le lamentele attinenti alle code che si formano al confine a causa dei controlli dovuti alla sospensione temporanea di Schengen. A toccare il tema è stata una tirocinante italiana che ha trascorso la maggior parte della vita in Istria, a Cittanova. Nel corso del dibattito si è parlato anche d’identità (in questo frangente è emerso pure il tema della Comunità Nazionale Italiana autoctona). Sembra proprio che al momento le persone, anche i ventenni, siano più propense a immedesimarsi con la propria nazione che a richiamarsi a un’identità comunitaria, sebbene c’è chi è convinto che in futuro questo approccio potrebbe mutare.
Oltre a Luciana Grosso e Giulia Bassetto a curare l’incontro zagabrese per conto degli organizzatori sono state Gloria Beltrami (Eu specialist), Angelica Lato (produttrice) e Olga Galati (registra). Il materiale raccolto sarà realizzato un podcast e un video che sarà pubblicato sulla Rete dopo le elezioni europee.
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