La Russia prepara una nuova offensiva nella guerra in Ucraina e sferrerà l’attacco tra la fine della primavera e l’estate. Mosca, però, concentrerà l’attacco in particolare su una ‘zona operativa’, secondo lo scenario delineato dall’Institute for the Study of War, think tank americano che monitora il conflitto iniziato oltre 2 anni fa con l’invasione ordinata da Vladimir Putin e delinea il quadro sul campo. La Russia, affermano gli esperti, dovrebbe concentrare i propri sforzi nella zona occidentale del Donetsk, con l’obiettivo di capitalizzare i progressi di portata contenuta già conseguiti dalle forze armate negli ultimi mesi.
L’Ucraina, d’altra parte, ha già delineato un quadro nel quale la pressione russa pare destinata ad aumentare sull’asse Kharkiv-Luhansk e nella zona occidentale dell’oblast di Zaporizhzhia, a sud dell’Ucraina. In base all’analisi dell’ISW, però, la Russia avrebbe le risorse per lanciare un’offensiva su vasta scala solo lungo una direttrice: a Mosca mancherebbero uomini e capacità per impegnare il nemico su un doppio fronte.
Nelle ultime ore, inoltre, l’ISW ha evidenziato che le forze armate ucraine avrebbero respinto una ‘spallata’ portata dall’esercito russo nella zona di Avdiivka nella giornata del 30 marzo. Mosca avrebbe lanciato al’assalto unità del sesto reggimento con 36 tank e 12 veicoli corazzati nella zona del villaggio di Tonenke. Kiev avrebbe neutralizzato l’offensiva distruggendo 12 tank e 8 veicoli, impedendo lo sfondamento della prima linea. L’esito dello scontro potrebbe indicare che le capacità difensive ucraine, in un’area in cui le truppe di Kiev sono state costrette ad arretrare poche settimane fa, rimangono rilevanti.
Mosca, intanto, continua a concentrarsi sull’attentato alla Crocus City Hall e a distanza di 10 giorni continua a ipotizzare responsabilità di Kiev e dei suoi partner. Il Comitato investigativo in Russia ha aperto una inchiesta sul ruolo dell’Ucraina, degli Stati Uniti e degli altri Paesi occidentali negli attentati terroristici, come richiesto da diversi deputati convinti che dietro l’Is e i servizi di intelligence ucraini si celino gli Stati Uniti e i loro alleati. L’inchiesta si basa sul materiale ricevuto dai deputati della Duma relativo all’organizzazione, il finanziamento e l’attuazione di diversi attacchi in Russia. I deputati hanno inoltrato una richiesta di apertura di indagini alle procure di cinque Paesi, Russia, Germania, Cipro, Usa e Francia, oltre che al Comitato investigativo russo.
La Russia inoltre intende ricorrere ai tribunali internazionali in relazione ad atti di terrorismo dell’Ucraina in territorio russo, sulla base delle convenzioni internazionali, ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, in una intervista a Pervyi Kanal rilanciata da Ria Novosti. Mosca sta preparando il ricorso e seguendo le procedure richieste per la richiesta dell’arresto e l’estradizione immediata di tutte le persone coinvolte in una serie di attentati (di cui non fa parte l’attacco al Crocus) ha precisato, precisando che è stata inviata a Kiev una nota al riguardo.
Fra le persone di cui si chiede l’arresto, vi è il direttore dei servizi di intelligence dell’Sbu, Vasily Malyuk, accusato da Mosca dell’esplosione al Ponte di Crimea dell’ottobre del 2022. Il regime di Kiev, ha aggiunto, ha deliberatamente perseguito la strada del terrorismo e dell’estremismo, senza rendersi conto della gravità di tali azioni, “ripetutamente dichiarando di non pentirsi né di condannare le azioni dei suoi reparti militari e dei Battaglioni Azov e altri come loro , ma lo sostengono in ogni modo possibile”, ha sottolineato. La nota inviata da Mosca a Kiev non riguarda l’attentato alla sala da concerto Crocus dello scorso 22 marzo ma “nel caso in cui gli investigatori arriveranno alla conclusione che l’Ucraina è coinvolta, si procederà a una nuova nota all’Ucraina”, ha concluso Zakharova.
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