Statuto UI. Assemblea spaccata: tutto rinviato a martedì

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Statuto UI. Assemblea spaccata: tutto rinviato a martedì

Le previsioni della vigilia davano una seduta complessa, aspettative che alla fine non sono state deluse. Del resto, la posta in gioco è altissima: il nuovo Statuto dell’Unione Italiana e una serie di scelte difficili, di fonte alle quali l’Assemblea è apparsa spaccata in due tra chi vuole una “rivoluzione” adesso e a tutti i costi e chi invece la ritiene affrettata, inadeguata principalmente come tempistica, ora che il mandato si sta esaurendo, e anche su alcuni dei contenuti. A Cittanova, nella sala grande del Centro per le manifestazioni culturali, se n’è discusso a lungo e animatamente per diverse ore, senza esaurire gli argomenti pro e contro, con quasi una cinquantina di emendamenti da prendere in considerazione. Fondamentalmente, il dubbio amletico era votare o lasciare che a farlo sia la prossima Assemblea? Stando al presidente del Comitato per lo Statuto e il Regolamento, il consigliere umaghese Mauro Jurman, lasciando tutto invariato si andrebbe incontro a non pochi problemi, all’impossibilità di votare a luglio in tutto il territorio della Comunità Nazionale Italiana.
“Viste lo disposizioni della Legge sulle associazioni in Croazia, ci piaccia o no, noi con l’attuale Statuto non possiamo andare a votare”, è stato categorico Jurman. Tra le altre cose, perché hanno diritto di voto i soci che hanno l’OIB, il numero identificativo personale, cosa che solo pochi connazionali in Slovenia hanno. Un altro aspetto che non combacia riguarderebbe i presidenti: come ha spiegato Jurman, la stessa legge stabilisce che i rappresentanti legali dell’associazione vengono eletti e rimossi dall’Assemblea o da un organo nominato dalla stessa, per cui è la normativa vigente “a impedirci di procedere con l’elezione diretta” dei due presidenti dell’UI.
Quattro anni, dibattiti a vari livelli, questionari e indicazioni di massima, non sono bastati a portare a compimento il processo come desiderato, trasformando in Statuto ampiamente condiviso le idee e le proposte di cambiamento e miglioramento emerse nel corso del dibattito pubblico avviato ancora nell’autunno 2019. Ieri sera l’Assemblea UI era chiamata a deliberare sull’approvazione – o meno – della bozza predisposta dal Comitato per lo Statuto e il Regolamento, una sintesi di una serie di linee guida e di opinioni emerse sia da parte delle istituzioni, principalmente le Comunità degli Italiani, che degli stessi consiglieri.
Demarin: «Non è una sconfitta»
“A prescindere dall’esito, ringrazio tutti coloro che hanno partecipato al dibattito – ha dichiarato Paolo Demarin, presidente dell’Assemblea –, a dimostrazione che abbiamo riavviato la democrazia e il pensiero all’interno della Comunità nazionale”. E ha indubbiamente provato “che c’è una volontà tangibile di cambiamento”. “Non è una sconfitta”, ribadisce Demarin, che se da una parte non nasconde una certa delusione, dall’altra parte incassa dei risultati non certo secondari: innanzitutto, è stata riaffermata la centralità dell’Assemblea, si hanno elenchi dei soci finalmente aggiornati e uniformati, e altri documenti importanti relativi alle Comunità degli Italiani. “Non è una sconfitta anche per il solo fatto di aver individuato delle risposte, fenomenali, che sanciscono sinceramente la vera unitarietà degli italiani di queste terre, non una Comunità nazionale italiana in Croazia e in Slovenia, ma connazionali associati all’UI di Fiume e associati all’UI di Capodistria”, ha ricordato il presidente dell’Assemblea.
Alla fine, comunque, è prevalsa la linea di quei consiglieri e di quelle Comunità degli Italiani che hanno ritenuto inopportuno adottare un nuovo Statuto alla fine del mandato. Atteggiamento ribadito ieri sera dai consiglieri Rosalba Stanković (Buie), Krsto Babić (Abbazia), Martina Agostini (Matterada), Marko Gregorič (Isola), Tamara Brussich (Pola), nonché in una missiva dalla CI di Bertocchi (il cui posto in Assemblea è vacante). “Sapremo con tutti gli emendamenti che abbiamo, che cosa andiamo a toccare?”, si è chiesta Brussich, ricordando la quarantina di emendamenti presentati, per cui prima di procedere con un’eventuale votazione, sarebbe stato necessario esaminare la bozza – avuta per la prima volta ad aprile e successivamente nuovamente aggiornata – in una prima lettura e poi anche in una seconda per chiarire bene tutti i passaggi, di modo che fossero ben evidenti e comprensibili a tutti.
Una riflessione più approfondita
“Una cosa è discutere su quale Unione Italiana vogliamo, su questioni di principio, generali, come abbiamo fatto nel corso del dibattito pubblico nei 15 incontri avuti tra 2019 e 2020, altra cosa è discutere un documento concreto, operativo che abbiamo ricevuto lo scorso 12 aprile”, ha fatto presente il presidente Maurizio Tremul. E visto che non è una modifica dello Statuto vigente, ma che ci troviamo di fronte a uno Statuto “che cambia radicalmente l’impostazione dell’Unione Italiana, che cambia radicalmente i rapporti con le Comunità degli Italiani. Trent’anni fa fu fatta la scelta che il soggetto fondante fosse il connazionale, l’individuo, con questa proposta il soggetto fondante sono le CI”.
Altri aspetti meriterebbero una riflessione più approfondita. Per Tremul dovremmo “essere coscienti” che il procedimento con cui si va ad approvarlo deve assicurare il tempo adeguato perché sia esaminato a fondo, perché i connazionali possano esprimersi, magari anche verificando quante delle loro indicazioni sono state recepite dal Comitato per lo Statuto che ha elaborato il disegno di legge statutaria. Diverse CI, ad esempio, non intendono rinunciare all’elezione dei presidenti con suffragio diretto di tutto l’elettorato, all’insegna del principio “un connazionale, un voto”, come avviene per il rinnovo dell’Assemblea; altre, invece, non sono soddisfatte della ripartizione dei seggi.
Secondo Krsto Babić, inoltre, visto che Bertocchi e Zara attualmente non hanno rappresentanti in Assemblea, è impossibile raggiungere quel consenso di tutta la base della CNI che è un postulato fondamentale in democrazia e, soprattutto, in un’associazione come la nostra, per cui rimandare il tutto a quando il “parlamentino” UI sarà al completo, fra pochi mesi, sarebbe la soluzione più corretta.
Aggiornata la riunione
“L’impressione è che ci sia un’azione che vuole fermare lo Statuto, si dice che non è il momento, ma andando avanti così il 90 per cento di noi non vedrà questo momento perché madre natura avrà fatto il suo”, ha commentato Valmer Cusma (Pola). Da “dodici anni non siamo in grado di approvare un nuovo Statuto, abbiamo perso tempo, siamo ridicoli, irresponsabili – ha aggiunto –, sciogliamoci e diamo vita a un’Assemblea costituente”.
Anche Gianclaudio Pellizzer (Rovigno) ha insistito per finalizzare il percorso iniziato quattro anni fa, quando si voleva arrivare ad avere un’UI più snella, meno costosa, meno burocratica.
“Sarebbe male se non si votasse, la bozza non soddisfa tutti, non possiamo ambire a un voto totale, ma è una sintesi delle richieste e delle proposte fatte dalle Comunità. È stato fatto un lavoro notevole – è la valutazione di Gaetano Benčić –, che ci consentirà di affrontare al meglio le sfide che abbiamo dinanzi a noi. Non dobbiamo rinunciare a quest’opportunità, sarebbe una sconfitta per la nostra democrazia, la dialettica interna”.
Non sono mancate divergenze di tipo tecnico e procedurale, per cui alla fine la seduta è stata aggiornata a martedì prossimo, presentando nel frattempo ai consiglieri una bozza aggiornata con gli emendamenti accolti dal Comitato per lo Statuto e il Regolamento. I consiglieri dell’Assemblea dell’Unione Italiana torneranno quindi a riunirsi a Cittanova.

