Capodistria: sotto controllo l’incendio di S. Servolo

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Capodistria: sotto controllo l’incendio di S. Servolo
L'incendio visto da Capodistria. Foto Gianni Katonar

Protezione civile e Vigili del fuoco sloveni e italiani hanno ingaggiato una lunga lotta contro le fiamme nella zona di San Servolo. Da martedì pompieri professionisti e volontari, coadiuvati da elicotteri delle forze armate e dai canadair provenienti da Roma, hanno fronteggiato l’avanzata del rogo, che ha investito circa 100 ettari di boscaglia. Il terreno difficilmente accessibile e un sostenuto vento di Bora hanno messo a dura prova la resistenza fisica e la preparazione degli esperti intervenuti. Decisivo è stato l’apporto dall’aria per impedire che le fiamme raggiungano le case negli abitati più vicini come Ospo, sul versante sloveno e le frazioni di San Dorligo della Valle oltre confine, dove però il Comune ha fatto evacuare per la notte i centri di Crociata e Prebenicco. In campo sono scesi oltre 120 vigili del fuoco per ogni turno. L’incendio ieri mattina appariva circoscritto, con due focolai ancora parzialmente attivi e sempre pericolosi a causa delle forti raffiche di bora, che possono far spostare il fronte delle fiamme anche di 100 metri alla volta. Per garantire il massimo sostegno dello stato sloveno, è stato attivato il piano nazionale d’azione per le calamità naturali. Le strade locali che da Capodistria portano a San Sergio e San Servolo sono state chiuse al traffico per facilitare il passaggio dei mezzi di pronto intervento. Difficile anche reperire l’acqua necessaria per spegnere i roghi a terra. Per non svuotare ulteriormente le risorse dell’acquedotto del Risano, le autobotti hanno percorso lunghi tragitti per rifornirsi dagli idranti dell’Acquedotto del Carso. Gli inquirenti hanno ipotizzato l’origine dolosa del disastro, ma potranno confermare le loro tesi soltanto nei prossimi giorni. Sono giunti numerosi i ringraziamenti per l’abnegazione con cui i pompieri hanno affrontato questa nuova emergenza. La cittadinanza ha fatto pervenire loro acqua, cibo e altri generi di prima necessità per alleggerire lo sforzo richiesto dal loro lavoro, in condizioni di caldo asfissiante.

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