Il demone del nazionalismo non va risvegliato

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Il demone del nazionalismo non va risvegliato

Il senatore Carlo Giovanardi – uno dei politici italiani più ferrati in materia di confine orientale, un tema al quale si è sempre dimostrato molto sensibile – è rimasto turbato dalle polemiche seguite ad alcune dichiarazioni fatte durante le celebrazioni del Giorno del Ricordo alla foiba di Basovizza. “Si tratta di un evento che ho contribuito a far diventare legge quando ero ministro”, ha rilevato Giovanardi che nel 2004 (anno di approvazione della legge era titolare per i rapporti con il Parlamento, nda).
“Ho visto con grande sconcerto il rinascere del demone del nazionalismo, ossia di ciò che ha provocato il disastro della Seconda guerra mondiale, il nazifascismo prima e il comunismo dopo, con inenarrabili sofferenze che hanno colpito gli innocenti”, ci ha detto ieri al telefono Giovanardi. “Il prezzo di questa catastrofe – ha proseguito – lo hanno pagato i 300mila che hanno dovuto andarsene e quelli che sono rimasti nelle condizioni di un cambio di regime. Senza scordarci le sofferenze più generali patite da tutti i popoli, croati, sloveni durante la Seconda guerra mondiale”.
Giovanardi si è detto rammaricato di aver dovuto risentire, dopo tanti anni, dichiarazioni ipernazionaliste scatenate da alcune frasi infelici. “Antonio Tajani (presidente del Parlamento europeo, nda), al quale queste parole magari sono scappate, si è scusato. Se il presidente del Parlamento europeo fosse sloveno e venisse in quella che un tempo si chiamava Albaro Vescovà, l’odierna Spodnje Škofije/Scoffie e lì al confine dicesse ‘viva Trieste slovena, viva Gorizia slovena e viva Monfalcone slovena’ è evidente che in Italia qualcuno avrebbe qualcosa da dire. Giustamente, specularmente, gli sloveni e i croati, davanti a quelle affermazioni che sembravano di rivendicazione hanno avuto qualcosa da dire. Tajani si è spiegato. Mettiamoci una pietra sopra e non ricominciamo”, ha sollecitato Giovanardi. “Ma ci sono anche altre dichiarazioni – ha proseguito –, come ad esempio quelle dell’assessore all’Ambiente e all’Energia della Regione Friuli Venezia Giulia, Fabio Scoccimarro, che sono veramente incredibili e fanno tornare le lancette indietro di decenni”. “Si tratta di qualcosa di totalmente insensato – ha sottolineato il senatore – specialmente visto che arriva nel momento nel quale, finalmente, dopo decenni, si sta manifestando a Fiume, in Istria e Dalmazia, la consapevolezza di riscoprire la ricchezza che in quelle località, a partire dal capoluogo quarnerino, erano state l’autonomia e la convivenza pacifica di croati, italiani, austriaci, ungheresi. Una società multilingue, colta e aperta”.
L’opportunità della cultura
“Guardiamo avanti, a Fiume 2020. Al grande appuntamento della Capitale europea della Cultura. Guardiamo alla convivenza fra gli italiani e la maggioranza”, ha invitato Giovanardi, per proseguire: “Oggi a Fiume la maggioranza è croata, come nelle località in Slovenia lo sono gli sloveni. Nessuno lo mette in discussione. La storia ha fissato i confini delle nazioni, ma ora siamo tutti europei”. Ha rilevato l’importanza di proseguire l’impegno teso alla tutela della lingua e della cultura italiane nei territori d’insediamento storico della Comunità nazionale italiana. In questo contesto ha parlato con entusiasmo delle iniziative legate al recupero e alla valorizzazione del patrimonio toponomastico. “Non parlo solo della minoranza italiana a Fiume, ma anche di quella slovena a Trieste, dei croati e degli albanesi in Molise, come pure dei tedeschi in Alto Adige. Mi riferisco alla necessità che le minoranze autoctone, ossia le popolazioni che risiedono in un territorio da centinaia di anni, godano del rispetto della loro tradizione, storia, cultura e lingua”, ha chiarito Giovanardi. “Vedo che a Fiume – così ancora Giovanardi – per fortuna, stanno ripristinando, accanto ai nomi croati delle vie, che naturalmente nessuno mette in discussione, pure i nomi che fino al 1945 erano stati i nomi storici di quelle vie. Poi, se le vie hanno avuto anche un nome ungherese io sono assolutamente favorevole ad aggiungere pure quello”.
“Il mio timore, ed è per questo che ho lanciato l’allarme e l’invito a smetterla con le polemiche, è che questo processo, invece di andare avanti torni indietro a causa di provocazioni e di frasi infelici”, ha detto. “Quando l’anno scorso abbiamo allestito la mostra Fiume 1850-2018. La filatelia fiumana tra mito, storia ed economia 1918-1924 (visibile al Vittoriale degli Italiani, fino al 30 aprile 2019, nda), la nostra prima preoccupazione è stata di avere presenti all’inaugurazione i rappresentanti della Città di Fiume. Difatti, alla cerimonia sono intervenuti il capo dipartimento alla Cultura della Città di Fiume (Ivan Šarar, nda), il rappresentante della locale Comunità degli Italiani (Moreno Vrancich, nda) e un inviato dell’Ambasciata croata a Roma. È così che si fa”, ha commentato Giovanardi.

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