Decisioni per il futuro della CNI

Un unico punto, ma centrale, determinante per il presente e il futuro della Comunità Nazionale Italiana in Croazia e Slovenia e dell’Unione Italiana, che unitariamente la rappresenta. Il presidente della Giunta esecutiva, Marin Corva, l’ha definita storica e la rilevanza dell’appuntamento è stata messa in evidenza da tutte le autorità intervenute alla diciannovesima seduta dell’Assemblea dell’Unione Italiana, riunita ieri sera a Cittanova.
Così il Console generale d’Italia a Fiume, Davide Bradanini, ringraziando per l’invito a parteciparvi, ha auspicato l’adozione delle decisioni più appropriate per il benessere a lungo termine di tutta la CNI. Lo Statuto è un documento fondamentale – ha premesso la vicepresidente CNI della Regione istriana, Jessica Acquavita – per cui “parlare e ragionare sulle sue modifiche significa avere una grande responsabilità” – e si è detta convinta che si andrà appunto in questa direzione, con quella responsabilità che ha contraddistinto anche l’operato nel passato. Anche il deputato della Comunità Nazionale Italiana alla Camera di Stato di Lubiana, Felice Žiža, ha sottolineato l’importanza dell’argomento in dibattito, con l’augurio che le prese di posizione e le deliberazioni siano consone al futuro della stessa UI e della CNI sia in Croazia che in Slovenia, “a favore di tutti noi”.
“Ci siamo lasciati alle spalle il trentennale dell’UI, l’unica organizzazione rappresentativa degli italiani in Croazia e in Slovenia, per nostra volontà e in base ai trattati internazionali”, ha esordito il presidente Maurizio Tremul. “Costruiamo la nuova Unione Italiana con la stessa lungimiranza con la quale l’abbiamo costruita trent’anni fa, per il nostro futuro e per il futuro dei nostri figli e figlie”, con questo spirito Tremul ha concluso il suo intervento, in apertura dei lavori.

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