«Putokazi». Fine di un’esistenza musicale di successo

Fondato il 22 febbraio 1984, il noto complesso vocale fiumano, è cessato di esistere nella stessa data di quest'anno. Nella sua lunga carriera il gruppo ha sempre preferito il cambiamento e l'evoluzione alla cura di uno stile fisso e riconoscibile.

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«Putokazi». Fine di un’esistenza  musicale di successo

Dopo quasi quattro decenni di carriera, dieci generazioni di cantanti, 14 album e 400 membri, nonché 18 primi premi ai Festival musicali, il complesso fiumano “Putokazi” ha annunciato di essere arrivato al capolinea. Lo scioglimento non avverrà come succede a volte, a causa di dissidi interni o incomprensioni, ma come una conclusione naturale e spontanea, di una prolifica esistenza musicale. La carriera del complesso si concluderà ufficialmente con una festa di compleanno alla quale prenderanno parte le numerose musiciste e i cantanti che si sono affermati sulla scena musicale nazionale proprio grazie ai “Putokazi”. A parlare del gruppo è stato pure Velid Đekić, giornalista, letterato e critico musicale.

 

La simbologia del numero due

Il gruppo “Putokazi”, sempre molto ispirato alla simbologia dei numeri, ha deciso di sciogliersi all’insegna del numero due, ovvero il 22 febbraio del 2022, gettando finalmente l’ancora dopo una travagliata carriera che è riuscita a sopravvivere ad alti e bassi, alla guerra, alla marginalizzazione mediatica, alla balcanizzazione dei gusti musicali del pubblico, alla mancanza di sostegno istituzionalizzato e numerose altre sfide.

I “Putokazi” sono stati fondati il 22 febbraio (1984) e sono cessati di esistere nella stessa data. Se si pensa all’ultimo tema del loro progetto discografico, intitolato “Meandar” e che indica l’ampia sinuosità del corso di un fiume che ne caratterizza la parte terminale dove la pendenza è minima, si comprende che il progetto di sciogliere il gruppo era in piano da un po’ di tempo ormai. Nella loro lunga carriera i “Putokazi” hanno sempre preferito il cambiamento e l’evoluzione alla cura di uno stile fisso e riconoscibile, anche se ciò ha comportato a volte la perdita di parte del pubblico o dell’interesse mediatico. Nel 1984 il gruppo è stato istituito come coro misto, dal 1991 al 1997 ha avuto pure una sezione giovanile, mentre dal 2003 è stato trasformato in complesso vocale femminile.

 

Musica etno e brani d’autore

In quasi quarant’anni il complesso ha realizzato numerosi album, ovvero “Putokazi” (1987), “With respect for The Beatles” (1991), “Good morning musicals” (1992), “The end collection” (1994), “Putokazi predstavljaju E.N.I. i Vivien Galletta” (1996), “Zemlja” (1997), “Nova Zemlja” (2000), “Hrvatske narodne uspavanke” (2001), “Treća Zemlja” (2008). Se in questa produzione si profilano due filoni di cui il primo è quello delle versioni di classici di altri gruppi e il secondo è quello della musica etno in versione moderna, negli ultimi tempi il complesso si è lanciato in un intenso progetto di composizione di brani d’autore, contenuti negli album “Androida” (2004), “Androida remixed” (2006) e “Mjesec” (2009). Come dice il nome stesso, in questa fase il gruppo alza lo sguardo al cielo, ammira le stelle e cerca delle risposte al rapporto complesso tra uomo e macchina, all’influenza della tecnologia e ai principi emotivi di stampo femminile o maschile.

 

L’ascesa di Miranda Đaković

È seguito l’album “Porculan” (2014), un miscuglio di generi e influenze firmato dalla fondatrice, Miranda Đaković, la quale non rigetta nemmeno la musica elettronica e l’influenza dei musical di Broadway, aggiunti agli accordi della chitarra elettrica e alle atmosfere etno. Il culmine della maturità artistica di Đaković si ha, come spiega Velid Đekić, con l’ultimo album, “Meandri” (2020), che porta la sua firma non solo nel concetto, ma anche per la musica, i testi e gli arrangiamenti vocali. Rispetto all’album precedente questo è stato arricchito da strumenti a corda autoctoni e percussioni, suonati da Zoran Majstorović, ma la parte più sconcertante è forse il tema che pervade i brani e che riguarda thanatos, la morte e i motivi dell’addio e della scomparsa, sconosciuti e rigettati dalla musica pop alla quale siamo abituati.
A parte la ricca produzione musicale, il complesso vocale ha realizzato anche due video, il musical “Raskružje” (2016) e l’omnibus cinematografico “Meandri” (2021), premiato al Festival internazionale dei film musicali a Parma. Ha partecipato agli spettacoli del teatro Ulysses, nel “Re Lear” per ben 20 stagioni e nella “Medea” per quattro stagioni. Per quanto riguarda le esibizioni a livello internazionale i “Putokazi” hanno partecipato all’Eurosong (1993 e 1997), si sono esibiti a Berlino (2003), in Giappone (2005), Bulgaria (2009) e Cina (2017).

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