ROBE DE MATTEONI Leggi scritte e non scritte

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ROBE DE MATTEONI Leggi scritte e non scritte

Lunedì scorso sono stato ad Abbazia. Ricordo ancora quando assieme ai giocatori dell’Istra mangiavamo spesso prima e dopo le partite con le squadre locali della zona di Fiume. Per motivi di lavoro viaggiavo molte volte in Francia, visitando Monte Carlo e la Costa Azzurra. Ho visto da vicino anche la gara di Formula 1. Ci sono miliardari, la peggior auto che ho visto è stata una BMW, i prezzi vanno alle stelle, le palme sembrano artificiali da quanto sono perfette, ma… Abbazia, il suo lungomare, il paesaggio, l’atmosfera e il sole non hanno nulla da invidiare al Principato di Monaco. Anzi…

L’albergo Admiral ha ospitato la conferenza intitolata “Legge e calcio”, giunta alla seconda edizione e organizzata dagli studenti di Giurisprudenza di Zagabria, Spalato, Fiume e Osijek. Tra gli ospiti autorità del calcio croato, ex dirigenti della Federazione, tanti studenti e i loro docenti. I miei interlocutori, nel panel che ha aperto la tre giorni di discussioni, erano il presidente onorario della Federcalcio Mladen Vedriš, il presidente della Dinamo Mirko Barišić e il fiumano Duško Grabovac, ex braccio destro di Vedriš negli anni della lotta per l’indipendenza della Federazione e la costituzione del nuovo campionato e della nazionale. Novanta minuti di revival, testimonianze di gente che ha scritto la storia moderna del calcio croato e che tutt’oggi è attiva in vari ruoli. Duško Grabovac, ad esempio, è delegato alle partite targate FIFA e UEFA ma, come scoperto proprio nel corso del panel, è stato anche uno degli artefici della Champions League. Dal 1992 al 2002 era stato infatti membro della Commissione per le competizioni UEFA e dunque tra coloro che hanno dato vita alla Champions, lanciata nel 1993 e diventata subito la competizione più redditizia del calcio mondiale…

Tanti i temi affrontati, ma mi soffermo su quello della legge. Siamo tutti concordi sul fatto che la legislatura del calcio croato, in 30 anni, abbia fatto enormi progressi. Difficile comunque confrontare le varie epoche perché negli anni ’90, in seguito alla dissoluzione Jugoslavia, era molto difficile badare alle leggi nel calcio. La politica imponeva ai membri dei 12 club che costituivano la Prima Lega un calcio in linea con la geopolitica. E molti ne approfittavano per fare i loro interessi. Ricordo come nella seconda metà degli anni ’90 c’erano le leggi del calcio scritte, e poi c’erano anche quelle non scritte che si imponevano al movimento calcistico per vari motivi. Anche per politiche bizzarre…

In tanti dicevano che così doveva essere perché la crescita delle istituzioni sociali e sportive è un processo che richiede tempo. Siccome però si tratta di leggi, che cambiano continuamente, questo processo non ha mai fine. Una cosa però è certa: la priorità era il cambio di mentalità. Ovvero, se le leggi si adeguano ai tempi del progresso, la base dev’essere sempre la volontà di funzionare come la legislazione impone. Ecco, su questo proposito ho detto al panel che per la Croazia la mentalità non è ancora in sintonia completa con la necessità di attenersi alle norme di legge, ma sta comunque facendo importanti passi avanti. Dal 2013, quando la Croazia è diventata parte dell’Unione Europea, il processo di cui sto parlando ha cambiato ritmo. E pure in meglio! Oggi è impensabile comportarsi come negli anni ’90, infischiandosene delle leggi. È altresì impensabile che le società non paghino le tasse o non tengano fede ai contratti con giocatori, allenatori e addetti ai lavori.

C’è ancora tanto lavoro da fare, soprattutto sulla mentalità del non cercare scorciatoie per evadere agli obblighi, ma si sta progredendo. Come ho sottolineato nel mio intervento, è proprio questo tipo di conferenza che lo dimostra. Negli anni ’90 e nella prima decade del 2000, agli studenti universitari non gliene importava del calcio. Con lo sviluppo dell’industria calcistica in tutto il mondo, e di conseguenza anche in Croazia, è diventato naturale occuparsene. Ci sono tanti futuri laureati in legge che vogliono ora specializzarsi proprio nel ramo dello sport. Sicuramente una buona notizia per il futuro del calcio. E un’altra dimostrazione di come la Croazia e il suo calcio siano sulla buona strada è il fatto che il docente dell’Università di Fiume, Vanja Smokvina, faccia parte del Tribunale arbitrale dello sport (CAS). Con speciale delega al calcio…

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